Recensioni per
Prima dell'alba
di Stellareika
Evviva, un nuovo capitolo della storia! E che capitolo. Denso e pieno di cose interessanti. Partiamo con il cazziatone di Santuzza al suo tronfio allievo Ruggero, che proprio non riesce a capire di non essere in mezzo a un videogame, ma bensì di una imminente guerra sacra. Ben gli sta l'umiliazione impartita dall'algido Mu, che viene inviato dal Sommo Shion ad aiutare - giustamente - la povera Santuzza a scalare l'altrimenti improbabile salita fino alla Tredicesima Casa. Un gesto di grande delicatezza, non c'è che dire. Mi piace come usi i personaggi che popolano il Santuario in funzione alle necessità del racconto. Mu qui è una mera comparsa, ma c'è e usa il suo potere di lemuriano come ci si aspetterebbe da lui, con grande coerenza rispetto al canon. Insomma, la tua storia si inserisce perfettamente nella linea della narrazione originale e non posso che continuare ad ammirarti per come riesci a proporre le tue personali deviazioni pur garantendo una coerenza con l'originale. Ma non divaghiamo oltre, e procediamo con il commento. Nel secondo quadro ritroviamo un sempre più rancoroso Kanon che si allena per i fatti suoi in attesa del rientro di Saga. Il poveretto non immagina di essere osservato dal Capitano Kiriakos, colui che fin dall'inizio del racconto gli ha sempre riservato trattamenti degradanti e ben poca simpatia. L'uomo dimostra un certo acume e davanti alla prodezza di Kanon elabora un'incredibile quanto affascinante ipotesi. Povero Kanon, vittima delle sue stesse trame! Da orchestratore diventa per tutti esecutore materiale dell'omicidio di Gunnar, scagionando di fatto Saga agli occhi di Shion. Solo Santuzza ci aveva visto giusto, ma pare evidente che le sue visioni incontrino ben poca accettazione da parte di Shion. Lo accenni senza dirlo apertamente, ma fra i due non è mai corso buon sangue. Forse per questo, o forse perché in effetti la tesi del Capitano Kiriakos fila liscia, tutti i sospetti finiscono per concentrarsi sul povero Kanon. Innocente non è, ma nemmeno colpevole. Cosa farà ora Saga? Cavalcherà la tigre della colpevolezza del fratello, scagionando se stesso? oppure? Ah, come non vedo l'ora di saperlo! Intanto il capitolo si chiude in maniera tragica, con Marisol che apprende dell'arresto e di Kanon e della terribile accusa mossa contro di lui. Lei, che conosce la verità, non può fare davvero nulla per salvarlo. E in fondo, forse, nemmeno lo vuole. Quanto è amara l'ultima frase. Suona come una bella scusa per lavarsene le mani e mettersi la coscienza a posto. Oppure è solo la triste verità. Al Santuario nessuno è amico di nessuno. Ognuno gioca la propria partita. Non c'è spazio per la pietà quando si rimesta nel torbido come hanno fatto Kanon e Marisol... |
Eccomi qua! |
In questo capitolo assistiamo a un fitto intreccio di sentimenti, dubbi, notti in bianco e pensieri perversi. Direi che il filo rosso, salvo il quadro di Marisol, che infatti sta nel centro del capitolo a fare da spartiacque, è quello del turbamento. Apriamo con un dialogo a distanza fra i due vecchi saggi del Santuario, Dohko e Shion, che condividono opinioni non proprio positive sulla nuova leva dei Santi di Atena. Come dar loro torto, con quello che hanno passato per colpa di Aspros? Non stupisce, quindi, il saggio consiglio di Dohko, che impone a Shion un periodo di riflessione nell'eremo dello Star Hill affinché la solitudine gli porti consiglio e dissipi una volta per tutte le nebbie del dubbio che avvolgono Saga. Saga che, nei due quadri in cui compare, è dapprima vittima del tormento per via del compleanno, che gli ricorda Kanon e tutte le sue disgrazie. Nel secondo brano è invece posseduto dal suo lato oscuro. Anche la povera Menodora ne cade vittima, subendo il Genro Mao Ken e diventando involontario strumento di controspionaggio per scoprire quali trame siano elaborate dallo scaltro Arles per dimostrare la sua tesi. In questo denso capitolo c'è spazio anche per un tormentato Kanon, che nei fumi dell'alcol ha una visione del suo destino fra le fila di Poseidon. Intanto, però, affonda nel retsina e nel livore, mentre dall'alto della Tredicesima Casa il cosmo salvifico di Atena si rivela nella creatura del grembo di Marisol, portando pace e speranza in un animo troppo provato dalle durezze della vita. Mi piace la tua scelta di far nascere la Dea della Giustizia dal ventre di una perdente e reietta, resa vittima e poi rifiutata dallo Santuario della stessa Dea che partorirà a breve. Ma non penso che la sua serenità avrà vita lunga. Lo dico con timore più che speranza. So che la povera Marisol farà una brutta fine e già mi dolgo per il suo destino infausto. O mi stupirai ancora? |
Eccomi! |
Eccomi qua! |
Ma che bello, finalmente ritroviamo il mio piccolo scalmanato preferito e i suoi pazientissimi mentori alle prese con una nuova e inaspettata visita dal Santuario. Noto con piacere che anche a Saga viene riservata la consueta dose di ridicolo, tipica di ogni comparsata del futuro Death Mask. In questo caso, però, è la somiglianza con Aspros a scatenare gli eventi. Santuzza deve aver mangiato la foglia. Troppe sono le coincidenze per non far sorgere il fondatissimo sospetto che la storia stia per ripetersi. Sono certa che dietro alla sua intenzione di accompagnare Ruggero al Santuario - cosa che sorprende tutti, visto che non ci torna da duecento anni - ci sia l'intenzione di vederci chiaro, oppure di mettere in guardia il Sacerdote su qualche pericolo imminente che lo spiccato sesto senso dell'Amazzone della Mosca deve avere intercettato. |
Aiuto, devo riprendere fiato prima di recensire. Per tutta la prima parte del capitolo praticamente non ho respirato. Ero troppo in ansia per la sorte di Menodora e di Marisol. Philothea ha fatto davvero bene a fidarsi della sorella. La ragazza non solo è bella da far fondere tutti i soldati che incrocia, ma è anche molto, molto furba. Sa sfruttare alla perfezione la sua dote naturale, manipolando con maestria le guardie. E così, pur non possedendo un cosmo o dei poteri sovrannaturali riesce nell'impresa di eludere tutti i controlli e arrivare fin nel sancta sanctorum dell'Acropoli. Certo ci sarebbe molto da ridire sull'efficacia della rete di protezione del Santuario, ma tent'è. Ora Marisol è al sicuro negli appartamenti di Atena. C'è da scommettere che la sua vita tornerà ad essere parecchio movimentata dopo la nascita del bambino (anzi, di Atena!). |
Bum! Detona la bomba del colpo di scena. Quindi Marisol è incinta. Premesso che faccio il tifo per la paternità di Kanon, anche se come dice lei stessa è impossibile sapere chi è il padre (mica esisteva l'esame del DNA a quei tempi!), se l'identità dell'impalmatore resta nel buio le ipotesi su quella del nascituro sono molto più semplici. Dicembre più nove mesi uguale settembre. Ma guarda un po'. Non è che il nascituro - anzi, LA nascitura - sia proprio Saori? Del resto questo spiegherebbe anche come mai Marisol venga nascosta proprio negli appartamenti privati di Atena. Insomma, con uno stratagemma davvero delizioso non solo hai arricchito la trama di suspense (sono proprio curiosa di vedere come faranno le due intrepide complici ad arrivarci, sull'Acropoli!), ma hai anche spiegato l'origine di Saori/Atena. Certo si tratta di una divinità, ma il fatto che si fosse materializzata dal nulla ai piedi della sua effige non l'ho mai digerito. A quel punto poteva nascere adulta, evitando di ripercorrere tutta la sua infanzia, no? Ma vabbé, lasciamo perdere. |
Eccomi qua! |
Eccomi qua! |
Eccomi qua! |
Bel capitolo di intermezzo, utile per i futuri snodi della tua trama. |
Bello bello bello! Quanto mi è piaciuto questo capitolo! Sì, perché torniamo in Sicilia, dove Ruggero sta proseguendo il suo apprendistato sotto la guida di Don Ciccio e di Santuzza. Peccato che a portare tempesta ci pensi Saga, che giunge come messo di Shion per riportare Ruggero al Santuario. Mi sono messa a ridere quando Santuzza scambia Saga per Aspros e gli tira addosso di tutto! In effetti i santi di Lost Canvas sono copie sputate, chi più chi meno, dei loro successori. Interessante il confronto tra Don Ciccio e Saga, che per una volta si apre ( anche se poco ) e lascia che qualcuno intraveda il buio che c'è in lui; peccato che Don Ciccio, forse troppo preso dalla misericordia e dalla voglia di trovare del buono in tutti, non veda la profondità dell'oscurità di Saga ma solo un ragazzo giovane e pieno di dubbi, gli stessi dubbi che probabilmente hanno attanagliato anche lui in passato e che lo rendono più affine a Saga che ad Aiolos e le sue incrollabili certezze. Chi invece ci ha visto giusto è Santuzza che si prepara a tornare nella Valla sacra dopo secoli: presumo che lei conoscesse Shion e Dokho, visto che è stata la compagna di apprendistato di manigoldo. A tal proposito, non mi dispiacerebbe che tu ci dessi un assaggio di cosa è successo tra loro due...perché è chiaro che non erano solo buoni amici. Santuzza ha intuito che qualcosa non va in Saga e che il suo splendore è solo una copertura. Ho come l'impressione che questo viaggio verso Atene sarà senza ritorno per lei...mentre Ruggero ha iniziato a sviluppare la sua ammirazione per Saga, che servirà nel bene e soprattutto nel male, come ben sappiamo. |
Ed eccomi qui! |
Eccomi qua! |