Ed eccomi qui, come sempre!
Attendevo con ansia l'aggiornamento di questa long, e posso dire di essere rimasta assai soddisfatta in seguito alla lettura di quest'ultimo capitolo, un capitolo assai scottante, devo dire, e che per questo ho particolarmente apprezzato.
Si comincia con le riflessioni di Marisol, che fa da spettatrice alle feste che animano il paese di Rodorio in occasione del giubileo di Atena e si lascia trasportare dal suo rancore, un rancore che la rende - come lei stessa arriva a riconoscere a fine paragrafo - estremamente simile al suo cliente più "affezionato", ovvero Kanon. Entrambi sono pieni di rabbia e, chi in un modo e chi nell'altro, meditano vendetta verso il Santuario e verso Atena, che si proclama (in maniera alquanto ipocrita) dea della giustizia e della saggezza ma a conti fatti offre il suo aiuto solo a chi le fa comodo, dimenticandosi di coloro che, invece, ne avrebbero davvero bisogno, specialmente Marisol, che è stata esiliata dal Grande Tempio e fatta passare per carnefice nonostante avesse tutte le ragioni del mondo per assassinare il porco che abusava di lei. Insomma, posso dire che questo personaggio ha davvero tutta la mia comprensione, e chissà se riuscirà a trovare il modo di riscattarsi...
Si passa poi all'arrivo al Santuario di quella piccola canaglia di Ruggero, che già da ragazzino ha le idee piuttosto chiare. Altro che difendere la pace e la giustizia!
La parte a lui dedicata è senza dubbio quella che più ho gradito di tutto il capitolo! E non solo per via del protagonista, che tu riesci a rendere sempre in maniera impeccabile, ma anche per le non troppo velate critiche nei confronti della società del Santuario, le quali vengono espresse attraverso le parole e i pensieri del futuro cavaliere del Cancro.
Mi ha molto colpita il discorso fra lui e l'Ofiuco circa la regola della maschera imposta alle donne, nel corso del quale Ruggero pensa, giustamente, che questa regola è un'idiozia bella e buona, sospettando addirittura che Atena sia invidiosa delle fanciulle che la servono, dato che loro, in quanto umane, possono permettersi di amare mentre a lei questo non è concesso in quanto dea vergine (e qui si strizza un po' l'occhio a Luci e Ombre, sbaglio? :P). Mi è saltato particolarmente all'occhio anche il passo in cui Ruggero si sofferma a osservare il vestiario alquanto scarno dell'amazzone che sta affrontando "l'esame" per aggiudicarsi l'armatura della Volpetta. Non ho potuto fare a meno di dargli pienamente ragione, è una domanda che mi sono sempre posta anch'io. Che senso ha obbligare le guerriere a indossare una maschera che "nasconda la loro femminilità" se poi le fanno andare in giro conciate come delle mistress sadomaso, con body attillatissimi e bikini di ferro che mettono in risalto i loro corpi? Normale che Ruggero ci veda un controsenso non da poco.
Mi è molto piaciuta anche la maniera in cui hai gestito lo scontro tra i due contendenti (fratelli, per giunta!), specialmente alla fine, dato che il messaggio che questa breve lotta fratricida vuole trasmettere è ben chiaro: l'essere umano pur di ottenere la gloria è disposto a commettere le peggio nefandezze. Mi ha molto sorpresa anche il fatto che a utilizzare quello sporchissimo trucco per aggiudicarsi la Cloth sia stata la ragazza e non il suo avversario; di solito in questi contesti e nelle serie degli anni '80 (e anche in molte opere più attuali, a dir la verità) si tende spesso a rendere i personaggi femminili come buoni, angelici e sempre pronti a provare pietà anche verso il loro peggior nemico, tu invece hai optato per una soluzione ben diversa, portando l'amazzone in questione a uccidere senza remore perfino il suo stesso fratello pur di ottenere l'armatura della Volpetta, approfittando per giunta dell'esitazione del proprio sventurato consanguineo. Hai tutta la mia approvazione per questo, perché in fin dei conti anche le donne sanno essere crudeli, e la visione della donna angelicata e dedita al perdono è quanto di più sbagliato possa esistere, soprattutto all'interno di ambienti militari come quello del Santuario.
Dato che la maschera cela le sue emozioni, non si sa se lei in cuor suo abbia provato qualche rimorso, ma già l'aver ricorso a quell'astuto trucchetto, ovvero fingersi sconfitta per poi attaccare il fratello alle spalle, la dice lunga sulle sue reali intenzioni, rendendola peraltro simile alla sua costellazione guardiana, essendo la volpe, nell'immaginario collettivo, un animale piuttosto furbo e a tratti anche subdolo e pronto a calpestare gli altri pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Un altro aspetto di questo scontro che mi ha piacevolmente stupita è anche l'impassibilità generale nei confronti della povera recluta deceduta (alla quale, peraltro, non verrà concessa nemmeno una degna sepoltura), specie quella di Arles. Singolare poi che le alte sfere del Santuario, nonostante si nascondano dietro una maschera illusoria di pace, giustizia e altre amenità, non esitino ad assegnare le armature a combattenti per nulla integerrimi, proprio come è successo in questo caso, dato che la guerriera in questione non ha esitato a utilizzare un colpo basso pur di vincere la battaglia. Insomma, l'ennesima dimostrazione della profonda ipocrisia che caratterizza il Santuario, e sappiamo già che Ruggero saprà sfruttarla a proprio vantaggio, dato che a lui interessa solo la forza, non importa il modo in cui essa viene ottenuta. E il fatto che sia rimasto molto affascinato dallo scontro non è altro che un'ulteriore conferma dei suoi reali scopi.
Il capitolo si chiude, infine, con i due gemelli, Saga in particolare, il quale più passano i giorni e più cade vittima dei suoi demoni interiori, demoni che - ovviamente - non sono sfuggiti all'occhio vigile di Kanon, il quale è sempre pronto a far leva sulle debolezze del fratello, grazie anche alla sua innata capacità di leggere nei pensieri e nel cuore di Saga.
A questo si aggiunge anche la sua seconda personalità, che ha la geniale idea di manifestarsi nel momento più sbagliato, tormentando il povero Santo dei Gemelli durante le celebrazioni del giubileo di Atena e portandolo quasi a esplodere. Ciò nonostante, nessuno si accorge del suo turbamento, nessuno nota il suo disagio, e questo sappiamo già che sarà solo la sua rovina, e il confronto con Aiolos, incapace di dubitare di Atena e del Sacerdote, così perfetto in ogni cosa che fa, può solo esacerbare il tutto. Il contrasto fra i due Saga è solo all'inizio, tanto è integerrimo il primo quanto ambizioso il secondo, e la guerra fra loro sarà più sanguinosa che mai.
A "cozzare" terribilmente con gli avvenimenti piuttosto cupi che caratterizzano il resto del capitolo sono anche le parole altisonanti di Shion, che continua a parlare di buoni sentimenti e battaglia contro le forze del male quando alla fine Santi e Specters non sono poi così diversi fra loro. Il vecchio sacerdote vuole forse nascondere gli aspetti più scabrosi del Santuario che governa, oppure non si rende conto della reale situazione, tanto la sua vista è offuscata dai precetti che gli sono stati inculcati ormai due secoli fa? Probabilmente è un mix delle due cose, e - date queste premesse - il futuro non si preannuncia affatto roseo per la Valle Sacra.
Detto ciò... io termino qui questa recensione assai prolissa (che novità...) e ri faccio i miei complimenti per questo capitolo che, come ho già detto all'inizio della recensione, mi è davvero piaciuto! Attendo trepidante il prossimo!
Un bacio! ~ |