Mi chiamo Emily Smith e la mia vita ha avuto uno svolgimento tragico chissà cosa succederà. Se vi ho incuriosita almeno un po aprite la storia e leggete, mi sono ispirata a fatti accaduti realmente nella mia famiglia. Questa è la mia prima storia quindi andate piano con le recensioni negative un bacio a tutti spero che leggerete e recensirete.

Ryan, anfibi sfondati e cd dei Sex Pistols e dei Clash buttati disordinatamente nel caos della sua camera, il suo rifugio.
Jennifer, innamorata della voce di Frank Sinatra e di Nina Simone che ascolta stesa nella vasca al centro del suo lussureggiante bagno personale.
Un incontro.
Uno sguardo.
Un bacio.
“Quell’aria da pudica verginella mi faceva impazzire, e il modo che aveva di guardarmi mi divertiva, mi osservava come se fossi un’animale pericoloso dal quale è meglio riguardarsi.”
“Quel ragazzo aveva chiare tendenze bipolari e almeno cinque personalità differenti che si alternavano senza un ordine logico eppure, per un motivo che neanche io riuscivo a spiegarmi, invece che tornarmene a casa rimanevo lì ferma ad osservarlo.”

“Perché fai tutto questo per me?”
“Perché …..” si fermò guardandomi “PENSO DI ESSERMI INNAMORATO DI TE!” disse lentamente continuando a guardarmi,i nostri occhi si incrociarono e non si lasciarono finchè lui non si avvicinò sempre di più a me, la distanza tra noi diminuiva poco a poco. Quando il suo naso sfiorò il mio,un grande brivido percorse la mia schiena,sapevo cosa voleva,e non l’avrei ostacolato.

Le lasciò in bacio tra i capelli sorridendo.
“Sarà un gran bel film; la storia d’amore tra Louis William Tomlinson famoso cantante della boy band One Direction e Georgia Elisabeth Lewis duchessa di Endmon, piccolo paesino dell’Inghilterra settentrionale. Vinceremo sicuramente un oscar!” disse con aria sognante.
La moglie rise per l’apparente ingenuità del marito.
“Chiamerò domani stesso i produttori!”.
Sbuffando Georgia si mise a cavalcioni su di lui.
“Ne hai ancora per molto?”. Come stregato da quegli occhi azzurri scosse la testa.

Smettila Louis, ragiona. Lei non sa chi sei e non gliene frega niente di te.

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.

[…] quando arrivai sulla soglia del portone di casa,ancora scossa da quello che era successo e con le lacrime agli occhi,sentii Greg e mia mamma che stavano discutendo.
In verità non volevo origliare,non ne avevo le forze!
Volevo solo andare in camera e continuare a piangere silenziosamente sul letto, bestemmiando mentalmente tutto il mondo e quello stronzo!
Non l’avrei mai fatto se non avessi sentito il mio nome essere pronunciato con tale disprezzo da mia madre.Arrivai accanto alla porta della cucina,senza farmi vedere;non capivo questa loro discussione
“Quando hai intenzione di dirglielo Greg? Ha 16 anni!” urlò mia madre,ma io non capii.
“Non voglio farla soffrire. È così’ felice,perché dovrei negargli il sorriso?” disse mio fratello maggiore.
Cosa dovevano dirmi di così importante? Cazzo,cosa potrebbe succedere ancora? Ho già sofferto abbastanza,il sorriso l’ho perso già da tempo!
“Devi dirgli che sei suo padre,o lo farò io. Non puoi continuare con questa messa in scena! Devi parlarle di Jane!'' urlò mia 'madre'
Cosa? Quindi tutta la mia vita era una bugia? Niall non è mio fratello? La mia famiglia se posso chiamarla così mi ha nascosto tutto da 16 anni?

Se Jennifer fosse stata una persona diversa avrebbe scelto vacanze al mare,e non in montagna.
Se Jennifer fosse stata diversa avrebbe avuto una migliore amica,e non un migliore amico.
Se Jennifer fosse stata diversa sarebbe caduta ai piedi di Harry come tutte le altre,invece secondo lei il sesso e l'amore sono due cose strettamente collegate.
Se Jennifer fosse stata diversa non si sarebbe innamorata DI LOUIS.

«Sveglia bella addormentata nel bosco.» urlò Harry bussando continuamente alla porta della mia camera tenendo un certo ritmo.
«Vai via!» mugugnai ad alta voce scandendo bene ogni parola per poi premermi il cuscino sulla faccia cercando di soffocare le urla di Harry.
«Siamo di buon umore oggi.» disse ironicamente continuando a picchiare sulla porta.
Ormai era così che mi svegliavo da un anno a questa parte, non avevo bisogno di nessuna sveglia, ce l'avevo sotto forma umana.
«Harry Edward Styles.» strillai il suo nome alzandomi dal letto a forza portandomi il cuscino sotto braccio «Se non la finisci immediatamente giuro che ti casto!» dissi aprendo la porta ritrovandomelo davanti che mi sorrideva divertito.

«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.

Dividere una mansarda con un estraneo è sempre impegnativo. Se però l'estraneo sveglia mezza città alle tre di notte perché facendo sesso grida come un pazzo, ti fa trovare i suoi calzini sporchi nel frigorifero, si dimentica di riciclare la plastica e ha i capelli tinti di rosa, la situazione diventa davvero complicata.
“E tu, Demian,” chiese Leonora “non hai paura di essere solo?”
“Io... no. Solo è chi chiude il suo cuore. Ciò che temo non è di non essere amato, ma di non trovare qualcuno a cui dare il mio amore.”
Il tema di questa storia è la devozione d'amore: quando si dona il cuore a una persona senza chiedere niente, ma proprio niente in cambio. E allora, se un ragazzo speciale ha dimenticato se stesso come in un lungo sonno, esiste qualcuno capace di ricordargli che, oltre il tetto, ci sono ancora le stelle. Perciò non fatevi ingannare dalle apparenze: comincia come una commedia leggera e frivola, ma se le date tempo, diventa molto di più. Come i suoi protagonisti.
[Finora (forse) la mia storia completa più bella]