Milla Chan, autore su EFP Fanfiction

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Milla Chan

Membro dal: 11/08/10
Recensore Junior (147 recensioni)

Alessandra, 24

Scacco matto~

-Umh... Nelle prossime 24 ore ti leghiamo a Nor. E dovrai fare tutto quello che ti dirà.- alzò le spalle.
-...Tutto qui?- Dan scoppiò a ridere, battendosi le mani in faccia. –DAVVERO QUESTO!? GRAZIE!-
Nor alzò un sopracciglio, guardando lo svedese con aria interrogativa, sentendosi fin troppo tirato in causa.
Capì che non l’aveva detto tanto per fare. Berwald credeva che la mente di Norvegia fosse in grado creare cose terribili quando aveva situazioni comode come quelle, sperando così che Dan passasse 24 ore d’inferno.

Svartedauden.

Sgranò gli occhi, e strinse più forte la mano inerme con una smorfia.
-Norge, ti prego.-
Nor lo guardava, ogni muscolo dolorante, ogni piccolo gesto terrificante, gli occhi tremanti.
Li socchiuse, abbassando impercettibilmente la testa.
Lo guardò un’altra volta, prima di abbassare le palpebre come se non avesse neanche più la forza di riuscire a tenerle aperte, probabilmente nel tentativo di dirgli qualcosa, o di cercare un modo per salvarsi, farlo per se stesso e per lui, in qualche disperato modo, mentre una lacrima gli rigava la guancia sempre più pallida.
Non voleva sparire.

Buret.

Le notti che passava con lui erano un atroce miscuglio tra il peggior dolore fisico e mentale e la consapevolezza dell’amore profondo e sepolto provato per quell’animale dal guscio stupendo e il contenuto marcito. [ ... ]
Non si era mai sentito tanto svuotato e fragile in vita sua. Un circolo vizioso che gli chiudeva la bocca dello stomaco per la paura e l’angoscia, gli impediva di avere fame e di mangiare, e lo faceva essere sempre più debole, facendolo stare sempre peggio.
Passava la giornata combattuto tra la speranza dell’arrivo di Dan, perché voleva dire che stava bene, e il terrore dell’arrivo dello stesso, perché aveva capito che l’amore è una guerra, e il sesso una battaglia.

Vuggevise

Oh, no, non si sarebbe messo a cantare una ninna-nanna. Si sarebbe dovuto arrangiare, mica era colpa sua se non stava dormendo, mentre lui voleva… Dannazione.
Sbuffò rassegnato, appoggiandogli una mano sulla testolina bionda.
Cominciò a sussurrare la canzone, a disagio...

Sommetider

È piacevole sentirsi strattonare, pensa Dan, è piacevole il modo in cui la tranquillità sfuma progressivamente, da coccole a passione, quando stritolano le coperte e quando non esitano ad usare le unghie e i denti, come un istinto animale che si risveglia dal nulla.
Tutto si farà veloce e pesante, avranno bisogno l’uno dell’altro, non vorranno staccarsi, grideranno, si stringeranno così forte da non capire dove finisce uno e inizia l’altro.

Minun.

Non si fa neanche una domanda. Capisce subito.
Dopotutto, sarebbe da stupidi cercare di arrampicarsi sugli specchi cercando una qualsiasi giustificazione.
Però, il mondo gli crolla addosso. Letteramente.
[ Dedicata a AmyLerajie ]

Fiducia.

-Apri un po’ di più le gambe, Dan.-
-...Sicuro, Norge?- rispose, obbedendo però all’ordine.
-Guarda che so quello faccio...- disse Nor, provando a utilizzare un tono tranquillo per non agitarlo.
[ Un grazie enorme ad AmyLerajie che mi ha aiutata con il titolo! ]

Snø.

Norge è come la neve. Può sembrare banale, ma è così.
Arriva piano piano, tanto che quasi non te ne accorgi, allo stesso modo di quando la neve inizia a scendere a piccoli e impercettibili fiocchi.
Eppure, entrambi li senti nell’aria.

Annoying!

- Ultimo capitolo

Ebbene sì, purtroppo anche le Nazioni si ammalano.
Questa volta l'influenza ha colpito Norge, che come supporto morale avrà... ma il nostro Dan, ovviamente! Cosa succederà tra i due? Cosa riaffiorerà dai secoli passati? Quanti pugni di Nor voleranno?

Le cose che non vi ho mai detto

- Ultimo capitolo

I cinque Nordici si ritrovano ad affrontare loro stessi, le loro azioni e i loro pensieri in una raccolta di drabble di 110 parole esatte; che vi mostreranno il lato nascosto di Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca e Islanda.

The other way to show the Love

Norge che aspetta qualcosa in modo così intenso da lasciarlo sfuggire dagli occhi.
Oh-oh-oh, stai forse lasciandoti andare, Norvegia?

Alexanderplatz

Berlino è così fredda.
Ma tu verrai da me oggi, e mi parlerai ancora della primavera, e dell’inverno, e di Mahler, di Chopin, di Čajkovskij...
Continuo a guardare fuori dalla finestra. Sta nevicando, di nuovo.

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