Recensioni per
Insanity.
di Neverlethimgo
Eccomi qui, come sempre in ritardo.
Ma purtroppo sono due settimane che non mi va il wifi e ti giuro che sto sclerando molto animatamente. Ma io dico: se la wind sta facendo qualcosa, perché non avvisa? Ok, dopo averti già rotto con i miei solito problemi di connessione passiamo al capitolo. Allora, allora, non succede molto ma è sempre bello, perché riusci sempre a rendere tutto perfetto anche se non accadono fatti così importanti, insomma, hai capito cosa intendo. Ma... sbaglio o è più corto del solito? Magari sono io che sono un po' rimbambita oggi hahah. Ero abbastanza sicuro del fatto che Ivy dormisse. Era già trascorsa un’ora, o forse due, dall’ultima volta che la sentii parlare. Spostai lievemente il capo verso di lei: era sdraiata su un fianco, rivolta verso di me, il viso era rilassato e di poco illuminato dalla luce esterna, ciò mi permise di studiarne meglio i lineamenti. Era bella, non potevo negarlo, sembrava davvero innocente – e sicuramente lo era davvero – al contrario di me. Era ignara di chi avesse accanto ed era certamente per questo che stava provando a fidarsi di me. Ogni gesto che aveva compiuto fino a poco fa, mi era sembrato così naturale, spontaneo, non aveva paura di sbagliare, solo la mia reazione l’aveva fermata. Pioveva ancora e, quando improvvisamente tuonò, la vidi sobbalzare leggermente, per poi stringere attorno a sé le lenzuola. Scossi il capo e le diedi le spalle, sprofondando poco dopo in un sonno profondo. Questa parte, non so perché ma nel punto in cui la guarda mi sa tanto di dolcezza. Poi sono ancora felice del fatto che l'abbia lasciata dormire tranquillamente a casa sua, tranquillamente per modo di dire hahah. Però sono dell'idea che poteva rassicurarla visto che lei ha paura dei temporali, ma vabbe, prima o poi uscirà anche il lato tenero di Jason, me lo sento. Il vento fischiava così forte quella sera e pioveva. Pioveva tanto. Era quasi mezzanotte quando rientrai a casa. Aprii lentamente la porta di casa, l’interno era buio, fatta eccezione per uno spiraglio di luce proveniente dalla cucina, la cui porta era socchiusa. Sapevo che non sarei dovuto tornare così tardi, ma non me n’ero preoccupato. Nell’istante in cui mossi qualche passo, con l’intenzione di raggiungere le scale e chiudermi in camera mia, quella porta si aprì ed incrociai lo sguardo severo di mio padre. Deglutii sonoramente ed indietreggiai, ma quando parlò mi bloccai. “Dove sei stato?” Esitai qualche istante prima di rispondere. “Fuori” dissi infine, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo. “Hai idea di che ore siano?” Non risposi, spostai momentaneamente lo sguardo verso la rampa di scale, dove accanto ad esse vi era appeso un orologio e colsi l’occasione per cercare di capire se mia madre fosse in casa oppure no. “Ovviamente no” mi precedette. “Ti avevo detto di rientrare due ore fa.” A lui non importava davvero il fatto che rientrassi all’orario prestabilito, quella sarebbe stata solo l’ennesima scusa per mettermi le mani addosso. “Credi davvero che, solo per il fatto che ora hai quindici anni, tu possa fare quello che vuoi?” gridò e chiusi gli occhi non appena lo vidi avvicinarsi velocemente a me. Sentii la sua stretta attorno al mio collo e, man mano che i secondi passavano, si faceva sempre più forte. Sono curiosa di scoprire qualcosa di più sul nostro qui presente Jason. Questi sogni non mi convincono molto, c'è sotto qualcosa, che è già abbastanza chiaro. Però è meglio se la cosa viene spiegata da lui. “Jason?” “Jason, è tutto okay?” sentii per la seconda volta una voce dolce, sottile. Una mano era poggiata sulla mia spalla e tutt’ora la scuoteva energicamente. Riaprii gli occhi e di scatto mi misi a sedere. Mi passai una mano sul viso, la fronte era madida di sudore ed il respiro era più affannoso che mai. Mi voltai di scatto a sinistra e poi a destra, incrociando così lo sguardo preoccupato di Ivy. “Va tutto bene?” domandò nuovamente, cercando di mantenere un contatto visivo con i miei occhi. La stanza era avvolta dal buio ed era difficile delineare il profilo degli oggetti o, in quel caso, delle persone. Annuii appena e mi lasciai cadere nuovamente contro il cuscino, cercando di regolarizzare il mio respiro. “Come mai sei sveglia?” le chiesi e si sdraiò poi accanto a me. “Inizialmente mi ero svegliata per via della pioggia, non ha ancora smesso e ha iniziato a sbattere violentemente contro i vetri. Poi ho visto che continuavi a muoverti e ti ho svegliato” spiegò, distogliendo momentaneamente lo sguardo dal mio. Feci per aprir bocca, quando la sua voce giunse nuovamente alle mie orecchie, così rimasi in silenzio. “Stavi sognando qualcosa di brutto?” Sospirai sonoramente, rivivendo per un istante le immagini che poco prima affollavano la mia mente. “Credo di sì, ma non me lo ricordo già più” mentii, eppure ero certo che quello non fosse stato solo un sogno. Tempo fa avevo vissuto una scena del genere, ma era tutto talmente offuscato che lo dimenticai. Jason sei un bugiardo testa di vitello, ma ti capisco. Non puoi dirle quello che hai sognato, l'avresti spaventata a morte. Che dolce, sto parlando direttamente con lui, aw, come sono tenera. Va bene la smetto, giuro. Che poi Ivy è dolce, non io. “Posso sapere perché la pioggia ti spaventa tanto?” le domandai subito dopo, evitandole così qualsiasi tentativo di pormi domande. Questa volta fu lei a sospirare ed esitò diversi istanti prima di rispondermi. Probabilmente ciò le avrebbe riportato alla mente un brutto ricordo e non avrei insistito qualora decidesse di lasciarmi all’oscuro di tutto. “È successo tutto molti anni fa, ero piccola, ma me lo ricordo bene” mormorò, sospirando di nuovo. Il suo viso era solo un profilo scuro nel chiarore di quella flebile luce lunare, ma potei facilmente intuire che non le faceva piacere raccontarlo. Avrebbe anche potuto mantenere il silenzio, d’altronde lo facevo spesso anche io. “I miei genitori, come ogni domenica pomeriggio, accompagnarono me e mia sorella al parco. Avevamo iniziato a giocare e ci stavamo rincorrendo, quando di punto in bianco il cielo si annuvolò ed iniziò a piovere” spiegò, voltandosi verso la finestra e concentrandosi a fissare le gocce d’acqua che sbattevano incessantemente contro al vetro. “Nonostante mia madre continuasse a chiamarci, la ignorammo e mia sorella mi strappò di mano il coniglietto di pezza dalla quale non mi separavo mai. Per cui la rincorsi e non mi fermai nemmeno quando la pioggia divenne più incessante. Improvvisamente mia sorella si avvicinò ad un albero, le cui foglie erano già appassite in quanto era autunno inoltrato, e così la seguii.” Per tutto il tempo non aveva distolto lo sguardo dalla finestra e poco dopo si mise a sedere, appoggiando la schiena alla testiera del letto. La imitai, senza mai toglierle gli occhi di dosso. “Piovve sempre più forte, nell’arco di una decina di minuti il terreno divenne fangoso e diversi tuoni ruppero l’aria. Entrambe ci avvicinammo sempre più al tronco dell’albero, con l’intento di ripararci. Ma non andò esattamente così.” Il suo tono di voce andò via via abbassandosi e volse lo sguardo nel vuoto avanti a sé. “Alcuni lampi squarciarono il cielo e uno di essi colpì la cima dell’albero sotto alla quale ci trovavamo noi. Non era un albero molto alto ed impiegò ben poco prima d’incendiarsi. Ci voltammo di scatto dopo aver visto di striscio quella scintilla: il tronco era in fiamme, così come parte del pupazzo che mia sorella teneva in mano. Gridò, lasciandolo cadere a terra, e mi prese per mano, trascinandomi lontano da lì” concluse, voltandosi poi verso di me. “Ecco perché non sopporto l’idea di dover stare sotto alla pioggia. So che ormai sono passati tanti anni, ma quel ricordo è ancora vivo dentro di me e mi spaventa.” “Capisco” dissi semplicemente e la capivo davvero. Nemmeno io ero mai stato bravo a dimenticare o a lasciarmi scivolare addosso certi ricordi. Seguirono diversi istanti di silenzio in cui i nostri sguardi rimasero intrecciati. Sebbene fosse difficile poter scorgere quelle sue iridi azzurre, notai un lieve luccichio nei suoi occhi. Scosse il capo e capii che stava sorridendo. “Basta, non parliamone più” disse semplicemente e così accadde. Giuro che capisco alla perfezione Ivy, anche io ho il terrore dei temporali, per un 'trauma' che ho avuto da piccola. E' una cosa orribile, perché quando dormo da qualcuno e ci sono i temporali mi sento ridicola. Comunque, tornando alla storia, sono felice che Jason in qualche modo si sia incuriosito di questa cosa. Dai, sotto sotto anche lui vuole conoscerla meglio, no? Sì, esatto. Mi faccio i miei filmini mentali ogni tre per due hahah. Quel contatto visivo durò poco, nell’istante successivo abbassò lo sguardo e cercai di capire cosa stesse guardando. “È un tatuaggio quello?” mi domandò. La maglietta bianca che indossavo si era sollevata di poco, lasciando scoperta una piccola parte del tatuaggio che avevo sul lato sinistro della vita. “Sì” le dissi, abbassando lo sguardo verso il punto che stava fissando. “Posso vederlo?” Sospirai ed infine annuii, scoprendo buona parte della pancia. Fissò per diversi secondi il piccolo disegno inciso sulla sua pelle, probabilmente senza capire a fondo di che cosa si trattasse. “Che significato ha?” domandò. “È un gabbiano e significa libertà” spiegai. Non era il solo tatuaggio che avevo, ma era quello che per me aveva più valore. Era stato il primo e tutt’ora quello a cui tenevo di più. Non ero mai stato realmente libero, ma ero certo che prima o poi lo sarei stato. Ero così assorto nei miei pensieri che quasi non mi accorsi che il suo indice stava per tracciare il contorno di quel disegno. Sobbalzai involontariamente quando mi sfiorò e sollevò il capo. Il suo sguardo sembrava quasi spaventato e non volevo che si ripetesse l’accaduto della sera prima. “Hai le mani fredde” mormorai, quasi a voler trovare una spiegazione, e poco dopo abbozzò un sorriso, ritirando la mano. “Scusa” disse poi. LA MIA PARTE PREFERITA GENTE, LA MIA PARTE PREFERITA. L'ho già detto che è la mia parte preferita? Beh se non è così: E' LA MIA PARTE PREFERITA. Mi piace perché Ivy si è 'buttata', per modo di dire e si è permessa di toccare il tatuaggio di Jason. Aw, sono così carini, non è vero? Ok, la smetto con i miei filmini mentali, giuro. C’erano così tante domande che avrei voluto porgli, così tante cose che avrei voluto sapere su di lui, ma non ebbi il coraggio di chiedere altro. Probabilmente ci sarebbe voluto molto più tempo di quel che immaginai. Volevo davvero diventare sua amica, m’ispirava fiducia – e non accadeva con tutte le persone – ma, evidentemente, la cosa non era reciproca. Non avrei voluto andarmene quella mattina, non avrei voluto ritornare a casa, stranamente stavo bene lì con lui. Nonostante stessi quasi per spogliarmi davanti a lui, non aveva cercato di mettermi le mani addosso come, invece, aveva fatto Kayden. Jason era tutto l’opposto di Kayden e questa cosa mi piaceva. Kayden era sempre stato facile da capire, Jason no. Jason era… diverso. Sebbene non parlasse molto, capii che era profondo e non superficiale, per questo non avevo alcuna intenzione di lasciarlo andare. SCHERZAVO PRIMA, ANCHE QUESTA E' LA MIA PARTE PREFERITA, ADDIO MONDO. Sì, sono in fase sclero ma poco importa. Adoro questa ragazza, la amo. Lei si che ha capito tutto della vita, non lasciarlo andare, brava brava. Coooomunque, perché mi lasci sempre così? Non puoi continuare all'infinito? Ok, mi dileguo. Alla prossima! Un bacioo, Gaia. |
adoro questa ff e seguo anche the journey e b.r.o.n.x |
Buondì C: allora intanto mi scuso per il ritardo nella recensione, il capitolo l'aveva già letto qualche giorno fa ma ero stretta con i tempi e non sono riuscita a recensirlo subito, quindi eccomi qui. |
Hola ciquitinaa :D |
Il capitolo mi piace molto, fremo dalla voglia di vedere un rapporto più intimo tra i due ma so che ci vorrà ancora molto. Per "intimo" non intendo fare sesso e roba così ma giá solo far sentire emozioni più forti l'uno per l'altra. La cosa che mi spinge sempre di più a leggere la storia è l'attesa di un addolcimento da parte di Jason, è la cosa alla quale più ambisco e non vedo l'ora. Ovviamente so che dovrò aspettare ancora molto ma comunque ti consiglio di iniziar a far vedere, più avanti, dei piccoli cambiamenti da parte di Jason, dalle piccole cose.. quelle che sembrano più innocenti; così da poter interessare ancora di più il lettore. Ma questi sono consigli per il futuro, per adesso stai andando davvero bene, stai iniziando a far "conoscere" i due protagonisti e lo stai facendo molto bene, complimenti e alla prossima. |
Aspettavo questo capitolo con ansia, scrivo una recensione che fa concorrenza alla divina commedia, premo ' invia la recensione' e boom, non mi va più internet. Dico, ma si può? |
Alla faccia del capitolo tranquillo, come osi dire certe cos- oh aspetta.. |
Eccomi di nuovo, in teoria prima di aver ricevuto il tuo messaggio sull'aggiornamento! |
qualcosa mi dice che jason farà a pugni con l'ex di ivy... motivo? la vuole difendere |
Ehy! Io penso che questa storia sia davvero stupenda perché mi prende davvero molto quando la leggo! Il capitolo era perfetto e adoro Jason e Ivy insieme ♥ |
Inizio col dire che amo un sacco il banner, è stupendo ed ogni volta lo fisso per almeno 5 minuti. Il capitolo? E' perfetto come del resto anche tutti gli altri. Adoro questa storia e il tuo modo di scrivere. Ti prego continua al più presto. :) |
Oddio sono troppo curiosa anche perché tu fai la stronza e dici ritornerà in scena l'ex di Ivy e... |
Che palle, questa storia è una tortura. |
Tu non eri in ritardo, ma io sì, e pure tanto. Come al solito. Figuriamoci, posso mai essere in orario a recensire una tua storia? Ovviamente no, secondo me è scritto nel destino. |
Sempre più segreti vedo. La paura di Ivy verso la pioggia avevo intuito che centrasse qualcosa col suo passato, ma cosa? Un incidente? Un qualche fatto traumatico? |