One-shot nata per colmare il vuoto lasciato da quegli ultimi episodi filler dello shippuden che hanno parlato di tutti, tranne che di Loro! Vi prego quindi di immaginare questa storia come una sorta di episodio conclusivo della serie: il 501. Ecco un piccolo stralcio.
L'Uchiha investì nuovamente con sguardo omicida la figura della rosa.
« Quindi Sakura, sposami ! »
Sasuke non fece in tempo a stupirsi del fatto di aver davvero pronunciato quelle fatidiche parole che si sollevò da terra e fece un volo tale da fuoriuscire dal giardino degli Hyuga.
Sakura roteò la spalla e sciolse i muscoli dopo lo sforzo, in mezzo a quelli che poteva percepire essere applausi di acclamazione per aver respinto quel sociopatico di Sasuke Uchiha.
Il pugno destro però doleva davvero, come se avesse veramente scaraventato il corpo di Sasuke oltre il giardino.
« INO » strillò improvvisamente la rosa. « Dimmi che questo è un sogno e che Sasuke Uchiha non mi ha chiesto per davvero di sposarlo ».

Connie è stanca di essere sempre la nuova arrivata.
Desidera poter rimanere nella stessa città, finire li la scuola e, magari, farsi degli amici.
Ma, a causa del lavoro dei genitori, è spesso costretta a trasferirsi.
Un giorno, però, sua madre e suo padre decideranno di stabilirsi nella piccola cittadina di Notting Hill e Connie potrà finalmente iniziare la vita che ha sempre desiderato.
Incontrerà Harry, un ragazzo appartenente al gruppo degli "sfigati" del liceo di Notting Hill e, insieme a lui, si troverà, casualmente, coinvolta nella ricerca alla soluzione del "Mistero di Notting Hill", una serie di omicidi che colpiscono la città nella notte di Halloween, coinvolgendo coppie di innamorati.
Harry e Connie inizieranno ad indagare, rischiando le loro stesse vite...
Anticipazioni:
-Finalmente, non vedevo l’ora che arrivassi!-esclama una voce alle mie spalle.
-Non è possibile!-urlo, terrorizzata, voltandomi.
-Connie, non credevi fossi proprio io a doverti uccidere, ma invece è così… Però, mi divertirò prima a tortura il tuo amichetto…
Voglio solo dirvi che rimarrete le mie vittime preferite, nessuno ha mai cercato di ostacolarmi. Ma ora, Styles, di le tue ultime preghiere…-
-No!-esclamo.

A nove anni la vita di Celeste, una bambina piena di sogni e di speranze per il futuro, cambierà radicalmente.
I suoi genitori inizieranno ad odiarsi, a litigare, fino ad arrivare alla separazione.
Così piccola e fragile, la bambina si rinchiuderà spesso nella sua stanza, con le mani sulle orecchie per non sentire le urla dei suoi genitori.
Desidererà per molti anni una riappacificazione fra i due, ma presto capirà che il suo desiderio è soltanto un'illusione...
All'età di dodici anni, Celeste si troverà ad affrontare il matrimonio di suo padre, Luke, con Anne, madre di due figli, Harry e Gemma.
Invece, all'età di quattordici anni, si ritroverà fra i banchi di una chiesa per il matrimonio della madre, Susan, con Troy, padre di cinque bambini,Louis, Lottie, Félicité, Daisy e Phoboe, due gemelline ancora in fasce.
Incapace di scegliere con chi vivere, starà una settimana con suo padre, Anne e i suoi figli e l'altra con sua madre e la numerosa famiglia di Troy.
Ad accompagnarla nel suo viaggio ci saranno le sue inseparabili amiche, Teddy, Sabrina e Marie, le uniche ad esserle state vicine durante la sua cupa infanzia.

La piccola Sarada che ora saltellava a piedi nudi attorno ad un basso pino spoglio, ansiosa di addobbarlo con antiche palline di porcellana e ghirlande dorate, lo aveva trascinato per la manica del braccio mozzo fino da Sakura, pregandoli di fare l’albero di Natale tutti inseme.

"Era un'ora indegna di quello che non si poteva più chiamare mattino, con fatica stava preparandosi un caffè e l'unica frase che continuava a trapanarle il cervello era: 'Ma come diamine ho fatto?!?'
Più stupida, irrazionale, azzardata di così non avrebbe potuto essere. Idiota, idiota, idiota. Rimpiangeva di non essersi sbronzata totalmente: sarebbe bastata un'altra tequila e avrebbe concluso la serata serenamente collassata su un divanetto. E avrebbe evitato di fare quella....diamine, non riusciva neanche a dirlo. Coraggio, Rin. Scommessa.
Lei aveva fatto una scommessa."
Era pronta, erano pronti, ad affrontarne le conseguenze?
{La scommessa è un pretesto, un'occasione, non il fulcro della storia, che invece si concentrerà su tutto ciò che ne conseguirà. Enjoy!}

Erano ormai passate ore da quando aveva consapevolmente scelto di rinchiudersi all’interno del suo appartamento – come unico sollievo all’angoscia crescente quello zapping frenetico in cui si era immolata, in cui si era lanciata per l’assurda ricerca di una risposta, di un segno, un fottuto dettaglio che le rivelasse dove avesse potuto trovarlo...
[Suicide Squad]

Ogni volta che la baciava, la pazzia del Joker cresceva a dismisura. Harley era una droga troppo potente per lui e non poteva lasciarla andare(...)
Mise Harley davanti a se e con le mani, iniziò a giocare con il suo corpo accarezzandole le forme. La ragazza gettò il collo all'indietro godendosi il tocco.
"Osservala perché da oggi in poi, tu la vedrai per le vie di Gotham al mio fianco perché lei è la mia regina e guai a chi la tocca".
(Joker x Harley)

Torniamo a casa – così le aveva sussurrato in un orecchio. E quello stesso sussurro si era insinuato dentro alla sua testa, leggero e spensierato, cancellando qualsiasi altra cosa l'avesse circondata – qualsiasi altra cosa ci fosse mai stata sulla Terra.
[Suicide Squad]

One Shot | UchihaFamily| BoruSara| Comic.
Sasuke lo fissò, perplesso e senza proferire parola nè esalare un solo respiro di troppo. Anzi, il suo respiro era nettamente diminuito mentre i suoi occhi , o meglio dire occhio, dato che uno era nascosto dalla lunga frangia corvina, erano fissi su una figura in particolare.
Molto in particolare : Boruto Uzumaki.
(estratto)
Sarada fece per voltare i tacchi quando Sasuke la richiamò, con i palmi delle mani che sudavano a dirotto.
Sarada si voltò verso di lui e quando Sasuke le disse: « Siediti davanti a me, dobbiamo parlare. » s'incupì.

Avevano continuato a parlare per un po’ e infine Rin si era alzata, anche piuttosto goffamente, strusciando la sedia sulle piastrelle e producendo uno stridio che gli aveva fatto venire i brividi.
Gli aveva sorriso a mo’ di scuse – Sono sempre così imbranata? –
- Un disastro. – aveva risposto, senza esitazione – Spesso inciampi sui tuoi piedi, a volte persino nel niente. E’ perché sei distratta. Hai tempi di reazione più lenti di quelli di un ghiro in letargo. –
Lei aveva arricciato le labbra – Che metafora forbita. –
- Si comunica per immagini. – aveva detto, con tono spicciolo e un lieve ghigno a increspargli le labbra.

Tentativo di riempire il buco lasciato da Kishimoto nel capitolo 10 del Naruto gaiden. Cos'è successo tra Sasuke, Sakura e Sarada una volta tornati a casa?

Questa storia è dedicata a Napee e Miyu87, che senza il loro incoraggiamento, non avrei mai scritto nulla.
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Tratto dalla storia:
Lei si voltò stupita da quel gesto inaspettato, e si ritrovò il viso di lui a pochi centimetri dal suo.
Poteva percepire il suo respiro scaldarle la pelle e i suoi occhi leggere le mille domande che le vorticavano in testa. E poi quel contatto. Era già di per se meraviglioso quando il suo sguardo si posava su di lei, ma sentire la sua mano stringere la propria, era pura estasi.

"Perché sorridi?" Chiese impassibile senza neppure guardarmi, ma io sapevo di avere sempre il suo sguardo protettore addosso.
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Piccola flashfic scritta grazie ad un prompt assegnatomi nel gruppo fb "we are out for the prompt"

Entrò nella stanza di Sango con un sorriso genuino a illuminarle il volto, ma si bloccò dopo appena un passo.
Appeso a una gruccia di legno torreggiava accanto al futon un bellissimo kimono rosa con stampe di fiori di loto bianchi. Loto: forza, purezza, determinazione. Crescita. L’obi, di un rosa più scuro, terminava con un grande fiocco bianco. Rin si avvicinò e sfiorò, tastò, toccò con mano quella stoffa liscia e luminosa, e sentì la seta rinfrescare le sue mani sudate. Si ritirò di scatto, per paura di poterlo rovinare anche solo guardandolo.
- Ti piace, eh? – la voce di Sango le giunse alle spalle.
- Lo adoro. – si ritrovò a dire in un sussurro. – Il signor Sesshomaru è stato qui? – chiese immediatamente, animata dal pensiero. Era tornato, e le aveva fatto una sorpresa? Se ne era ricordato? Voleva vederlo, e ringraziarlo, e chiedergli se adesso finalmente era pronta per una vera avventura insieme a lui.