[100 Theme Fanfiction Challenge ~ Erwin/Levi]
Raccolta di diverse shot, slegate tra loro, su Erwin Smith e Levi.
C3 - Seconda classificata a parimerito al Four Fandom Contest indetto da _emmevi
C16 - Seconda classificata a parimerito al Ode ai caduti - Il contest dei personaggi morti sul forum di EFP
C17 | C20 | C26 | C35 | C41 | C48 - Scritte per laNill
C21 | C22 - Scritte per l'eruriweek
C23 | C24 | C28 | C29 | C30 | C31 | C36 | C42 | C43 - Scritte per il Writober di Fanwriter.it!
C25 | C27 | C28 | C32 | C33 | C35 | C36 | C41 - Scritte per Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo di Torre di Carta
C27 - Scritta per A Hot Summer Makes a Writer go Thirsty di Torre di Carta
C32 - Scritta per Shining Valentine di Torre di Carta
C33 - Scritta per The Alternative Universe Fest di Piume d'Ottone
C34 | C40 - Scritta per la Bottom Erwin Week
C37 - Scritta per l'Italian P0rn Fest
C38 - Scritta per il Fluffuary di Piume d'Ottone
C41 - Scritta per Our Summer di Torre di Carta

Una raccolta su situazioni, più o meno imbarazzanti, che lo sfortunato protagonista si ritroverà a dover gestire. Fatti quotidiani, che capitano nella vita di chiunque, prima o poi... quindi, perché non in quella del soldato più forte dell'umanità? - Raccolta di One-shot indipendenti le une dalle altre.
Dal testo:
«Posso entrare nel carrello? Mi fanno male gli scarponcini» fece per sedersi su una scaletta, di quelle usate dai commessi, ma una mano callosa lo tirò bruscamente in piedi.
«No»
«Perché no?»
«Ci devo mettere la spesa nel carrello»
La raccolta comprenderà situazioni differenti (sia AU, che non, all'occorrenza)
[La One-shot n° 8 partecipa al concorso "Situazioni XY" indetto sul forum efp da Biancarcano e Harriet]

Anno 846. Claire Hares si unisce all'Armata Ricognitiva in compagnia della sua migliore amica Petra Ral. Un fato atroce che la attende a casa influenza la sua scelta, ma il suo animo audace, generoso e un po' istintivo la renderanno una magnifica combattente sul fronte. Claire ci racconta la sua vita dopo essersi unita al Corpo di Ricerca, le sue emozioni, le sue soddisfazioni, i suoi timori e il suo rapporto con i suoi cari amici e con un soldato in particolar maniera. Armatevi di lame e di movimento tridimensionale e seguitela nelle sue avventure!

“Smettila, Eren.”
Eren ricordò, quella sera, di essersi innamorato della voce con cui il suo Capitano gli chiese di smetterla.
E poi… di tutto ciò che gli disse in seguito, con le spalle curve e la fronte che quasi toccava il suo petto.
“Se tu fossi stato Armin, o Mikasa, o chiunque altro… non saremmo arrivati fino a questo punto, ti pare?”
Levi Ackerman alzò gli occhi e lo guardò, dichiarando la sua dolorosa ma splendida verità.
In un mondo steampunk, lo Stato di Eldia e la Repubblica di Marley combattono tra di loro usando Golem mortali nati dal fango e tattiche spietate, con Omega che vengono mandati a morire per attrarre gli ufficiali nemici Alfa e ucciderli.
Eren ha lottato per non essere uno di quegli Omega; Levi ha vissuto per inerzia, fino al momento in cui tornerà sentire, a distanza di anni, il suo cuore arrugginito ricominciare a battere.
[Steampunk&Golem&War!AU | Omegaverse!AU; pairing principali: ErwinLevi, LeviErenLevi, YmirChrista; attenzione: tanta sofferenza emotiva]

Mi voltai piano, quel poco che bastava per osservare il nuovo arrivato.
Cominciai dal basso.
Degli anfibi neri erano poggiati sui pioli dello sgabello con indolenza. Sopra quelle scarpe, si snodavano dei pantaloni di pelle nera. All'altezza dei fianchi, una catena di metallo ricadeva di lato, tintinnando di tanto in tanto.
Una camicia anch'essa nera, lasciata aperta sul petto, circondava il busto della persona accanto a me.
Intorno al collo, come anche ai polsi, dei cinturini in pelle nera coperti di piccole borchie contrastavano con una pelle candida.
Spostai lo sguardo di nuovo, ancora più su...
Orecchini disseminati su tutto l'orecchio sinistro, rasatura sulla nuca, capelli nero corvino, un profilo austero e al tempo stesso delicato.
Durò una frazione di secondo, lo scambio di sguardi con un paio d'occhi di un azzurro così chiaro e penetrante da sembrare bianchi.

Il desiderio di chiudere finalmente gli occhi.
Di riposare.
Quella sensazione di vuoto che si è generata nel momento in cui, il primo folle, ha gridato a piena voce "abbiamo fatto la pace".
Come se una parola a lungo sognata, una volta assunta la sua forma concreta, avesse automaticamente perso spessore.
Il momento in cui tutte le difficoltà di un concetto banale come il cessate il fuoco emergono.
I giorni del niente.
Quelli in cui anche il rumore di un gatto sulle scale evoca un "chi vive". Consapevoli del fatto che non esiste più un "chi muore".
Cosa rimane di un capitano una volta che il tempo di combattere sembra essere terminato?

«Scusi ma lei è uno stalker?» Appena dopo averlo detto il ragazzo si gelò sul posto. Lo sguardo dell’uomo era tagliente a tal punto che Eren pensava lo avrebbe aggredito e che, sì, forse poteva essere uno stalker dopotutto. Succedeva così, no? Uno ti seguiva e lo ritrovavi ovunque, anche in posti dove non volevi vederlo. Oh, e ti metteva paura ovviamente, cosa che quel tizio faceva senza indugio. Il ragazzo deglutì.
«Come ti chiami?»
«Jaeger, Eren Jaeger.»
Vide Levi che alzava gli occhi al cielo, spazientito. «Non dirlo come se fossi 007, Eren Jaeger. Non ne sei all’altezza.» Si allontanò verso la sala lettura, e Eren non poté impedirsi di far cadere lo sguardo sul suo fondoschiena.

«... Ancora tu!» Esclamò pacato, velando la frase da una nota interrogativa, inarcando un sopracciglio in forte disappunto, seppur stupito.
Lo stesso stupore che si riflesse negli occhi chiari di Erwin.
Tra tutti quelli che potevano venire, perché ancora lui?!
Sospirò, stizzito, il moro, continuando a pulirsi le mani seppur in maniera più insistente, avvicinandosi. «Senti bello, posso immaginare di aver distrutto i tuoi sogni erotici più profondi. Ma stacci; sono un maschio, non c’è niente da queste parti. Ok?»
[bikers!AU - Erwin/Rivaille]

Si alza dal letto, io scatto in piedi e mi avvicino alla finestra.
Sembra pronto a parlare, ma anche a ricambiare il favore, quindi resto in guardia e tengo la difesa alta.
Lui mi copia ed iniziamo a camminarci intorno, scrutandoci a vicenda; questa situazione mi è più familiare, questa è un combattimento non c'è alcun dubbio, i presupposti sono quelli.
“Mi vuoi dire che non te ne accorgi proprio?”
Mi sferra un pugno che evito prontamente; non reagisco ai suoi attacchi, cerco solo di schivare ed appena possibile di atterrarlo.

Era crudele. Il mondo che Cara Thomas aveva conosciuto il giorno dell'attacco di Shiganshina non poteva che essere definito tale.
Per diciannove anni si era rifugiata dietro all'illusione di una realtà fittizia, completamente opposta alla realtà del mondo che si estendeva oltre le mura; un mondo che aveva distrutto i suoi genitori, lasciando scolpito nelle loro anime un dolore che lei non era mai riuscita a capire; un mondo inaccessibile a chi, come lei, non aveva mai visto un ''Titano'' in vita sua.
Creature in cui lei non era mai riuscita a credere, fino a quel fatidico giorno in cui esse annientarono completamente la sua vita, catapultandola nella vera realtà.
Un mondo in cui non c'era spazio per nulla che non fosse la vendetta e che non fosse finalizzato allo sterminio di tutta quell'abominevole specie che l'avevano privata di ciò che più amava al mondo.
Un mondo che, nonostante la sua crudeltà, le aveva dato un'altra scelta; una strada diversa da percorrere, ancora più tortuosa e pericolosa di quanto non fossero la rabbia e il dolore.
Una strada estremamente rischiosa, che conduceva inevitabilmente al nome di ''Levi Rivaille''.

[Questa storia fa parte della serie "Di Rosa e di Blu"]
"Sai, la prossima volta che vedrò Midorin forse posso fare un esperimento e proporgli quello che ho fatto qui con te"
Come previsto, in un attimo le fu sopra, guardandola accigliato "Non ti permettere neanche di pensarlo"
"Ma è per la scienza" ridacchió allacciando le mani dietro il collo.
"Al diavolo la scienza. Ammazzo prima lui e poi te" Sbuffò mettendo un adorabile broncio subito baciato da lei.
"Hai ragione. Mi basti tu come cavia" sorrise.

Tauriel torna nel Reame Boscoso distrutta dalla morte di Kili. Teme di affrontare il lutto, teme l'oblio, teme il dolore. Così si rivolge a chi ha permesso al suo cuore di diventare di ghiaccio pur di superare la sofferenza: Thranduil.

La prima volta che lo vidi pensai avesse l'atteggiamento da leader, sì l'atteggiamento di quelle persone che ti avrebbero guidato sempre con giudizio e correttezza.[...] Le sue parole suonarono così convincenti e sincere, il suo sguardo trasmetteva una sicurezza mai provata prima e pensai : “ Dannazione! Seguirei questo biondo pure in braccio ad un gigante se mi chiedesse di fidarmi di lui!”.
È stato lo stesso biondo nel quale riposi la mia fiducia che ci guidò in questa missione suicida.

Kensi torna a lavoro dopo una lunga missione. Ma questa missione l'ha cambiata molto. Se un agente della CIA non avesse detto che Kensi era un agente, per salvarsi, la missione sarebbe andata meglio. Forse. Kensi pensa di essere pronta per tornare a lavoro, ma lo sarà davvero? Ha evidente bisogno di aiuto. Deeks le offre il suo aiuto ma alla fine Kensi cederà e si farà aiutare da Deeks?

[Fa parte della serie "Di Rosa e di Blu"]
Dal testo:
“Come se fossi l’unico a pensare sempre a quello” la ragazza smise un attimo di studiare, tentando di capire dove volesse andare a parare con quel discorso.
“Che vorresti dire?”
“Tu non ci pensi mai?” le chiese ignorando la sua domanda e circondandole i fianchi con le braccia.
“Pff, non sono una pervertita come te”
“Ah, no?” strofinò la punta del naso contro la sua spalla, risalendo poi lungo il collo e parlandole all’orecchio “Allora dimmi, Satsuki. Cosa stavi sognando ieri pomeriggio?”