Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 373 recensioni.
Positive : 373
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/04/18, ore 13:41

Il Ringraziamento è una festa così tipicamente americana che difficilmente si può comprendere, anche per chi è cresciuto guardando i telefilm americani che riempivano il palinsesto pomeridiano. Halloween lo si accosta (impropriamente) al nostrano Carnevale, ma il Ringraziamento? Di cosa devi rendere grazie, esattamente?
Deliziosa la resa di Camus, con l'olfatto che rende l'udito, il tatto, il gusto.

Recensore Master
31/03/18, ore 10:30
Cap. 101:

Complimenti a te, cara Engel, per aver portato a termine questo progetto. I drabble si addicono particolarmente al tuo stile asciutto ed evocativo. A te, che con poche parole sai creare immagini e sensazioni, le cento parole sono state più che sufficienti per raccontare la storia di Hyoga e Camus in un susseguirsi di diapositive ed emozioni che mi hanno portato dentro e attorno a questi due personaggi, così sfuggenti e criptici per me. Spero di ritrovarti presto con altri tuoi lavori, ben sapendo quanto il tempo sia tiranno per te che scrivi e per me che leggo (ormai sempre meno, purtroppo). Quando vedo il tuo nome nel campo dell'autore parto fiduciosa con la lettura, perché sei una garanzia.
A presto!
S.

Recensore Master
30/03/18, ore 22:28

Uh, se fa male. Uh, se colpisce dritto al sodo. Mi piace che tu sia partita dal tema dell'Indipendenza, che qui non può che essere quella del 4 luglio americano, più che altro perché una parte dei temi si rifà in maniera molesta alle festività americane. Manca solo il Columbus Day e Halloween e poi c'è tutto. Ma che cos'è, l'indipendenza - e vogliamo darle dignità di maiuscola? Massì. Massì. Chiamiamola pure Indipendenza, va'! - e come la si ottiene? È qualcosa che si paga, qualcosa di doloroso una tappa da raggiungere lasciandosi dietro qualcosa. Il sole del 4 luglio, ad esempio. La vita sulla banchisa di ghiaccio, da allievo di Camus a Kraaken, una croce che s'è lasciato dietro, morendo al mondo che lo conosceva e lasciando Hyoga con un senso di colpa dal quale non si affrancherà mai.
Ho apprezzato moltissimo l'uso della seconda persona, qui aiuta ad entrare nella testa di Hyoga facendoci passare dalla porta principale.

Recensore Master
26/01/18, ore 23:43
Cap. 93:

Quindi, Hyoga s'è rifatto una vita, dopo; con una ragazza statunitense - e se ripensiamo ai due blocchi contrapposti, la cosa fa anche sorridere: e sì, i russi erano sempre ritratti con colori freddi, distanti, distaccati, mentre gli americani erano quelli solari, positivi, allegri, pure se anche negli States, in certe zone almeno, quando cade la neve lo fa per bene.
Ma questa ragazza ancora non sa, come se il passato di Hyoga fosse una bolla temporale, nemmeno fosse un ex galeotto, un forzato dei bagni penali à la Papillon.
Bella l'idea della morte epica di Seiya; quel ragazzo,s eben usato, è interessante e sa regalare soddisfazioni, ma è meglio ricordarlo com'era, piuttosto che il tizio con la sciarpa da aviatore di Omega.

Recensore Master
26/01/18, ore 23:39

Che strano, che io continui a pensare a lei, quando me la sono presa così tanto con lui.
Perché sì, Camus è il bue che dice cornuto all'asino. Sempre detto, sempre pensato, a partire da quelle lacrime che versa dopo aver rinchiuso il paperotto nella bara di cristallo. Perché uno, non si potrà dare il coraggio, senz'altro; ma anche chiudere il cuore è impossibile. Camus è di una freddezza artefatta, costruita, funzionale per abbracciare il gelo assoluto; ma il suo ghiaccio non uccide. Conserva, come se fosse qualcosa che si mette sotto una teca di cristallo, e che puoi osservare come una serie di istantanee: il vestito di maman, le sue unghie laccate, il fumo della sigaretta, l'antipatia verso i compleanni, che segnano il tempo che passa.

Recensore Master
26/01/18, ore 23:35
Cap. 91:

Casa è dove si trova il cuore, ma qui il problema è proprio il cuore, tenuto assieme per scommessa o fede. Fili d'oro e d'argento, credo che nemmeno il vilissimo filo da pescatore o quello di ferro potrebbe tenere assieme qualcosa ridotto a brandelli, a frammenti, facce che si mescolano a quelle di chi vive la propria vita, oltre la vetrina del pub.
Diciamo che, se la cosa è dove si trova il cuore, si può ricordarne una, anche a costo di prendersi una sbronza, una birra dopo l'altra, un po' come la Piccola Fiammiferaia accendeva i suoi fiammiferi per ritrovare un po' di calore.

Recensore Master
26/01/18, ore 23:22
Cap. 90:

Essì, qui si ridacchia, di quelle risatine ironiche che nemmeno la chiusura di Milo riesce ad increspare.
Il gelataio. È bello vedere Milo perculare l'amico, è un momento di normalità, uno sprazzo in chissà quale missione, in una camera d'albergo che è uguale a qualsiasi altra camera d'albergo sparsa per il pianeta Terra. Una specie di tregua, di quel cameratismo che serve anche ad esorcizzare un peso forse troppo grande e a stornare lo sguardo, almeno per cinque minuti.

Recensore Master
26/01/18, ore 23:18
Cap. 89:

La normalità è per noi un fardello, è pesante, è noiosa. Ti alzi, vai a scuola, poi al lavoro, ti sposi, fai i figli e la giostra ricomincia daccapo.
La scuola è il discrimine, il prezzo da pagare per avere la benevolenza delle stelle; un bambino normale va a scuola, impara, gioca, fa i compiti, eccetera eccetera. Lui, no. Non ha potuto. Ed è bello vedere che Hyoga - vecchio, rugoso, mezzo cieco - non rinvangare i suoi morti, non scegliere - once again - un caro estinto, ma qualcosa per se stesso.

Recensore Master
18/01/18, ore 22:48
Cap. 88:

Mi hai strappato un sospiro. C'è vita, uno scorcio di amabile decadenza crepuscolare in questi balli che fanno tanto Rive Gauche, coi sandali rossi, le pieghe dei calzoni ben stirate, le camicie corte. Ho sentito il suono della fisarmonica, col suo timbro di ruggine, in sottofondo, ché non è Parigi, non è Francia se non c'è la fisarmonica di mezzo.
Però, questo assomiglia in modo inquietante a quei panorami da cartolina, stereotipi, forse, di come ci si immagina sia la vita a determinate latitudini; una fotografia, coi suoi attanti congelati nel tempo. E allora, forse, l'unico ad essere vivo è proprio Aurélien, che non fa parte di quel quadretto.

Recensore Master
18/01/18, ore 15:35
Cap. 86:

Anche la morte è un dono.
Quale sia, lo comprendiamo soltanto quando giungiamo sul limitare di quella soglia, quando pensiamo a chi siamo stati e a chi saremmo potuti essere, se non avessimo preso qualla strada, quello svincolo, quella deviazione. Se non avessimo fatto quelle scelte.
E scalda il cuore vedere che anche Camus ripensa a sua madre, adesso che non deve più occuparsi di Hyoga, adesso che non deve più tirare fuori la voce per spingere quel ragazzino a vivere, invece che aggrapparsi colle unghie e coi denti al passato.
Ma è così umano, ripensare al passato, a quella terra straniera che avvolgiamo di fulgida luce e calore.

Recensore Master
18/01/18, ore 15:30
Cap. 85:

Hyoga è l'unico a sapere chi sia in realtà Mitsumasa Kido quando arriva alla villa. Gli altri non sono neppure sfiorati dall'idea, dal sospetto. Hyoga sa, sa chi è quell'uomo. Stava andando a conoscerlo con sua madre, quando la loro nave è affondata. E sì, per essere suo figlio, deve avere parte del suo sangue a scorrergli nelle vene, ma non è un pensiero felice - non lo è mai stato, ché quel sangue determina tante cose: sofferenza, privazione, separazione, geloni sulle mani, naso spellato e ghiaccio ovunque. È più facile andare avanti e dimenticare, stornare lo sguardo da quelle vene e dal sangue che vi scorre dentro, e dimenticare, per quanto possibile, un padre mai capito, mai compreso, mai amato.

Recensore Master
18/01/18, ore 15:26
Cap. 84:

La Siberia è tante cose.
È come un diamante sfaccettato che riverbera una luce diversa a seconda di come un raggio lo attraversa. La Siberia è un po' la casa di Camus, una seconda casa, quantomeno, fatta di diverse e differenti stratificazioni, ghiaccio e fuoco, giorno e notte, racconto e ascolto. Una terra di ossimori, insomma. Non un "oppure", ma un "e", allo stesso tempo, in perfetto bialnciamento degli opposti.

Recensore Master
18/01/18, ore 15:22
Cap. 83:

Geniale.
Dico sul serio.
Geniale l'idea di creare una storia metatestuale, che tocca sia l'opera in quanto tale, sia la vita di Hyoga, che osserva la propria esistenza come se fosse una serie di istantanee, di fotografie che saltano fuori da un album di fotografie. Congelate, come sono le fotografie, che fermano un attimo, un momemnto, un'occasione, e la mantengono intatta nel tempo, e come sono le margherite del mazzo di Hyoga.
Sì, la vita è una serie di momenti, di attimi, sono quelli che, alla fine della giornata, ci portiamo dentro e analizziamo. Non ricordiamo tutto l'anno di grazia 1987, ma solo alcuni frammenti, giornate particolari che si sono cristallizzate nella nostra memoria.

Recensore Master
18/01/18, ore 15:18
Cap. 82:

È bella questa istantanea sui bambini. È vero, c'è sempre un modo giusto per fare le cose, ma ai bambini viene spesso il sospetto che non sia mai il loro per principio, per partito preso. Quella frase Di tanto in tanto c'è qualcuno che dice: Si fa così! è esemplificativo di come i bambini leggano le imposizioni degli adulti. E perché si farebbe così? Chi l'ha detto? Tu, solo perché sei più grosso?
Traspare, in queste poche righe, tutta la diffidenza che hanno i bambini verso le cose nuove, e l'insofferenza nei confronti di chi esercita l'autorità.
Come si fanno le cose?
In che modo?
Ce n'è uno giusto?
E, soprattutto, ci si chiede se la scelta giusta non sia la strada nuova che abbiamo deciso - unilateralmente - nella nostra testolina.

Recensore Master
18/01/18, ore 14:17

Quando Hyoga cede al potere di Camus, si arrende. Nell'anime ricordo che dice alle voci dei suoi amici "Scusate, vado dalla mamma" e se in un primo momento questa battuta ti faceva cadere il latte alle ginocchia, ad una seconda battuta ti dici che sì, Hyoga voleva solo tirare il fiato. Arrendersi, tornare all'origine, a quel nucleo in cui niente e nessuno può più farti male, può più ferirti, può più tangerti. Ed ecco i ricordi, ecco gli sciamani che dividono Nicolaj da Hyoga, che lo consacranoa alla dea. E chi è consacrato ad Athena non può permettersi il lusso di riposare, di scendere dal carrozzone, citando Renato Zero. Non gli è concesso, ché Athena è un'amante molto gelosa.