Recensioni per
Cortesie per l'ospite
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 233 recensioni.
Positive : 233
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/09/23, ore 21:20

E dunque l'orribile ritratto si è svelato agli occhi di André.. ma lui ne ha pure inteso il significato. Temo possa fare la fine del compositore..

Recensore Master
22/09/23, ore 11:23

Ciao Dorabella. Che piacere leggere un altro capitolo di questa tua storia che mi sta piacendo davvero molto. In questo capitolo Dorian é il protagonista e ho letto con interesse quanto scritto al riguardo. Finalmente sappiamo di questo essere riguardo il quale per certi aspetti ho provato anche pietà. Inquietante quanto accaduto con il pittore e il nome di quest'ultimo. Ma ancora più inquietante deve essere stato per André fare quelle scoperte con le sue ricerche che hai ben descritto e ho provato solo a immaginare il suo stato d'animo pensando a Oscar. Cosa succederà a Dorian, tornerà il Diavolo e come si manifesterà? Mi ha colpita questo capitolo per la sua dicotomia con la prima parte lunga, distante dalla mia anima nel leggerla nella sua non umanità e con la seconda breve e che trasuda di umanità nel pensare ad André che deve difendere la sua Oscar. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 22/09/2023 - 11:27 am)

Recensore Junior
18/09/23, ore 18:47

Il passato di lord Douglas è decisamente romanzesco! Dalla conoscenza delle sorelle Boleyn a quella del diavolo in persona non si è fatto mancare proprio niente…. Lo sfortunato ragazzo ha incontrato sulla sua strada Louis Chiphre in persona che, si sa, come contraente non è dei più leali e sfido io che, quando ha formulato certi pensieri, non pensava di essere preso così sul serio! Ora deve stare attento perché è asserragliato sia sul fronte materiale che su quello immateriale. Il diavolo infatti ha promesso o minacciato che sarebbe tornato a tempo debito a riscuotere quanto gli era dovuto ed Hercule Grandier è sulla strada giusta per smascherarlo.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Master
18/09/23, ore 13:58

Notevole, cara Dorabella, un capitolo davvero notevole, tramite il quale veniamo a conoscenza della storia di Lord Douglas Sholto e della maledizione che si porta appresso ormai da secoli.
Insieme a te siamo stati trasportati con un balzo della mente, nonché della tua scrittura così fortemente visiva, (e forse te l’ho già detto altre volte, ma in questo frangente è quanto mai evidente, poiché sei stata in grado di ricreare e far vivere anche al lettore una determinata atmosfera), a un pomeriggio molto lontano nel tempo, nella dimora, nientemeno, delle sorelle Bolena, nell’epoca dell’Inghilterra di Enrico VIII, facendo la conoscenza del giovane Dorian, figlio di un possidente terriero e mercante di assodato successo, mentre ha deciso di farsi fare un prestigioso ritratto da un artista di ancora non conosciuta fama e proveniente dalla Francia, avendo egli seguito le due sorelle Mary e Ann Boleyn di ritorno dal loro soggiorno francese.
Quel pomeriggio e quanto è accaduto in quei momenti è descritto in maniera veramente pregevole: le parole, i gesti, le pose, gli sguardi, le allusioni, i discorsi, le occhiate sono perfettamente accessibili semplicemente leggendo, merito della tua bravura nel saper disegnare sia i luoghi che le persone prese in alcuni dei loro atteggiamenti e, in questo caso, gli atteggiamenti sono basilari. Pertanto, coinvolgente la scena che segue, con il discorso, apparentemente senza interesse da parte del pittore, Louis le Chiphre, che sconvolge il giovane il quale mai vorrebbe invecchiare e non poter godere appieno di tutto quanto la vita gli potrebbe donare e, soprattutto, senza che di lui, in un futuro magari anche lontano, qualcosa possa continuare a vivere, possa essere ricordato. La disperazione che lo coglie in quell’attimo viene subito raccolta dal pittore, Lucifero, che è in cerca di una nuova anima da corrompere e il giovane è la sua ambita facile preda. Il desiderio di Dorian di poter vivere tutte le vite che avesse voluto viene esaudito, senza che il giovane se ne renda subitaneamente conto, e quando invece se ne rende conto ormai è troppo tardi. La missiva lasciatagli dal pittore non lascia dubbi: si sarebbero incontrati nuovamente in un futuro in là da venire per pagare il debito contratto per la realizzazione del ritratto, specificando però che l’artista non era particolarmente esoso e mai avrebbe chiesto qualcosa in più di quanto il debitore fosse stato in grado di pagare.
Da questo momento in poi comincia la lunga trafila delle vite di Dorian che, praticamente, negli anni succede a se stesso, ereditando e incrementando le sue sostanze per poter vivere di tutti gli agi cui ambiva. Lui, agli occhi di coloro che incontrava, mostrava il suo bel volto, così come era stato ritratto da Lucifero, mentre tutte le nefandezze di cui si era macchiato nel corso di quelle vite, ricadevano sul quadro che si trasformava sempre più in un losco figuro, a tratti ripugnante per l’aspetto che via via stava assumendo, gravato dei peccati che invece il bel Dorian non mostrava sulla sua figura integra e ancora perfetta. Il quadro lo aveva seguito, come una preziosa reliquia, di vita in vita chiuso opportunamente dentro una cassa in maniera che nessuna persona potesse vedere la trasformazione che subiva ad ogni più piccola malefatta del giovane.
E con queste premesse ora Lord Douglas si era trovato ospite della famiglia Jarjayes, già pregustando il suo futuro insieme ad Oscar, persona dalla quale era rimasto rapito in una maniera del tutto inaspettata, sognando quante cose avrebbero potuto fare insieme e, secondo il suo pensiero, o peggio, i suoi piani, André Grandier, un servitore, non avrebbe mai potuto interferire in ciò che già da lui era stato deciso.
Invece, penso proprio che André interferirà eccome per salvaguardare la sua Oscar. Tutti quei tomi che sta portandosi nella sua stanza e leggendo con sempre maggior inquietudine, gli stanno dimostrando che l’essere d’oltremanica che staziona a Palazzo Jarjayes nasconda ben più di un segreto, a partire dalla sua età, visto che dai volumi che sta consultando è emerso che questo oscuro personaggio sia già stato in contatto con qualche antenato dei Jarjayes. Ora la sua preoccupazione è volta ad una sola domanda: cosa vuole nuovamente dai Jarjayes, quali sono le sue intenzioni che paiono volte direttamente verso Oscar?
Con tali pensieri André certamente non potrà neanche assopirsi, come Dorian aveva fatto ad inizio capitolo, mentre, rigirandosi nel letto, era tornato indietro nel tempo, portandoci così a scoprire l’evoluzione della sua persona.
Sempre estremamente curati i vari capitoli, ma questo in particolare dà anche un cospicuo saggio della tua conoscenza della Storia e della Letteratura, nonché della cinematografia di cui sei amante. Con eleganza e dovizia di particolari ci hai trasportati in altre epoche, rivisitando e facendoci incontrare personaggi realmente vissuti, con gli accadimenti di cui sono stati protagonisti, svelando anche note che, per i non addetti ai lavori, restano relegate solo nei libri di storia, creando un perfetto mix con gli eventi della storia di tua immaginazione e che tanto ci tiene avvinti alla lettura.
Ancora complimenti e, attendendo il prosieguo di questo gustosissimo racconto, ti auguro di iniziare al meglio la tua settimana. A presto e un caro saluto.

Recensore Master
18/09/23, ore 07:00

La giovinezza di Dorian risale addirittura al regno di Enrico VIII ed egli era amico di infanzia delle sorelle Boleyn. Assistiamo alla genesi del quadro, dipinto dal diavolo in persona (Louis Le Chiphre mi ha subito ricordato Angel Heart, ascensore per l’inferno) che non chiede di essere pagato subito con denaro, ma in futuro, ovviamente con l’anima.
Mi è molto piaciuta la parte in cui Dorian si ribella, incautamente sfidando Dio e le leggi di natura. Molto fresche le due sorelle Boleyn, Maria mite, ma già munita di un’ingrata reputazione di grande e vergognosa prostituta e Anna, ancora innocente, ma già ambiziosamente attirata dai bei nomi e dai grandi patrimoni. Piacevolmente seducente il pittore che, da bravo diavolo, non può essere brutto e spaventoso altrimenti non rimedierebbe neppure un’anima.
A quanto pare, Dorian ha al suo attivo una grande passione per le taverniere: la sudicia e immorale Nelly, l’innocente e fragile Sybille e, in mezzo a loro, chi sa quante altre. Ogni volta, ci sono in vista un fratello o una sorella bellicosi. C’è, però, una significativa differenza: il Dorian Grey di Oscar Wilde, fino all’incontro col tentatore, era un giovane innocente. Questo, invece, andava già a prostitute.
Viaggia sempre e, periodicamente, muore ed eredita da se stesso come Conner McLeod e, qui, c’è un’altra differenza, perché l’originale non ha cavalcato le ere, ma si è fermato a una sola vita, seppure senza mai invecchiare.
La cosa che mi inquieta e che inquieta pure André è che ha preso di mira i de Jarjayes, ma perché? Come la cacciatrice di vampiri, ce n’è uno per ogni generazione.
(Recensione modificata il 18/09/2023 - 07:20 am)

Recensore Junior
17/09/23, ore 23:10

Gran lavoro anche storico questo capitolo che smaschera la fonte fin qui solo evocata. Lavoro di cesello ben riuscito ma anche "giallo" che si intensifica grazie all\'acume e all'acribia investigativa di André: il Generale ha certo combinato un incontro "al di là delle intenzioni" - di cui ancora ignora i potenziali sviluppi -mettendolo accanto a Oscar, ma ha anche investito bene sull\'istruzione di una testolina di prima qualità.

Recensore Veterano
17/09/23, ore 22:40

Come non comprendere l'angoscia del giovane Dorian all'idea di perdere tutto quello di cui la vita gli ha generosamente fatto dono? Come non comprendere il suo rifiuto per le leggi - davvero inique - della natura ed il suo desiderio di prolungare all'infinito la possibilità di godere di tutto ciò che una bellezza ed una giovinezza eterne possono offrire?
Ma si sa che bisogna stare molto attenti quando si esprime un desiderio. Perché potrebbe avverarsi.
E benché certamente non ci sarà mai dato sperimentarlo, non si può escludere che una eternità sempre uguale a se stessa possa perdere smalto, con il passare del tempo, che non è neanche più, a quel punto, "passare del tempo", con la conseguenza, inevitabile, di invidiare chi, con i suoi mezzi, così imprevedibili e così temibili, pur nella loro umanità, difende quell'unica, irripetibile e, per questo, preziosa occasione che gli è dato di vivere.
A presto, Dorabella.
Octave

Recensore Veterano
17/09/23, ore 20:45

Andrè in versione investigatore (dimmi che citare un Hercule tra gli avi di madamigella Oscar non è stata una coincidenza)  è spettacolare, così come la sequenza turbinosa di personaggi ed eventi nel corso dei secoli.
Ma oggi voglio spezzare una lancia in favore del giovane (!?) Dorian. In fondo è stato ingannato. Lucifero non ha esposto le condizioni contrattuali. Unilateralmente gli ha offerto quello che in un accesso di malinconia post adoloscenziale (boh?) Dorian ha espresso di desiderare, ma senza conoscerne il prezzo non poteva certo accettare! Quale è il sinallagma? Dov'è l'incontro delle manifestazioni di volontà dei contraenti:? Ma poi, diciamocelo, questo Dorian che, nonostante secoli di esperienze vissute, ancora non si è accorto che Oscar è una donna (mi ricorda un certo conte svedese),  mi pare che tanto sveglio non sia. Signori della Corte, invoco l'infermità mentale! Signori della Corte chiamo a testimoniare la vedova Smith ... no questo è il Trio.
Ma non è che adesso come quinto incomodo arriva pure Lucifero a reclamare il compenso: "prima o poi, ci incontreremo nuovamente, e allora salderete senza problemi".
Bravissima, a presto!

Recensore Junior
17/09/23, ore 20:09

Buonasera Dorabella cara, che piacere trovare un tuo aggiornamento in questa domenica di fine estate. La bellezza malinconica di questa giornata mi ha, credo, donato la giusta predisposizione d'animo per affrontare questa lettura tanto bella quanto impegnativa e interessante: impegnativa perché come sempre la tua capacità di inoltrarti negli eventi storici e nel passato, trasformando ciò che è lontano in qualcosa di vicino grazie alla sensibilità con cui rendi umani personaggi per noi distanti nello spazio e nel tempo, mi ha donato uno spaccato di vita del Cinquecento inglese e interessante perché nella storia riesci abilmente ad intrecciare l'introspezione, rendendo vividi e reali paure, ansie, timori... ma anche desideri, non-detti ed elucubrazioni. Sono sempre colpita da come riesci a trasportarmi nella lettura attraverso la storia, passando negli animi stessi dei personaggi.
Questo tuo capitolo ha tuttavia davvero due diverse identità, che benché mirate e farci comprendere le origini e gli sviluppi di uno stesso mistero, ci inducono tuttavia a fare un balzo di due secoli e a ritornare nella Francia delle nostre Rose di Versailles. Non solo ad ogni modo nella differenza temporale ho trovato due identità, ma anche nel modo di narrare: nella prima parte i personaggi sono a noi in qualche modo "estranei" e tu ce li mostri come in un quadro, nella seconda parte invece il protagonista è André, personaggio, io credo, caro per eccellenza. Ecco perciò che le sue ricerche non risultano tanto inquietanti per l'esito delle scoperte, ma ben di più per la forte ed accorata preoccupazione per la sua Oscar! Quanto mi piace il tuo André indagatore! Arguto, attento, colto, pronto a cogliere dettagli e sfumature... e insieme anche sinceramente interessato.
Complimenti, Dora bella cara. Complimenti per l'originalità della tua trama, per la piacevole prosa insieme scorrevole e ricercata e per la tua capacità di dar vita a misteri che mi incalzano, facendomi desiderare sempre più di procedere nella lettura. Grazie per tutto.

Recensore Veterano
17/09/23, ore 17:38

Ciao cara
Questa parte e' molto avvincente, si svela il mistero di Lord Shlomo....veramente eccellente come sempre un vero capolavoro come ogni tuo scritto. Complimenti
V

Recensore Master
17/09/23, ore 17:25

Adesso conosciamo la terribile storia del giovane Lord, costretto ad un'esistenza solitaria a causa dell'obnubilamento di un attimo della mente, poveraccio!

Recensore Junior
17/09/23, ore 16:11

Carissima,
Finalmente ho potuto leggere questo ricco e corposo capitolo che ci riporta non solo alle atmosfere del romanzo di Wilde che tutti amiamo, ma qui, da padrona assoluta della lingua quale sei, ce ne fai assaggiare addirittura lo stile di scrittura, come lo aveva concepito e reso nella sua traduzione Emanuele Grazzi, quella pubblicata negli anni ottanta per i tipi della de Agostini in una celebre collana di classici con belle rilegature. Non so se il Grazzi abbia preso a riferimento traduzioni precedenti, è pur sempre una cosa probabile, ma, in ogni caso l'agilità della sua lingua che non rinuncia alla forma preziosa che ben rappresenta il periodo vittoriano e post vittoriano, ci ha fatto dono di una versione che rubato il nostro cuore quando eravamo ancora giovinetti. Ma nella tua scrittura, che se fosse una regia potremmo definire Tarantiniana, mi pare di aver colto anche il riferimento ad un famoso film degli ultimi anni ottanta o forse dei primi novanta, quando Mikey Rourke, fresco del successo di Nove settimane e mezzo, de l’anno del dragone ed Orchidea Selvaggia si godeva ancora i suoi anni da divo balzato alla ribalta mettendo in scena personaggi tormentati nell'anima quanto fascinosi e patinati nell'aspetto. E se proprio la mia memoria non ha preso un abbaglio, azzarderei a dire che hai ripescato "Angel Heart, ascensore per l'inferno", non un capolavoro del cinema, ma un film largamente oscuro ed inquietante, in cui un camaleontico Robert De Niro compare nelle vesti di Louis Cypher e mi sento ancora parecchio inquieto quando lo rivedo, con gli occhi della mente, addentare, non senza voluttà, un uovo sodo mente afferma:
"Dicono che l'uovo sia in molte culture il simbolo dell'anima"
O quando sul finale, al disvelamento della sua identità chiede ad Angel (Rourke) che sorride amaramente avendo capito l’inganno:
"Non credi forse che Mefistofele sarebbe stato un nome un po' troppo roboante per una città come New York?"
Immagino che te ne ricorderai e penso proprio che la tua sia stata una scelta mirata consapevole.
Certo che il diavolo conosceva bene lord Sholto, sapeva bene come spingerlo nella direzione voluta pungendo sul vivo e sondando pian piano dove andare ad insidiarlo. Il suo giudizio infatti è lapidario.
"Non pagherete un prezzo maggiore di quello che sarete disposto a pagare". Ma il diavolo questa volta vince facile, essendo ben conscio che la vanità sa essere molto molto prodiga e che quello che residua della coscienza di un individuo che ne è suscettibile, soccombe abbastanza facilmente.
Non a caso, si dice che orgoglio e vanità siano i due capolavori del diavolo, proprio perché sono peccati che spesso sfuggono all’esame delle coscienze più accorte. Anzi, dell'orgoglio si dice addirittura che non abbia alcuna coscienza di sé.
Storia intrigantissima che sta arrivando al suo nocciolo.
Ed ora che André ha scoperto in che pasticcio di trova la famiglia Jarjayes, praticamente da secoli, all’insaputa di tutti, che farà? Parlerà ad Oscar? Oscar, a sua volta gli crederà?
Attendiamo trepidanti gli aggiornamenti, ma ti prego, non farci aspettare troppo.
Un caro saluto.

Fabio
(Recensione modificata il 17/09/2023 - 07:09 pm)

Recensore Junior
28/08/23, ore 19:06

La trama si ingarbuglia ed il mistero si infittisce. La nostra bella combriccola decide di passare una serata per taverne e la mente attenta di André ne sceglie una tra le più rispettabili. Questa scelta però anche se prudente non si rivela provvidenziale o almeno non per tutti.
Un’agguerrita vegliarda accusa Dorian di essere il seduttore e quindi la causa del suicidio della sua povera sorella. Il tutto avveniva soltanto ottant’anni prima…… L’accusa sarebbe palesemente assurda se non fosse per gli antefatti di questa storia e per un certo romanzo che ne è la fonte di ispirazione.
Intanto André immagazzina tutto, ripone le notizie nei cassetti della sua mente, spia dai nascondigli, riflette e tace.
Lord Henry invece rifiuta il bacio traditore. Ogni pazienza ha un limite e tutti gli schiavi prima o poi si rivoltano.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
26/08/23, ore 11:33

Cara Dorabella.
In questo capitolo le ambientazioni sono due, quella aristocratica del teatro e quella assai più popolare della taverna che, certo, per riguardo dell'ospite non poteva di certo essere una di quelle dei peggiori bassifondi di Parigi. Per adesso non abbiamo atmosfere "gotiche" o simil gotiche, tranne che per quella comparsa finale che per lord Sholto, ma anche per lord Wotton, deve essere stata momento di grosso imbarazzo. Certo, fin troppo facile nascondersi dietro la logica stringente della mortalità e della brevità della vita umana, ma chissà per quanto ancora tale facilità sarà mantenuta. E chissà quando salterà fuori il famoso ritratto... A quel proposito, anche una battuta apparentemente innocente come "i giovani si entusiasmano per molto poco" di lord Wotton, suona in questo contesto come quintessenza dell'ironia o forse addirittura del sarcasmo se si considera la reale età di questo satanasso ambulante.
Ma resta per me un mistero di come mai André vada a cercare nella biblioteca di casa Jarjayes altri possibili contatti con la famiglia, addirittura in tempi antecedenti a quelli del generale Augustin François, dato che di un tempo ancora precedente non se ne è fatta, che io ricordi, menzione. Non so come sia possibile dare per scontato che un contatto antecedente sia avvenuto addirittura ai tempi del Re Sole, lanciandosi in una ricerca d'archivio tanto mirata, ma sono certo che il motivo di cotanta intuizione lo scopriremo. In fondo, della sagacia di André, come della tua, ci fidiamo tutti. E come anni addietro si era scoperta l'identità vera di Martine Gabrielle, qualche cosa salterà fuori anche adesso. Alla prossima.

Recensore Junior
21/08/23, ore 20:28

Buonasera Dorabella cara, ti prego di perdonare il ritardo con cui riesco finalmente a commentare questo tuo nuovo capitolo. Trovo veramente eccellente queste tue "Cortesie per gli ospiti": è veramente una storia inedita dai risvolti inaspettati e sorprendenti, ricca di dettagli preziosi che introducono nelle vicende già di per sè così intriganti (grazie alla tua bravura nel creare misteri!) un'introspezione profonda e attenta, fatta di atteggiamenti non semplicemente realistici, ma veri, perché veri e spontanei sono i sentimenti e le reazioni che descrivi, come la naturalezza di Oscar nell'affermare semplicemente che avrebbero aspettato André prima di andare dovunque. Quanto è attento ed eloquente lo sguardo di lord Wotton, che al contrario del proprio pupillo ha ben compreso quanto il rapporto fra Oscar e André non sia né da poco né superficiale... e soprattutto non sia un semplice rapporto padrone-servitore.
Mi è piaciuta molto la descrizione di lord Sholto, con tutte le sue esagerazioni nello sperticarsi di complimenti: mi sembrava persino di sentirne la voce, dal tono un pelino troppo acuto, mentre si lanciava in adulazioni e lusinghe!
La sequenza dell'anziana alla locanda è stata un vero colpo di scena: la tua descrizione fortemente realistica della disperazione della poveretta mi ha profondamente colpito e toccato. Leggendo, mi pareva di vedere gli occhi addolorati e le mani vecchie in cui era riversata tutta la forza rimasta in corpo nel tentativo di cercare una giustizia mai fatta.
Il ritorno a Palazzo Jarjayes non è stato meno intenso quanto ad avvenimenti ed introspezione: quanto è egoista ed infantile Dorian con quel suo bacio-premio per Lord Wotton! Lo sdegno di quest'ultimo mi ha riempito di tenerezza, ma anche di amarezza: è difficile vivere un amore non corrisposto, un amore non accolto ma sfruttato, un amore schernito e tante volte umiliato... ma di cui non si può fare a meno.
Nuovamente applaudo infine al tuo André, sempre così acuto, attento e intelligente: attendo gli esiti delle sue ricerche, visto che ormai sono completamente irretita dalla straordinaria e misteriosa trama cui hai saputo dar vita.
Ancora una volta ti voglio ringraziare per la bellezza di poterti leggere e per l'eleganza che trasmetti in quello che scrivi. Complimenti, complimenti davvero di cuore Dorabella cara!
A presto!