«Sei cambiata, mi piaci.», disse con uno strano sorrisetto.
«A quanto pare sei cambiato anche tu, magari hai imparato la lezione.», replicai soddisfatta, arrivando verso la porta.
«Alla prossima, Ross.»

«Com’è che ti chiamavi, piccoletto?»
«Louis Tomlinson, e non sono piccolo!», fece una smorfia, «Potresti smettere di fumarmi in faccia?»
Il riccio rise divertito. «Spero di rivederti presto, Louis Tomlinson.»
Larry. Attenzione: ci saranno contenuti forti in alcuni capitoli, l'ho messo tra le avvertenze, quindi se siete facilmente condizionabili o deboli, non leggete.

“Mio Dio, ragazzo, ma quanti anni hai? I tuoi quadri sono meravigliosi!”
Louis, curioso, alzò gli occhi e vide un ragazzo dai capelli ricci e disordinati seduto a terra mentre teneva in mano un’enorme tela da dipingere.
“Diciannove”, rispose quello con voce roca, facendo un timido sorriso e tornando a colorare la sua tela.
“Vorrei comprarne uno, sono davvero belli!”, continuò a dire la donna, catturando l’attenzione del riccio al lato della strada.
Louis si accostò accanto alla donna e al suo compagno, sembravano una coppia davvero raffinata e se delle persone come loro stavano complimentando un barbone al lato della strada, doveva proprio essere bravo!

«Caro diario,
è il primo diario che scrivo e devo dire che la cosa è anche abbastanza strana, dato che sono un ragazzo, ma sai, ho talmente tante cose da raccontare e tante cose per cui sfogarmi che non posso proprio farne a meno.»

Harry era stanco dei loro soliti battibecchi, era stanco di doversi nascondere solo perché il suo ragazzo aveva paura.
“Non voglio più vederti. È finita.”
Ma forse, non avrebbe dovuto farlo.

"Niall, vuoi essere il mio per sempre?"
"Solo se tu sarai il mio."

"Ma sei solo uno stupido frocio.", lo aggredì Harry spintonandolo.
"Tanto non vale un cazzo la tua opinione.", ribatté Zayn voltandogli le spalle, accendendosi una sigaretta e allontanandosi da lui, lasciandolo in piedi da solo come uno stoccafisso.
"Te ne pentirai Malik!", urlò da dietro, ma Zayn era ormai lontano per conto suo, come sempre.

“Due settimane che starò con te il pomeriggio intero. Ho due settimane per sedurti e vedrai che ci riuscirò.”, replicò facendomi un sorriso enorme e mostrando le sue fossette perfette. Avrei voluto infilarci un dito in quelle fossette.
“Povero illuso.”, dichiarai io sbuffando e riprendendo a spazzare per terra. Non me la diede vinta stavolta, mi prese la scopa dalle mani e la gettò a terra, prendendomi per le spalle e sbattendomi letteralmente al muro.

Il buio della stanza. Lo schermo impersonale di un computer. Un ammiratore che sembra sapere troppe cose.
Gli ingredienti di un cocktail angosciante e inatteso, un incubo capace di penetrare nella zona più sicura di tutto il mondo: la camera da letto di Miss.