«No, Lou, aspetta»
Non sapevo se fu più la sua voce o la sua stretta sul mio polso a farmi trasalire.
«Harry, non rendere tutto più difficile» supplicai.
Ma «Scopiamo» sentii. Il temporale era finito, ma fu come l'eco di un tuono.
Non potei fare a meno di voltarmi, per controllare dove il fulmine fosse caduto.
«Non puoi essere mio amico? D'accordo, non voglio un amico. Se è di questo che hai bisogno per starmi vicino, va bene. Facciamo sesso»
«Non dire stronzate, Harry» grugnii, «Tu sei etero, no? Il fatto che io sia innamorato di te non credo possa cambiare qualcosa...»
Scosse la testa, imperterrito. «Non m'interessa. Posso imparare. Posso abituarmici. Voglio solo che tu stia con me»
Era come offrire ad un alcolista in terapia una botte del vino più pregiato. 
Ma, si sa, gli alcolisti sono destinati a morire con accanto una bottiglia del loro liquore preferito mezza vuota.
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=5TMf6imRSmA

Anni '80. Anni della musica e della rivoluzione. Anni in cui le notizie si aspettavano dal telegiornale, le ricerche si facevano in biblioteca, le chiamate alle cabine telefoniche. Anni in cui, in un liceo di Doncaster, si scontrano personalità opposte. Ma saranno compatibili?

Louis Tomlinson.. Il tipico ragazzo, apparentemente etero, che si diverte a prendere in giro i più deboli. Harry lo odia fin da subito. Certo si, prova davvero un attrazione fisica per quell'ragazzo, ma suppone che tenersi alla larga sia meglio, sai.. per evitare eventuali problemi.
Ma tenersi alla larga sembra quasi impossibile soprattutto quando, una sera, viene all'occorrente di uno dei più oscuri segreti di Louis..
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**Preso dal capitolo 3**
Louis rimase pietrificato quando vide il riccio. Voleva scappare, ma non sapeva come. Credeva fosse solo un allucinazione per la troppa birra, ma quando il riccio mise le mani sui suoi fianchi e gli sussurrò un -"Ciao Louis"- al suo orecchio, capì che non era un allucinazione. -"Tu cosa ci fai qui?"- urlò Louis allontanando il riccio con uno spintone.
-"Beh. Dovrei chiedertelo io questo"- disse Harry avvicinando il liscio e facendo sfiorare prepotentemente i loro bacini.
Erano vicini, troppo vicini. Louis riuscì a sentire il suo profumo e il suo alito che sapeva d'alcool, e si maledisse perchè gli piaceva, gli piaceva molto.

Louis amava essere la bussola che avrebbe portato Harry a casa. Harry amava essere la nave che avrebbe portato Louis a casa. Louis amava essere quella corda che avrebbe portato Harry fuori da un buco nero, Harry amava essere quell'ancora che non avrebbe fatto sprofondare Louis in un buco nero.

Harry Styles - venticinque anni compiuti da poco, tatuaggi sparsi per tutto il corpo e un tenore di vita davvero discutibile nonostante oggi sia un padre responsabile – non si era accorto di essere diventato una camera in affitto per nove mesi sino al suo quinto mese di gravidanza.
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«Dannazione, tuo figlio non la smette di calciare!» urlò d’improvviso e stavolta il suo viso era davvero paonazzo, e la sua espressione bazzicava tra il terrore e la sorpresa, tra la gioia e l’ansia.
«Ah, adesso è solo mio figlio?» fece Louis cercando di apparire offeso, ma fallendo miseramente quando Harry, con un sorriso sulle labbra rosse come stelle di Natale, gli ebbe afferrato le mani per posizionarsele sull’addome al di sotto del cappotto appena sbottonato.
[Louis/Harry] [preg!Harry] [11.4k] [K]

Quando Louis, snowboarder di fama mondiale, ha un incidente gravissimo sulle vette di Aspen, pensa che la sua vita sia finita, non ha voglia di reagire e non ha voglia di sorridere. Le cose cambiano quando si ritrova a passare la convalescenza in un Resor seguito da un fisioterapista giovane e buono, gentile come solo chi ha le fossette può apparire.
Harry, figlio della proprietaria del Centro Riabilitativo, si sente da sempre un medico di serie b, rinchiuso in quella realtà alternativa, isolato dalla civiltà e in conflitto con i membri del Consiglio a causa della sua avversione alle regole.
Harry sarà una mano tesa per Louis, lo afferrerà nei momenti bui e gli mostrerà la luce, ma lo snowboarder dovrà fare i conti con il passato, con un amore che forse non ha del dimenticato del tutto e una freddezza che lo porterà spesso a circondarsi da quel muro invalicabile che fa scendere la temperatura fino allo zero assoluto, congelando ogni sentimento.
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-circa 30k parole totali
-larry
-accenni zouis
-introspettiva/slash/angst
-se siete sensibili alle scene di sesso esplicito tra due uomini, beh non leggete.

«Louis aveva vent'anni e due occhi azzurri come l'oceano appena disturbato da piccole increspature schiumose. Louis era minuto e magro. Louis era Louis e semplicemente Louis.
Mentre era chinato sulla grande valigia che teneva aperta sul suo letto, sistemando il più ordinatamente possibile i suoi vestiti, ogni tanto alzava la testa e lanciava un'occhiata allo specchio appeso sopra al comò bianco, ora sgombro. Guardava la propria figura riflessa sullo specchio e sorrideva, si piaceva, forse per la prima volta nella sua vita.»
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Harry/Louis • side Zayn/Liam • 50k • college!AU

La vita è fatta di ricordi.
La vita è fatta di scelte.
La vita è fatta di momenti.
-Cerca di non morire, soldato.-
Mi aveva detto prima di lasciarmi andare, mi ci ero aggrappato prima di precipitare.
-Io non vado da nessuna parte.-
(...)
Di nuovo i suoi occhi a guardarmi.
-Sei vivo.-
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NB
-Questa os è lo spin-off interamente Ziam (Zayn+Liam) della mia long No Sound But The Wind. E' raccomandato leggerla dopo aver letto la long perché riprende quella storia.
-Linguaggio forte e scene di sesso.
-19650 parole divise in due archi temporali.

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.

“No, fermo, non farlo!” disse una voce alle sue spalle. Harry non si voltò a guardarlo, forse sorrise, ma questo nessuno lo poté vedere. Probabilmente mancava proprio quell’elemento nella trama di un maniaco suicida: il passante pronto a correre in aiuto. Sarebbe stato più facile buttarsi, con uno spettatore la morte non sembrava così spaventosa.
“Non mi importa niente! Non riuscirai a convincermi a scendere. Lo voglio davvero fare, voglio buttarmi, voglio porre fine a questa vita.” urlava il riccio, forse più a sé stesso per convincersi che non alla figura dietro di lui.
“Non me ne fotte un cazzo di te, questo è il ponte da dove devo buttarmi io, quindi scendi e fammi morire in santa pace.”
[Harry/Louis][16.1k][Cris]