Recensioni per
Darkness of Desire - Due teli di plastica
di Marlenae

Questa storia ha ottenuto 235 recensioni.
Positive : 235
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
26/10/17, ore 20:20
Cap. 29:

ok..credimi dopo questo capitolo con troppe informazioni negative ero tentata di lasciar perdere la storia, perchè davvero credo sia pure masocchismo quello di clarke, sapeva ma ha voluto per l'ennesima volta sbatterci la faccia e ora credo sia la volta decisiva.. mi hai traumatizzato davvero..non so che dire.. leggevo vicino a mia madre che mi ha chiesto perchè avessi questa faccia, ti dico tutto!bo davvero, ho paura di leggere il nuovo capitolo sto di nuovo odiando lexa.. e credo che non ci sia una strada giusta per lei, spero clarke si salvi perchè ormai lexa è dannata..a presto credo :D

Recensore Junior
26/10/17, ore 12:32
Cap. 29:

Scrivo a caldo, appena terminata la lettura. Non lo faccio praticamente mai perché solitamente lascio fluire le parole, le sensazioni, le immagini facendo in modo che non soccombano sotto la dittatura delle emozioni. Ma stavolta è diverso, scrivere più tardi sarebbe stato mediato, premeditato, finto.
Parto dal Purgatorio, con Jasper, Raven, Finn. Oltre i due teli neri l’Inferno. Dopo averli oltrepassati credo di essermi sentita come Clarke. Ed ho odiato tutti, da entrambi i lati dei teli, Finn, Thelonius, Bellamy del quale l’idea che possa anche solo avvicinarsi a Lexa ha sempre risvegliato in me istinti omicidi. Forse è la rabbia, per la rinuncia di Lexa, per il suo ennesimo annientarsi, o per quell’ultimo quadro di insieme davanti al quale ho avuto davvero la sensazione che il mio cuore fosse diventato di marmo. Non ho parlato subito dell’incontro iniziale, ma ho ricordato le parole di una canzone, Dj Morphine, che mi fanno pensare ad un dialogo attraverso i gesti, “resta nelle vene”, ipnotizza il cuore”, “cadi da me, raccoglimi nell'ombra, trasformami”, “cadi da me, disegnami nel fuoco e possiedimi” “corri nelle vene, succhiami il dolore”. E’ come se nella galleria in cui si vede l’oscurità di cui ho parlato altre volte, tutti gli specchi fossero esplosi, tutti insieme. E’ come se Lexa avesse cercato di difendere Clarke, parandosi davanti a lei per evitare che i frammenti la colpissero, spingendola via con violenza. Ma non c’era più tempo, i frammenti si sono conficcati nella carne di entrambe.
Non ci sono delimitazioni, contorni, confini, nemmeno a quanto accaduto sul set. La domanda di Clarke è anche quella di chi legge, Lexa è stata spinta dai “riflettori”, dal voler essere protagonista, da una sorta di egoismo ed egocentrismo per cui non poteva lasciare la scena ad Echo? La mia personale risposta è che non avrebbe potuto lasciare che l’opera di Clarke fosse priva della sua unica ragione, fosse interpretata da una controfigura, un clone come si legge nel testo. Non lo vedo come un addio, perché, sempre dal testo, una saldatura si stacca solo spaccandola.
Ora peccherò di presunzione, ma sapevo che questo capitolo, questo momento sarebbe giunto. E che mi sarebbe occorso un lavoro sopraffino per ricacciare le lacrime, con buoni esiti contrariamente a Clarke.
In “quel mondo”, non esistono una consuetudine, un inizio ed una fine, o una trasformazione in creature del Purgatorio e dell’Inferno. Il passaggio tra i due teli, l’andata ed il ritorno, richiedono uno sforzo sovrumano e non lasciano mai indenni. Più di altre volte, questa recensione è composta da pensieri sconclusionati e poi, come accade spesso, pensieri ed immagini del capitolo mi accompagneranno fino al prossimo. Nonostante mi abbia molto scossa, resta profonda la convinzione che certe storie, certi racconti, sono indispensabili, per chi li scrive e per chi li legge. Per me sono dei salvacondotti.
I teli sono due tempeste, che alternano fuoco, sabbia e neve. Aggiungo, "postuma", una rivelazione mista ad una rilevazione. Di ogni capitolo, come si fa in genere in modo più o meno consapevole, ritengo e conservo alcune cose. Degli elementi significativi. Stavolta sono il Mercurio, Bon Iver e la Principessa Splendente.
(Recensione modificata il 26/10/2017 - 01:32 pm)

Recensore Junior
25/10/17, ore 14:16
Cap. 28:

Il primo pensiero che ho avuto quando hai introdotto Finn?! "Giusto lui mancava nella vita della tua Clarke!" 😅 Devo ammettere mi aspettavo un'evoluzione diversa..invece finora il suo personaggio ha avuto un ruolo marginale rispetto a quello che avevo immaginato..seppur ho la sensazione siamo ancora lontani dalla conclusione della storia e quindi non metterei la mano sul fuoco che i personaggi mantengano i ruoli che hanno adesso 😊
Bellissimo il primo brano del capitolo 24, si adatta perfettamente al passaggio..che sembra "accelerare" e "rallentare" in simbiosi…Ho adorato la battuta di chiusura di quel capitolo.."un solo enorme respiro" è quello che ho fatto anch'io per averlo letto tutto in apnea!
Mi piace come ci stai facendo conoscere Lexa..lentamente..Fino al capitolo 25 sembrava fosse lei la causa del malessere delle persone che la circondano, quel capitolo invece ci mostra come Lexa sia solo la più forte e in quanto tale si sia presa carico di tutto..e forse è proprio questo che inizialmente l'ha avvicinata a Clarke, a suo modo un'altra anima bisognosa d'aiuto, una sorta di propensione a soccorrere chi gli sta intorno..e quel che la spaventa di più e che non sa come gestire è che, fino all'incontro con Clarke, non ha mai ricevuto nulla in cambio, né gratitudine né un'unica possibilità di essere la parte debole, di essere lei il "peso" poggiato sulla spalla di qualcuno (concetto che ho ritrovato anche in questo capitolo), mentre Clarke le offre quella spalla, un appoggio che vuole essere mutuo, un rapporto alla pari, quando l'una è debole, l'altra è forte e il ruolo di ciascuna si alterna tra un estremo e l'altro…Mi è piaciuta tantissimo la scena finale di quel capitolo! (non so se la mia "interpretazione" è corretta, è quel che ho percepito leggendo fin qui e il capitolo 25 in particolare 😊)
Complimenti per la scena in ascensore del capitolo 26, seppur raccontato in maniera implicita, arriva chiaro il pensiero di Clarke su quanto le sta accadendo, su quel che prova! Un mix tra un'irrazionale gioia e un razionale timore generati in parti uguali dalla stessa persona: non sarebbe tanto felice se questa persona non fosse Lexa, non avrebbe tanta paura se questa persona non fosse Lexa…
Le colonne sonore dei set sono sempre perfette! E questo capitolo non fa eccezione 😉
Ps: mi scuso per queste mie recensioni.."riassuntive" ma la mancanza di tempo mi impedisce di recensire il singolo capitolo 😔

Recensore Junior
24/10/17, ore 10:02
Cap. 28:

Mi ritrovo ancora una volta a comporre una recensione. Per un capitolo che è una composizione di elementi che non richiedono di essere definiti.
C’è una lotta apparente tra la “durezza” di Lexa e la sfrontatezza, la spregiudicatezza di Clarke. Ma in realtà è un’alleanza inconsapevole, una battaglia combattuta con armi vecchie e nuove che devono sempre essere maneggiate con cura.
Lexa deve aver trascorso i tre giorni silenziosi e silenti a richiudere la breccia aperta da Clarke, ad assicurarsi che tutto sia tornato al proprio posto, che quella sorta di accesso vietato sia tornato sotto controllo. Lexa non ha difeso Clarke, o meglio, non ha difeso solo Clarke. Ha difeso entrambe. Non se ne rende conto perché la forza di questo legame fatto di spigoli appuntiti, di schegge di vetro che feriscono quando raccogli i frantumi, ma che la fa sentire (riprendo quanto scritto in precedenza) “vivida”, che restituisce il significato originario ai sensi, la spaventa tremendamente. E’ insolito, inaspettato, forse attutito o anestetizzato e per questo non sa come maneggiarlo, per questo può renderla vulnerabile. Ecco, dunque, la necessità di una difesa quasi primordiale.
Clarke sembra inarrestabile, ringhia la sua indignazione e poi la rende concreta con quella musica che esplode dagli amplificatori, dalle casse acustiche, che torreggia su tutto e su tutti e della quale Lexa si permea, si appropria. E’ la loro musica, la musica di Lexa e Clarke, che arriva con la veemenza di un vento forte, come quello che c’è stato qui in questi ultimi giorni, a spazzare via le anime di cartapesta che le circondano, a sbriciolare le falsità, le maschere posticce. Prima di “collegarmi” alla canzone destinata ad accompagnare questo momento, ho pensato ai My Life Thrill Kill Kult della colonna sonora de “Il Corvo”, film al quale per coincidenza pensavo in questi giorni e che è saltato fuori in un altro dialogo, in un altro posto proprio ieri sera.
Pensavo alla somiglianza tra “queste” Lexa e Clarke con quelle visto sullo schermo. E’ qualcosa che va ben oltre la similitudine, ne coglie l’essenza. Un riflesso, uno specchio bidirezionale che corre parallelo per tutto il racconto. La scrittrice coglie l’essenza delle due donne, le due donne colgono l’essenza della scrittrice.
Il luogo di incontro è quello dell’ultima parte del capitolo, il buio della notte che sta per congedarsi, il nero dove tutto sembra non vedersi, ma è solo più intenso, più denso.
Il nero permette agli altri colori di esistere. E’ al buio che Clarke percorre i contorni di Lexa, con il tatto. E lo stesso accade con il tatuaggio. Per sentire l’inchiostro non devi toccarlo, devi sfiorarlo, è così che i polpastrelli rimangono imbrattati di quel nero. Nightblood. Il sangue, mescolato all’inchiostro mentre la tatuatrice è all’opera è nero. Ancora, per qualche giorno, ne rimane traccia. Un significato che va oltre il disegno, il simbolo, fila dritto in profondità.
I teli avvolgono due corpi nudi accarezzati dalla neve.

Recensore Veterano
24/10/17, ore 08:50
Cap. 28:

Ciao! In questo capitolo sta emergendo la personalità di Lexa! Finalmente Clarke ammette ed accetta ciò che prova per Lexa e la vede con altri occhi.... vede la fragilità e contemporaneamente la forza e il conflitto interiore che le accomuna, vede il vuoto e la rabbia, il senso di annientamento e la lotta sanguinaria per sopravvivere ed uscire dall'abisso in cui sono precipitate entrambe. Quando Clarke le chiede dove è finita, Lexa risponde dove sono sempre stata... ma in realtà è un grido d'aiuto... è il suo chiedere a Clarke di portarla via, perché con Clarke lei è diversa... è come dirle che non ce la fa da sola... Almeno io ho capito questo, ho percepito questo. Dimmi se ho sbagliato. Un abbraccio.

Recensore Veterano
23/10/17, ore 23:21
Cap. 28:

Ennesima mazzata ennesima carezza!questa coppia mi farà uscire pazza, sembrano elettroni impazziti in balia di chissà quale tempesta!Lexa la capisco sempre meno, mi destabilizza sempre più il suo personaggio (e confesso adoro questa cosa) e Clarke ormai mi sembra appoggiare un pò la filosofia "prendiamo quello che viene"sopratutto in questo capitolo sembra essere finalmente giunta alla consapevolezza che farsi troppe speranze la porterà inevitabilmente a essere risucchiata in un grande buco nero dove forse anche se parzialmente  si trova  già... alla prossima 

Nuovo recensore
23/10/17, ore 23:01
Cap. 28:

Prima cosa: gran colonna sonora perfetta per quello che hai scritto, funziona davvero come amplificatore emotivo ;)

Ho adorato i particolari che hai sparso ovunque e il "duello" tra loro due, duello destinato a rimanere in stallo lasciando quella tensione amara di fondo. Amarezza e delusione che poi sfocia nella spiegazione del progetto di Clarke, una delle più belle e sincere dichiarazioni che potesse farle.
L'ultimo pezzo è davvero delicato ed è una bellissima esplosione di emozioni, sia da parte di Clarke, che di Lexa.
Bello e molto coinvolgente.
Complimenti e a presto :)

Recensore Master
23/10/17, ore 22:03
Cap. 28:

ecco.. lo sapevo che dopo mezza gioia ci arrivava la mazzata..ecco che lexa è tornata come prima.. questo è un duro colpo però, felix è un folle!come sempre però lexa saprà farsi riconoscere in ogni campagna..spero la scena finale, sia nata un senso di colpa di lexa anche se la vedo grigia.. clarke come sempre ruota intorno a lexa nonostante tutto una dolcezza che la distruggerà temo.. a presto

Recensore Junior
22/10/17, ore 20:12
Cap. 27:

Uno specchio. 
Continuo a vederci uno specchio, continuo a perdermi nelle sfumature di ogni tua parola, di ogni tua virgola. 
Mi riesce difficile capire chi è Clarke, chi è Lexa, perché sono diventate pura osmosi. C'è uno strano connubio nel loro modo di essere, come se il dolore di una si diluisse in quello dell'altra, un pozzo dal quale è difficile riemergere, è difficile anche solo capire quest'intimità che le unisce.
Stanno facendo l'amore per la prima volta, un amore fatto non di mani e di gemiti ma di lacrime e di strette familiari. Credo di essere particolarmente affezionata a questo tuo piccolo universo per diverse e fin troppe particolari motivazioni. C'è un tuo personaggio che sento così mio, così affine a certe esperienze di vita che a volte rabbrividisco per la precisione che usi e mi sento di rivivere tutto una seconda volta. In una chiave intensa ma al contempo brutale.
Non saprei, non so. 
So solo che evocare queste sbiadite pulsioni ti riesce facile, ti riesce bene.
Un caloroso abbraccio,
Acrymonia.

Recensore Veterano
22/10/17, ore 15:48
Cap. 27:

Adoro il tuo modo di scrivere, fai arrivare quasi come uno schiaffo in pieno volto emozioni e stati d' animo !
Che dire trovo davvero geniale questo impercettibile, sempre più travolgente, cambio di rotta tra Clarke e Lexa da sempre due treni su due binari diversi i quali sembrano quasi ,da un certo punto di vista, scambiarsi le parti prendendo direzioni che prima appartenevano all' altro.
Da una parte abbiamo la bionda che inizialmente sembrava un involucro vuoto, prendere le redini in mano di ciò che le sta succedendo intorno e dall' altra la mora che capitolo dopo capitolo sembra dare seri segni di cedimento, perdendo la sua solita sicurezza dovuto forse al fatto che Clarke inconsciamente la sta mettendo davanti ad uno specchio dal quale é impossibile non specchiarsi dentro!? Non vedo l' ora di continuare a leggerti per scoprire cosa hai in serbo per noi! ;)

Recensore Junior
21/10/17, ore 22:02
Cap. 27:

Un altro scritto che ha la presunzione di essere una recensione.
Clarke è imponente e si impone. Strappa Lexa dalle grinfie di Thelonius, dai colori incolori, dalla macchina tritacarne che Felix fa ruotare sullo scenario. La reclama, sulla pista da ballo, facendo fluire in superficie quella sorta di fuoco che non è solo desiderio fisico, che l’alcool fa apparire nel suo essere impellente e che priva di ogni inibizione. Arde talmente forte, prepotente, da non potersi chiamare solo coraggio, è un ardire prorompente che dissolve ogni freno, ogni restrizione e costrizione autoimposta. Quando Lexa scopre la lettera, Clarke sembra essere colta dal terrore puro di essere sul punto di perderla e di perdersi, di aver dato il definitivo avvio alla distruzione di entrambe. Da qui la necessità, l’urgenza dolorosa di spiegare, di rivelare tutto. Ma sono proprio le parole che adesso potrebbero fare troppo male, al pari delle sassate dirette verso Lexa da ogni dove, da Bleahmy, Rohan, la stessa Anya. Che si autoproclamano vittime e scagliano la loro inconsistenza su colei che ha la “colpa” di averli accompagnati in quella galleria di specchi in cui si osserva l’oscurità. Anche stavolta, leggendo, c’è quasi un voler inglobare quelle parole che descrivono Clarke accanto a Lexa, quei momenti che danno una sensazione di pienezza. E’ come se le due donne si disciogliessero l’una nell’altra. Credo di dover aggiungere alcuni pensieri riguardo Lexa, di dover spiegare perché sento una particolare affezione per il suo personaggio. E’ passato davvero molto tempo da quando ho conosciuto qualcuno che le assomigliava molto e che sentivo vicinissimo per modo di sentire, di “vivere” le situazioni e le emozioni. Era un modello, conosciuto attraverso una mia carissima amica, con la quale lui condivideva un rapporto difficile da definire. Ricordo che una volta lei arrivò con la macchina appena uscita dall’autolavaggio. Sul parabrezza c’erano ancora parecchi rivoli d’acqua, sembrava impossibile potesse vederci qualcosa. Lui tolse la camicia e asciugò il vetro. Alcuni ragazzi della comitiva risero, la mia amica rimase pietrificata dall’imbarazzo, mentre la fidanzata ufficiale del ragazzo urlò che si trattava di una camicia di Armani. Io mi ritrovai di fianco a lui, a guardare il vetro pulito. Tempo dopo, in una sera d’autunno come questa, la mia amica chiamò in lacrime per dirmi che era successa una cosa terribile, un grave incidente. La macchina era andata completamente distrutta, di lui non si avevano notizie. Pensai subito ad una gara. Non sarebbe stata la prima volta, amavano provocarlo, fare di tutto per tirare fuori l’”estremo”, e lui a volte cedeva. Mi scuso per questo “fuori programma”, soprattutto mi auguro un epilogo diverso, ma non ho trovato un modo migliore per spiegare cosa mi lega a Lexa.
I teli sono due ali spiegate.
(Recensione modificata il 21/10/2017 - 10:03 pm)

Recensore Master
21/10/17, ore 10:55
Cap. 27:

Colpo di scena, Clarke e stata posseduta per un attimo.. mi e piaciuta questa nuova versione di Clarke..per la prima volta ho provato tenerezza per lexa, echo fa emergere il suo lato peggiore se fosse possibile.. il lavoro e l’unica cosa che tiene insieme i pezzi che la compongono, quindi lei la sta mettendo a dura prova.. ora poi il colpo di grazia con la scoperta che Clarke voleva andare via temo che le cose cambieranno di nuovo.. a presto e complimenti come sempre

Recensore Master
21/10/17, ore 09:52
Cap. 27:

Negli ultimi capitoli si iniziava a vedere il cambiamento di Clarke, e qui si riconferma. La bionda finalmente sta tirando fuori tutto il suo carattere, la sua forza di andare avanti e realizzare qualcosa. Inversamente a lei c'è il crollo di Lexa, che per quanto si nasconda dietro quella maschera di impassibilità, poi quando si ritrova sola con Clarke inizia a far vedere la sua fragilità.
Mi piace molto l'evoluzione dei loro personaggi, e la piega che sta prendendo la storia. Sembra quasi che entrambe siano cambiate prendendo qualcosa dall'altra.
Alla prossima un abbraccio
Pai

Recensore Junior
20/10/17, ore 20:21
Cap. 26:

Un’altra recensione fatta di pensieri appoggiati. Ci sono due sensazioni contrastanti che vestono come una giacca di buona fattura. Questo accade grazie alla scrittura. Nei momenti in cui Lexa e Clarke sono insieme, si crea una sospensione, si rimane a fissare le parole, come se si cercassero il tempo ed il modo di incorporarle, per assaporare totalmente la bellezza di quello che sta accadendo. La percezione. Ecco, è questo che succede a Lexa. I sensi, tutti, non si limitano più ad attivare un meccanismo biologico ed hanno spazzato via qualsiasi anestetico. Lexa, tocca, sfiora, accarezza. Non solo percepisce, ma prova. Con Clarke. Una gestualità che esprime un bisogno silente che comincia ad essere riconosciuto. Ed ecco l’altra sensazione. Quella del rischio altissimo corso dalle due donne, il pericolo di frantumarsi, di disintegrarsi dall’interno. L’apparente urgenza di far emergere il mistero, il non detto che Lexa porta con sé, Octavia, Roan, è come se volessero sbatterle in faccia un suo essere ricettacolo di fatti e misfatti, di perdizione e corruzione. Ogni tentativo andato a vuoto non fa che acuire la rabbia, la frustrazione dei suoi “nemici”, che vorrebbero a tutti i costi che Clarke sapesse, conoscesse, forse si allontanasse. E’ proprio Clarke che in questo momento impedisce a Lexa di spezzarsi. Riempie gli spazi, gli interstizi più piccoli, attraverso i quali potrebbero farsi strada aliti che aspirano a diventare monsoni. Rendere un tributo all’essenza di Lexa è qualcosa che Clarke sta già, inconsapevolmente facendo. Entrambe lo stanno facendo. Più di altre volte, ho faticato a dare una forma a questi pensieri, che spesso sono simili a Lexa e sfuggono facendosi beffa di qualsiasi tentativo di ordine e confine. Ed ho pensato al significato di travolgimento, quello che fanno Clarke e Lexa, quello che fa questa storia.
Stasera i teli sono due vetrate sulle quali scorrono rivoli di pioggia.

Recensore Junior
20/10/17, ore 16:51
Cap. 26:

La caratteristica fondamentale della tua scrittura, oltre all'invidiabile e pressoché innato potere evocativo, è il modo in cui rendi estenuante la lettura di periodi che, tutto sommato, sono brevi.  
Vai a capo molto spesso, dopo aver gettato poche parole come benzina sul fuoco, e quel tuo andare a capo lascia un sapore vagamente salato proprio dietro al palato. Come se invitassi a riflettere, a soppesare ogni parola che non è stata assolutamente utilizzata a caso. 
Anzi.
Niente è dettato dal caso, nulla è posizionato solo per una mera ossessione di riempire uno spazio vuoto. E questo genera una consapevolezza nella mente di chi legge — sicuramente nella mia — che spinge a domandarsi il senso di ogni singola parola. Di ogni singola virgola. 

Tornando al racconto ed accantonando un discorso meramente stilistico: non saprei da dove cominciare.
Ciò che i miei occhi vedono è un tentativo di essere normali bruscamente interrotto dal peso di scelte passate e dai fantasmi di quello che si è stati.
Quello che vedo è una Lexa che prova a stare con Clarke, una Clarke che finalmente si è lasciata andare su funi sospese: un funambolo in balia del vento, seppure ritrovando a fatica una dimensione perfetta nella quale sostare. In attesa.
Mi ero quasi abituata a questa stasi, a questi placidi tentativi di dare finalmente una forma a qualcosa.
E, puntualmente, dopo aver dato, annulli.

Non so cosa aspettarmi da Jaha, posso solo attendere un tuo aggiornamento.
Un bacio,
Acrymonia.