-Una ragazza problematica che prende una cattiva strada.-
Prologo:

Elise si cibava dell'energia che emanavano i colori. Letteralmente.
Mangiava con i suoi occhi verde acqua la bellezza che la circondava e viveva di questo.
Le fredde acque di un ruscello, il profumo della brezza serale, le stelle che si illuminano talmente tanto che sembra addirittura che ti chiamino, la pelle macchiata della madre per via degli anni che scorrono, tutte queste cose Elise le conservava nella sua anima come un dono prezioso.
Amava persino il colore nero, in quanto indispensabile per creare quella tonalità di blu che a lei tanto piaceva.
Ma forse, ultimamente sta avendo l'opportunità per ricredersi.
Forse a lei il nero non è mai piaciuto in fin dei conti.

Tratto da una storia vera. Mia madre il 23 novembre 1980 si reca in ospedale, ignara di cosa accadrà quello stesso giorno.

Storia dedicata a tutti gli sportivi che hanno lasciato la vita in campo. Che possano essere felici laddove si trovano ora.

"Ciao a tutti. Mi presento, sono Roberta e ho 16 anni. Sono una ragazza forte, coraggiosa, socievole e sincera. Perlomeno é così che mi descrive la gente!
Mia madre é una professoressa ed insegna a Luca, il ragazzo che mi piace."

Una mia poesia sulla vita. Commentate (è la mia prima 'poesia')

Non vuole ascoltare la radio.
Sa che dovrebbe farlo per tenersi informata su come procede la guerra e su cosa accade in quei paesi di cui conosce soltanto il nome, ma non ci riesce.
Ha paura, ed allora preferisce ammantarsi nel silenzio della sua piccola e vuota casa.

E te l’ho lasciato fare. Ti ho lasciato fare tutto. Mi hai distrutto.

Riuscirà Lora a ricongiungersi al proprio figlio??? o morira senza averlo mai incontrato???

Dalla confessione dell'omicida:
"Anche da morta, le sue dita stringevano con forza quel fottutissimo foglio macchiato di sangue e pioggia. Perché le persone non sono mai pronte a morire?"
***
Non aveva altri appigli, escluse quelle tre parole. In quella frase si nascondeva la sua speranza, la sua sete di giustizia.
'So chi è'
Tutto qui, nulla di più e nulla di meno, eppure Rachel aveva riposto in quelle poche sillabe ciò che rimaneva della sua vita.
***
Rachel non dimenticava facilmente. Soprattutto se si trattava di cose o persone che amava.
Come Ray, suo figlio.

Lentamente, si siede a terra, incrociando le gambe. Strappa un fiore un po' bruscamente, e poi un altro, e un altro ancora.
“Guarda, sono color del paradiso.” esulta, puerilmente.
Si inginocchia di fronte a lei, e ne raccoglie un altro.
“Sono davvero color del paradiso.” conferma, in un sorriso gentile.

Piccola riflessione dei problemi di un bambino senza padre.

Ma forse lo avresti dovuto solo ringraziare. Perché fu solo allora che capisti cosa fosse il vero e unico dolore.

Voleva solo andarsene da tutta quella merda .
Voleva andarsene per se stessa ma soprattutto per dare un sollievo agli altri .
Perché il vero problema era solo lei .

Fare un lavoro sporco usando le anime degli altri per pulirsi la propria. Sporco è fare un lavoro disonesto per guadagnarsi la dignità. Ma la dignità e la disonestà non sono mai andate a braccetto. Sporco è fare una lavoro nel quale si arriva sempre alla fine, dove si vive nell’ombra degli altri ma in qualche modo ci si deve occupare sempre del compito più difficile. È un lavoro sporco, ma qualcuno lo deve pur fare. // storia scritta a quattro mani//