(sequel di "Il bimbo dell'estate")
"La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti"

Cosa sarebbe successo se Fersen avesse dato una possibilità ad Oscar? È una domanda che credo ci siamo posti tutti prima o poi. Cosa sarebbe accaduto ad Andrè? Nessun ferimento all'occhio, nessuna dichiarazione disperata... Con questa storia provo a dare le mie risposte e vedremo in quali luoghi ci condurranno

Questa storia è un esperimento ambientato subito dopo il ferimento di Andrè all'occhio. È bendato, immobile e immerso nell'oscurità e Oscar appare distante. In modo diverso sono entrambi immersi nel buio e ciechi.

Il giorno di Natale un uomo arriva in un paese posto in una zona di mare: la sua intenzione è quella di imbarcarsi per proseguire un viaggio iniziato da tempo nel tentativo di liberarsi del proprio passato.
Qui, inaspettatamente, incontra una persona che sembra capace di leggere la sua anima.
Tipologia: "as if". In alcuni capitoli: OOC.

Una storia di Natale e festeggiare il compleanno di Oscar in cui si omaggia un classico come Canto di Natale di Charles Dickens. Praticamente, ho messo insieme varie cose che amo.

Per chi avesse gradito la mia os 'Mimose', ho provato a scrivere un seguito. Le AU moderne sono una vera e propria sfida, quindi spero di esserci riuscita… e di strappare anche qualche risata! Il racconto è suddiviso in tre parti che pubblicherò in settimana.
« E così fu deciso. Lunedì, dopodomani 11 marzo.
Consegna della pendrive con la tesi trascritta. La risoluzione del mistero dei fogli stropicciati.
E in ultimo il suo piano geniale: l’incontro tra i suoi migliori amici Oscar e André. »

Dopo il durissimo confronto con André nella dolorosa notte dello strappo, Oscar si rifugia nella tranquilla Normandia, cercando sollievo dalle ferite del cuore e dalla vita di corte ormai sempre più opprimente. Lontana dagli intrighi di Versailles, Oscar spera di ritrovare se stessa, ma il destino ha in serbo ben altro per lei.
La quiete viene spezzata dal brutale omicidio di una sua giovane serva e da minacce alla sua stessa vita. Il caso, avvolto dal mistero, si intreccia con le ombre di vecchi e forse anche nuovi nemici che da tempo tramano contro Oscar e la sua famiglia.
Mentre indaga per scoprire chi si è preso la vita della sua serva e vorrebbe prendersi la sua, Oscar si ritrova nel mirino di coloro che da sempre cercano di annientare il nome dei Jarjayes. In un’atmosfera di sospetti e pericoli, dove nulla è come sembra, la donna dovrà mettere alla prova la sua la sua forza e la sua integrità, trovandosi ancora una volta divisa tra il dovere e il desiderio di giustizia, tutto, mentre ancora deve fare i conti con sé stessa e con i fantastmi che ancora si agitano nel suo cuore.

Questa è una storia che parte da dopo la dichiarazione di Andrè...ho sempre trovato la puntate successive ricche di sguardi e soprattutto di silenzi. Vorrei provare a riempire questi silenzi con possibili pensieri ed emozioni che probabilmente porteranno la storia su un binario diverso da quello tradizionale.

Questa storia con personaggi originali si incrocia con il manga "Il Grande Sogno di Maya" a partire dal volume 4, nel quale la compagnia Ondine e la compagnia Tsukikage si "scontrano" a Tokyo alle selezioni per il Concorso Nazionale di Recitazione. Entrambe le compagnie portano in scena "Takekurabe", pièce teatrale tratta da un racconto del 1896 della scrittrice Ichiyō Higuchi. Hanako e Naoki lavorano come costumisti per le due compagnie e fra i due nasce un'accesa rivalità. Chi dimostrerà di essere il migliore?
Dal testo: (...) Naoki osservò attentamente Maya Kitajima. Prima di arrivare al limitare del palco, nella penombra dietro le quinte, l'abito di scena che indossava sembrava normale, banale. Una volta a favore di luci, quel verde diventava magnetico. Era la tinta adatta a risaltare quel raggio di luce viva che era la prima attrice: dove Ayumi era scappata via triste e sconsolata - lasciando presagire come ormai prossime le lacrime della donna che sarebbe presto diventata - la Kitajima contrapponeva alla tristezza il suo fascino vispo, il verde della pianta ancora giovane. Quel verde le vibrava addosso."

Dico subito che la seconda parte di questo racconto mi è stata ispirata da una delle novelle più iconiche dell'ultimo Maupassant: "La Paura". A furia di frequentare, negli ultimi mesi, i racconti orrifici e cimiteriali di questo autore, non poteva che essere così!.
Mi è piaciuto (anche se la storia è terribile) crossarla - diciamo così - con Oscar perché nel dialogo all'inizio dell'ep. 26, lei si domanda se André possa essere il Cavaliere Nero, ma è anche sdegnata di fronte alle meschine espressioni di pregiudizio dei cortigiani, secondo i quali chi per sorte non è nobile e vive servendo i nobili non avrebbe il coraggio di compiere atti così rischiosi come quelli del ladro beniamino dei poveri. E così, da un lato volevo un racconto che, ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, mostrasse come, indubitabilmente la vile paura non appartenga ad André; però, al contempo, volevo scrivere un racconto in cui, se, appunto, André si rivela coraggioso e impavido, detentore di un sangue freddo ammirevole, un briciolo di sospetto che possa indulgere ai furti a beneficio dei meno fortunati, resti a ancora. E ora, buona lettura a tutti!

Questa storia originale si incrocia con il primo volume del manga Glass No Kamen, da noi conosciuto come Il Grande Sogno di Maya.
I protagonisti sono inventati da me ma le loro vicende sfioreranno quelle del manga, appena appena, per avere un contesto.
Grazie a chi leggerà!
Dal testo:
"In quel micromondo aperto H24 - nel quale il giorno e la notte non avevano una reale consistenza ontologica se non per via di un orologio appeso al muro - una giovane voce maschile annunciava i numeri estratti al bingo, traducendo in fonemi i capricci della fortuna: ichi … gojūroku … hachi … sanjūyon …
Nanako ascoltava quella voce durante la sua pausa-cena, che durava circa mezz'ora (...) Era cominciata così ed era più forte di lei: quando sentiva quella voce, veniva colta da una sensazione di straniamento: i numeri in sé erano un fatto neutro, una successione anarchica di cifre, significavano solo il proprio valore. Non comunicavano nulla. E allora perché quel desiderio di ascoltarlo tutte le volte?"

Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia

André vive serenamente con la nonna e il padre che lavora come bracciante nella tenuta di un nobile da molti anni. Un giorno, qualcosa di ritorno dal passato innesca una serie di esiti nefasti che si portano via l'innocenza e la spensieratezza; e la bambina bionda, dal nome curioso, assiste inerme. Negli anni a seguire, un incontro fortunoso dà inizio all'inesorabile piano per appianare un grave torto.

Non è facile accettare una fine tragica, un finale diverso da ciò che si desidera, ma, a pensarci bene, se la storia non avesse avuto un epilogo tanto funesto davvero la nostra fantasia avrebbe lavorato così tanto per donare il nostro supporto, omaggiando ai personaggi di un lieto fine tanto agognato?
Così, ancora una volta, dedico la mia immaginazione a questa meravigliosa opera, questo capolavoro che sfida il tempo, le generazioni e la frenesia del mondo moderno, rivedendo di nuovo il finale della storia, rivolgendola a mio favore, alla ricerca di quel lieto fine che ho tanto desiderato ad ogni nuova visone dell'anime, o semplicemente sfogliando le pagine del manga. Questa volta ho voluto osare dove non ho mai voluto indugiare: proiettare i protagonisti nell'epoca moderna. È una storia frivola, senza troppe pretese, al mero scopo di intrattenere con leggerezza. La storia parla di come potrebbe essere l'esistenza di Oscar, la mia eroina, se dopo essere caduta durante lo scoppio della Rivoluzione Francese, ai piedi della Bastiglia, invece che risvegliarsi nell'al di là, si ritrova moribonda, ferita e sanguinante sull'asfalto di una moderna Parigi, ai piedi del monumento a place del la Bastille, soccorsa da... André?

Non avrei mai pensato di poter calare i personaggi di Versailles no bara nel XXI secolo e invece...mai dire mai.
Diversi elementi dei nostri giorni hanno deciso di combinarsi in questo racconto dal taglio ironico e leggero, almeno in parte. Io li ho assecondati perché quando la fantasia chiama, chiunque si diverta a scribacchiare lo sa, nonostante gli intralci quotidiani prima o poi bisogna rispondere.
E visto che è quasi Natale, forse mi è venuta in aiuto anche un po’ di magia...
“Mia mamma diceva che ciò che perdiamo trova sempre il modo di tornare da noi anche se non sempre come ce l'aspettiamo” (Luna Lovegood)