La famiglia Baker era una tranquilla famiglia californiana proveniente da Huntington Beach, avevano quattro figli: Zina, la sorella maggiore, Zachary e Helena, gemelli, e Matt, il più piccolo.
I gemelli erano inseparabili, ma crescendo avevano iniziato a litigare più del normale, tirando in mezzo anche i fratelli, ormai esauriti dalle liti dei due. Il problema era principalmente causato dal fatto che i due condividevano la stanza poiché Zina era ormai “troppo grande per dividere la stanza con uno dei fratelli più piccoli” e Matt, essendo l’ultimo arrivato, era finito nell’ex sgabuzzino.
[...]
E, come dopo ogni litigata, Helena usciva di casa sbattendo la porta e si dirigeva dal suo migliore amico, James, che per lei era come un fratello (nonostante durante il primo anno di liceo avessero avuto una storiella di un paio di mesi che preferivano non ricordare, dato che era finita dopo una festa in cui si erano messi le corna a vicenda coi primi che erano capitati a tiro).

La gelateria sul ponte di Huntington Beach era una delle più frequentate e affollate nel periodo estivo.
Aveva certamente un nome ma nessuno lo ricordava più ormai, era stato il pontile stesso a darle un’identità.
Ed era lì che il piccolo Matthew si trovava, a fare la fila per un cono accanto ai suoi genitori che lo tenevano per mano. Stava sudando come non mai tra quella folla e la calura estiva di certo non aiutava. Le manine scivolavano tra quelle di mamma e papà e la maglietta cominciava ad aderire alla schiena.[...]
“Fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto Cristo Santo…”
“Brian!”
Il ragazzo fece un balzo, staccandosi dal muro dell’ospedale della città.
“Signori Sanders…” blaterò a mezza voce.

[Crossover | Loki/Chris]
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"L'enorme vetrata che illuminava l'ampio soggiorno si coprì d'improvviso di brina. Chris sentiva perfettamente il rumore del ghiaccio che andava ad avvolgere la superficie.
Non adesso. Non poteva farsi vivo proprio ora, ma forse era sempre stato lì, nascosto nella sua ombra a godersi lo spettacolo.
Strinse forte la mascella.
«Vattene» ordinò ma a rispondergli solo una risata nel vuoto.
[...]
«Ingenua creatura, non bramare ciò che non conosci. L'ignoto non sempre è seducente come appare.»"

Piccola raccolta di flash-fic su momenti parody, comici, umoristici, presi da interviste, curiosità, biografie; a volte esistenti a volte no, a volte 'ricamati' da fans e non. Enjoy the Madness

Il titolo , i fan , avranno capito che è una frase di Evidence . Ho chiamato la FF così perchè quella canzone è a dir poco stupenda , anche se John 5 se ne è andato nel 2004 e Eat Me , Drink Me è del 2007 !
Spero vi piaccia :)
Recensite , voglio il vostro parere :)

Se c’era una cosa che Frank Iero amava, erano i monologhi di Gerard Way. Li adorava proprio.
E' una delle solite mie stupidaggini. Abbiate pazienza ed enjoy it.

[Scritta per il p0rnfest di fanfic_italia; PWP, slash e strong!language]
[Crossover Fight Club/Soffocare, Tyler Durden/Victor Mancini]
Sono solo l’ennesimo stronzo che per guadagnare un po’ di soldi indossa pantaloni attillati e parrucche e fa finta di essere un pellegrino del millesettecento. Ed è la mia parte migliore.
Nella vita reale appaio banale. Inutile.
Non servo a nessuno.
Questo Tyler, Tyler Durden, ha l’aria dell’ennesimo impiegatuccio con il viso fino e gli occhi azzurri affilati come rasoi.
«Sei qui per gli incontri?»
Annuisce, sorride. Si stacca dal muro e mi si avvicina, e io istintivamente faccio un passo indietro.
Lo so che vuole fottermi, si vede da come mi fissa. Come un drogato in astinenza che ha davanti la pera più buona della sua vita.
[Following the Big Damn Table #52, Fuoco]

“Grazie!” gridò prima di andargli incontro. “Grazie davvero, non saprei proprio come avrei fatto, se non l’avessi ritrovato.”
“Di nulla, figurati.” rispose. “E’ un cagnolino simpatico.”
“Sì.” replicò ridendo, prima che il sopracitato cane gli leccasse la guancia. “No Icky, sta buono!”
La sua risata riecheggiò nel parco semivuoto, facendo ridere anche il ragazzo con la felpa nera, contagiandolo.
“Comunque io sono Matt.” si presentò, porgendogli una mano.
“Zacky Baker.” replicò l’altro stringendola. “Piacere di conoscerti.”
“Piacere mio Zacky. Scusa ma ora devo scappare, o farò tardi agli allenamenti. Scusa ancora.”

-Sono tre anni che ci nascondiamo sempre, tu non sei stufo?-.
-No, ci potrebbero fare del male-.
-E allora?-.
-Non resisterei a vederti dolorante o ferito, anche se io stessi morendo in quel momento, non me ne fregherebbe vedendo te mentre stai male-.
-Non te ne frega della tua vita?-.
-Me ne frega, certo, ma mi importa più della tua di vita, che della mia-.
[Mannie alle medie]

Se qualcuno glielo avesse chiesto, Severus Piton non avrebbe saputo rispondere. Del resto era una cosa totalmente priva di senso e logica, perciò era naturale non saperla affrontare. Eppure era la verità, e bella o brutta che fosse andava accettata. L’importante era che nessuno lo venisse a sapere.

Il telefono era suonato sul comodino, puntuale come ogni sera.
Il trillo familiare aveva riempito la stanza interrompendo
il silenzio totale in cui si trovava.
Pierre aveva sorriso prima ancora di alzare la cornetta, perché sapeva già chi era.
[Hott Baguettes]

Zacky è un tossicodipendente. Brian un chitarrista in cerca di un futuro. Il caso li farà incontrare... Ma sarà davvero una coincidenza? [Dal primo capitolo] "Su uno dei tavoli, era seduta una ragazza con l'abitino più striminzito che Brian avesse mai visto indosso ad una donna. Quando si accorse che Brian la guardava, cominciò ad ammiccare. Abbozzò un sorriso di pietà per quella poveretta, chissà a cosa arrivava a fare per passare la giornata"

Jared ha 16 anni, Colin pure.
Jared è un bravo ragazzo anche se un po' con la testa fra le nuvole, Colin è un bulletto.
Hanno in comune una sola cosa: dovranno scontare entrambi un mese di punizione.

Due giovani inesperti che si apprestano a fare sesso per la prima volta in un bagnetto!
Percepii il suo desiderio crescere, i suoi gemiti riempivano il bagno, poi improvvisamente si sollevò rimanendomi dentro, si alzò tenendomi imbraccio e mi sbatté contro il muro affondando dentro di me con forza.
Intrecciai le gambe dietro la sua schiena e le braccia attorno al suo collo lasciandomi f***** da un Mike quasi irriconoscibile.