"Mi dite perché ridevate tanto?"
"Harry, Cami... E la risata di Niall!"

qusta è la storia di july una ragazza con un passato difficile alle spalle , spedita dai genitori a londra dalla nonna sperando che la ritrovi la vera july , che dopo l'incidente che avuto a 14 anni perse la memoria e non ricodava piu chi fosse prima dei 14 anni, la trova nuovi amici che l'aiuteranno tra cui il suo amico di infazia che lei non ricordava, al'inizio scortese ma che alla fine gli cambia la vita facendola ricordare di lui e di cosa erano!..

-mamma non puoi sposarlo!
-tesoro,so che è difficile da accettare ma noi ci amiamo e poi da sola non ce la faccio,e siamo due adul..
-non voglio un altro padre!
-non sostituirà tuo padre..e poi suo figlio ha giusto uno o due anni piu di te.
-si,lo conosco..
eilis era pronta a tutto,insomma..dopo quello che aveva passato.
era sicura che uscita da quel maledetto posto che l'aveva resa cosi forte le cose sarebbero andate bene..o almeno meglio.
fino a quando sua madre non decide di risposarsi..

Solitamente si vende il proprio corpo per guadagnare soldi o semplicemente per perdere il controllo di se' stessi ma io lo facevo per zittire quella sua maledetta e rumorosa voce che non faceva altro che gridare e divorarmi l'anima.
Vendevo me stessa solo per non sentire più il mio cuore andare in mille frantumi che, giorno dopo giorno, diventavano sempre più stanchi di non venir presi in considerazione, raccolti e rimessi al loro posto.

Non augurerei di avere una sorella come la mia neanche al peggior nemico del mondo. Danielle Peazer? La ragazza più egocentrica, cattiva, stupida ed egoista di questo mondo. E una come lei con chi può stare? Solo con uno come Liam Payne, uguale, se non peggio di mia sorella. E io? Io, Gemma Peazer li devo sopportare. Meno male che ci sono i miei amici...

Camminava veloce, con gli occhi ormai colmi di lacrime, le mani strette talmente tanto da far diventare le nocche bianche. Stringeva i denti cercando di non far scendere le lacrime, ma quando si sedette sull'erba in cima alla collina fu tutto inutile. [...]
“Pronto?”
“Styles, mi dai una mano con i compiti?”
“compiti?” Harry rise all'altro capo della linea.
“si vabbè hai capito..”
“dammi il tempo di una doccia”
Juliet attaccò e si diresse in camera sua per vestirsi anche se sapeva benissimo che le sarebbero serviti a poco..

Elisa e Giulia sono migliori amiche e finalmente possono vivere da sole. Entrambe sono bionde ed hanno gli occhi azzurri, solo che Giuia ha i capelli boccolosi fino alle spalle e gli occhi azzurro chiaro, mentre Elisa ha i capelli lungi che ricadono ad onde e gli occhi blu, e per questo vengono spesso scambiate per sorelle e questo a loro fa molto piacere. Da quando si sono conosciute all'asilo sono sempre state inseparabili e si sono sempre sostenute a vicenda. Ma solo Giulia è serena e felice, mentre Elisa sorride, ma i suoi occhi non sono in grado di nascondere il dolore e la profonda tristezza. Ma solo un ragazzo dal sorriso facile sarà in grado di rompere quel muro invisibile ma molto spesso, però non sara l'unico a cui Elisa farà battere il cuore....

La storia di una ragazza che credeva di meritare solo il male, e di un ragazzo che cercherà in tutti i modi di aiutarla.
//
Se avete stomaci delicati, non leggetela.

-April?- dice, all’improvviso.
-Mh?-
-Quali sono le sette cose che odi di me?-
Io spalanco gli occhi.
Le sette…cosa?
-Come prego?- esclamo.
-Hai capito bene. Quali sono le sette cose che odi di me?-
-Ma perché mi fai questa domanda?- gli chiedo, senza ironia.
-Perché ormai ho capito che mi odi, quindi voglio sapere almeno sette motivi validi.-
Io sorrido.
-Styles io non ti odio….- gli dico.
Lui si illumina.
-Ah no?!-
-No. Mi stai diversamente simpatico. Diciamo che se per caso dovessi scegliere se buttare da un burrone te o Giustino Biberon, beh butterei te.-

«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.