“Dico solo che…” riprese il discorso Merlin per nulla sedato, dopo che Arthur si fu issato in sella, ingoiando un gemito di sofferenza. “…gli incantesimi non vanno sottovalutati. Incantesimi di nessun tipo. E quello ha detto che la casata dei Pendragon finirà con voi. Vi ha puntato addosso il suo bastone e poi ha detto esattamente: Arthur Pendragon, tu sarai l’ultimo discendente della tua casata. I Pendragon moriranno con te” ripeté Merlin pomposamente, cavalcandogli accanto. Arthur sbuffò, roteando gli occhi. “Stava solo cercando di intimorirci” replicò, affondando i talloni nei fianchi del suo purosangue. “Muoviti, Merlin. Voglio tornare a Camelot prima che sia notte.” “Spero tanto che sia vero” mormorò il giovane mago senza che l’altro prestasse ascolto alle sue parole...

Sbatté la porta con troppa violenza e si sedette sul letto, distrutto. No, diamine, non doveva stare così, non lui! In fondo era stato lui a prendere quella decisione, lui aveva condotto il gioco verso la fine ed ora non poteva concedersi di stare male.

Merlin serrò le labbra, seguendo con lo sguardo le dita di Arthur che accarezzavano il cuoio lavorato, si soffermavano sulle cuciture, sfiorando la pelle soltanto con i polpastrelli. Arthur odorava sempre di cuoio, un profumo muschiato, che scendeva giù dalla gola. Una lenta carezza che gli annebbiava i sensi e gli spediva piccoli brividi di eccitazione fino al basso ventre...

Re Artù è l'unico superstite di una battaglia suicida. Qualcosa... o qualcuno lo ha salvato. Qualcuno che crede di conoscere e che giaceva sopito tra i ricordi lontani...
Qualcuno che si era allontanato lasciandogli solo queste parole "Non si può."
[Future-Fic]

Non sempre il piacere è tale, quando il senso di colpa è grande.
Di sicuro, sarà più intenso.
Dal capitolo:
"Il giovane mago si morde a sangue le labbra, pur di non urlare.
Fa male, ma mai quanto il dolore che prova al cuore, che sanguina lentamente.
Merita quella sofferenza, oh se la merita."

"Non poteva scappare dal lento fluire del tempo, ma da quel luogo sì. Poteva scappare, lasciarsi il dolore alle spalle. Forse non definitivamente, forse non per sempre…ma almeno per quel giorno poteva farlo."[...]

Colin incrociò quegli occhi azzurri, pericolosamente disarmanti. Non se ne rendeva conto. Semplicemente il suo co-star non capiva quanto bene gli riuscisse di portare la gente all’esasperazione... e la nottata era ancora molto lunga....

Con Merlin ogni cosa è sempre nuova.

Alta nel cielo la signora luna dominava il vento e l'erba. Ed il desiderio dominava lui.

Merlino era come un liquore dolce ed estremamente alcoolico, così pregiato da valere tanto oro quanto ne pesava, che lo aveva reso dipendente fin dal primo assaggio, che aveva impregnato il suo corpo avvelenandolo. Un fuoco che ardeva senza bruciare, che lo aveva avvolto in un calore risanatore.
Il regno, la corona ed i suoi cavalieri, niente più aveva senso per lui. Quel ragazzino fragile dagli immensi occhi azzurri era diventato la cosa più importante per lui.

"Finalmente... finalmente ti ho ritrovato Merlino". Erano trascorsi più di mille anni da quell'ultimo tragico incontro. Storia di un amore che nemmeno la morte ha potuto scalfire.