Recensioni per
Darkness of Desire - Due teli di plastica
di Marlenae

Questa storia ha ottenuto 235 recensioni.
Positive : 235
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/10/17, ore 09:25
Cap. 26:

ok lexa a modo suo sta cercando di avere un quotidiano con clarke giusto?sembra quasi che ci voglia provare..odio roan di certo lui non può parlare.. però questo mistero che avvolge lexa è sempre presente, tutti sanno e spero un giorno anche noi e clarke..sono davvero belle quando cercano un contatto tra loro..ormai clarke è persa per lei e chiaro quando immagina già il lavoro alla perfezione su di lei..vediamo cosa succede se thelonius accetta a presto

Recensore Master
19/10/17, ore 17:02
Cap. 26:

Tutta quella quiete iniziale, mi aveva fatto venire paura di una fine catastrofica. Invece no, ovviamente come sempre qualcosa disturba i piani e li manda a monte, ma finalmente ho visto una Clarke che torna a vivere, e una Lexa che lascia trapelare il suo bisogno di restare connessa a lei.
Thelonius non mi piace molto, ma spero che almeno per la carriera di Clarke servirà a qualcosa.
A presto, un abbraccio
Pai

Recensore Junior
18/10/17, ore 08:35
Cap. 25:

Ci sono sostanze che vanno maneggiate con cautela, attenzione, che a volte richiedono procedure di altissima sicurezza particolari, rigide. Perché potrebbero infettare, contaminare, avvelenare, corrodere, esplodere, uccidere. Molte devono essere contenute. E la tensione continua può generare una falla, una crepa di un micron che non era prevista e prevedibile. Così il contenitore ha bisogno, senza frequenze prestabilite, di essere contenuto. Così capita per il dolore, la tenebra, il miasma oscuro che chi coglie e raccoglie racchiude in un compartimento stagno, per poterlo trattare in una zona sicura, che non possa fare male.
Dove si collocano Lexa e Clarke in questo scenario, che al contrario di come sembra, almeno in questo istante, vorrei privare di qualsiasi cupezza e disperazione? In questo capitolo è Clarke a contenere, a tenere anzi, Lexa. Ma c’è altro che si svela e che viene rivelato dai loro gesti. Un’implicita dichiarazione: “sto scoprendo le tue ferite nascoste. Userò un unguento per lenirne il pulsare delle cicatrici. Non sarà miracoloso, non prometto che sarò dolce e delicata. Solo, ti darò me stessa.” Le parole, i gesti, gli incontri, che all’inizio erano letteralmente scontri, adesso quasi si sfiorano. Il colpire sordo è stato sostituito da un soffermarsi a guardare, a sentire. Le esclamazioni di Clarke, davanti ad uno spartito che credeva di leggere con l’abilità di una pianista che si destreggia con le chiavi di fa e di sol, ma che ha scoperto di dover interpretare con la chiave di re, trasudavano rabbia, furia, quella stizza che ti fa buttare tutto all’aria. Adesso, si avverte la trasformazione, l’affiorare di un nuovo linguaggio, il comprendere il perché di quella pausa sullo spartito, che significa un attacco in levare. L’ardire di affrontare quel solfeggio di semibiscrome, ignorando quella goffa litanìa prodotta dalla bocca e concentrandosi sul suono, un origami.
Mi piace pensare di aver guardato l’ultima scena di Lexa attraverso i suoi occhi, facendone regalo alla memoria a lungo termine, perché ippocampo e amigdala potessero giovarne, con giochi di luci ed ombre sempre diversi.
I due teli. Ognuno è un Giano bifronte, che indossa guanti da boxeuse.

Recensore Master
17/10/17, ore 14:34
Cap. 25:

Un capitolo in bilico, e per una volta in bilico entrambe. Il momentaneo smarrimento di Lexa, ed il suo mostrare qualche piccola crepatura nella sua stoicità ha smosso Clarke a prendere in mano la situazione. Finalmente ha deciso, e finalmente si è imposta obbligando Lexa a scoprire le sue carte.
Ed è ormai chiaro che entrambe siano un casino incapace di esprimere certi sentimenti a parole, ma è altrettanto chiaro, che siano in grado di provarli, e che le loro azioni li abbiano ampiamente dimostrati.
Tutto può ancora andare a rotoli, i tuoi personaggi sono stravolgenti e possono esplodere al primo scossone come ordigni innescati pronti alla detonazione, spero solo che quelle due, vadano a rotoli assieme, e facciano un gran botto salvando le loro anime sperdute a vicenda.
Alla prossima, un abbraccio
Pai

Recensore Master
17/10/17, ore 12:52
Cap. 25:

Ecco.. io davvero mi chiedo come fai.. spettacolo come sempre, questa notizia del padre mi ha traumatizzata ci credo che spezzi così una persona.. amo come in tutto quello che le circonda riescono a tornare un modo per stare insieme e rimanere a galla.. insieme sono perfette nella loro imperfezione.. insieme sono letali ma Vitali l’una per l’altra.. amo come racconti ogni dettaglio di tutto.. complimenti come sempre

Nuovo recensore
17/10/17, ore 11:24
Cap. 25:

Finalmente si fa un po’ di chiarezza su tanti atteggiamenti e rapporti, si dirada un po’ la nebbia e il grigio che accompagna tutta l’atmosfera della tua storia. Un tono di colore acceso, vivo, in un mare di viola, grigio e blu che che hanno caratterizzato tutto finora.
Questo capitolo è di una dolcezza unica, delicato e profondo.

Qui Clarke e Lexa si riparano a vicenda: una vomita l’acido che la corrode dall’interno e l’altra (ormai è la “badante” ufficiale del gruppo) che non si permette debolezze per non cadere come un castello di carte.

Non mi dilungo sui personaggi, perché saresti capace di ribaltare tutto nel prossimo capitolo :P
E pensando a Clarke che dire… era ora!
Alla prossima.

Recensore Veterano
16/10/17, ore 10:46
Cap. 24:

Stupenda come sempre, più si va avanti e più ti senti coinvolta nelle vesti di Clarke.Confesso che ad ogni capitolo ho sempre più domande che cercano risposte,risposte che sembrano non arrivare mai almeno almeno non completamente... Comincio a pensare che nella complessità dei vari personaggi ma sopratutto di Lexa molto venga taciuto; ci sono delle piccole sfumature tra le righe che scrivi che iniziano a farmi pensare che la mora venga dipinta da una Clarke troppo miope per vedere ciò che si trova al di là di quel riflesso che ormai cela male ciò che la stessa Lexa vorrebbe nascondere. Amo e odio questi piccoli passi in avanti fatti per poi riceverne tre indietro ,sono davvero curiosa di leggere i prossimi capitoli sperando di trovare qualche risposta alle mie domande.

Recensore Junior
16/10/17, ore 00:38
Cap. 24:

Una deflagrazione. E’ questo che ci si aspetterebbe di sentire da un momento all’altro, che l’ordigno inesploso nascosto nelle tasche dei protagonisti, si attivi e distrugga o danneggi irreparabilmente tutto e tutti. Invece si avverte una sorta di quiete.
La “complessità di quello che provano” è mostrata da entrambe, Jacques è stato sostituito da qualsiasi interazione, contatto di sguardi, di mani, di pelle.
Si assiste al capovolgimento di ogni sensazione, sentimento, impressione. Non si tratta di un gioco degli opposti, quanto piuttosto di una specularità.
Clarke pensa che Lexa si “nutra del dolore degli altri”. Ma non è un cibarsi di, piuttosto è un appropriarsi, un ricevere. La saetta disegnata dal vapore sullo specchio è il riflesso di quella che Clarke ha dentro di sé. La punta di una freccia mai rimossa, come la scheggia di un proiettile posizionata vicino ad un organo vitale. E’ Lexa a farla muovere, a farla uscire fuori, come una calamita. Non le è permesso cedere, per questo forse vuole allontanare Clarke. Potrei semplicemente dire che in questo momento è evidente come abbiano bisogno l’una dell’altra. Ma è tutto molto più complicato ovviamente. Un capitolo che mi ha sorpresa, perché, gioco ancora con le parole, inaspettatamente atteso. Un altro incontro con l’abito di uno scontro. La descrizione minuziosa di ogni singolo attimo si fa assaporare nella sua interezza ed intensità e mi ha fatto amare, per quanto questa parola sia riduttiva, queste due donne in modo inverosimile.
I teli sono composti da moucharabiehs, motivi geometrici che mutano a seconda dell’illuminazione e della traiettoria con cui lo sguardo li colpisce.

Recensore Junior
14/10/17, ore 09:12
Cap. 23:

Di nuovo, un insieme di sussulti, di pensieri che s’incrociano, che emergono e scuotono quasi con violenza per tutta la lettura. Per un attimo ho dovuto spingere via tutti i personaggi, appoggiarli altrove per guardare solamente loro due.
Il furore di Clarke, che vuole saziarsi di Lexa prima di andarsene. Sulla scena di questo “crimine” consumato con il fuoco dell’assenzio, fa il suo ingresso Locard, il suo principio, due oggetti, due persone in questo caso, entrano in contatto e lasciano sull’altro una traccia di sé. Usando un gioco di parole, un principio che è la fine. La fine che è nell’inizio, come dicevi tu. Dunque è Lexa ad incarnare l’oscurità del desiderio? O è l’ingresso per una galleria di specchi nella quale gli avventori vedono la propria tenebra, brama oscura di desiderio, in tutta la sua essenza, senza maschere, impedimenti? Prorompente, vischiosa, lussuria pure e semplice, piacere fisico. Ancora, si mescolano i pensieri, frasi rubate, “sotto la pioggia, il mio corpo diventa una lacrima”, “non ho più me”. Sono proprio le parole di Clarke, rabbiose, furenti, colme d’indignazione, a dimostrare che Lexa non si concede e non concede a tutti. Tutto in lei sembra voler dire il contrario, ma quello che accade lo dice chiaramente. Il destino di Lexa è di non essere e non avere un’”esclusiva”, ma quando assapora Clarke, e non solo con la bocca, ma con tutta se stessa, per un momento vacilla. E’ Clarke a toglierle tutti i mantelli, a farla sentire, uso ancora un gioco di parole, vivida, a spazzare via qualsiasi anestesia dei sensi. Se l’uscita d’emergenza di Clarke è una lettera, per Lexa non sembra esserci traccia di via di fuga. La domanda di Lexa apre la porta su uno spazio non più delimitabile. C’è ancora tanto non detto, non visto, percepito. Al termine del capitolo, per coincidenza quasi in accordo con le sue battute finali, mi sono sentita come se avessi corso al ritmo di una centometrista, i battiti cardiaci a tempo di speed-metal.
Alabastro. I teli sono due colonne dove circola sangue nero misto all’assenzio, che solidifica e diventa alabastro.

Recensore Junior
13/10/17, ore 20:25
Cap. 23:

Wow... ogni volta che leggo un capitolo di questa storia dimentico quasi di respirare ... ma questa domanda finale .. che dire .. pazzesca .. ti lascia veramente senza fiato .. un travolgere di emozioni !! Ogni capitolo e’ Qualcosa di unico .. non vedo l’ora di leggere il prox!! Tks B.

Recensore Master
13/10/17, ore 19:35
Cap. 23:

noo ma come??se ne va.. cioè non che sia un male, però aiuto.. che disperazione saranno giorni infiniti per tutti temo..adoro clarke che con disperazione cerca l'ultimo contatto con lexa consapevole del loro addio, lexa e fragile come non mai ma non si smentisce, il suo essere non cambia, non vedo così male la domanda di lexa a modo suo contorto non cè dubbio vuole sapere di più.. chissà clarke se avrà i coraggio di rispondere o andrà via..a presto

Recensore Master
13/10/17, ore 18:47
Cap. 23:

Questo capitolo è stato di un intensità pazzesca. Clarke ha preso in mano la situazione ad un certo punto, e ha pensato di poter avere il controllo, ma alla fine Lexa trova sempre il modo di spiazzarla.
Sono proprio ansiosa e curiosa di vedere che succede ora.
Alla prossima, un abbraccio
Pai

Recensore Veterano
13/10/17, ore 16:34
Cap. 23:

Ciao, non ho recensito gli ultimi capitoli perché aspettavo degli elementi chiarificatori per riuscire ad avere un po' di luce nella nebbia in cui mi sto perdendo leggendo la tua storia. Probabilmente manco di acume ma ci sono delle cose che proprio non capisco... non capisco che rapporto c'è stato tra Octavia e Clarke e tra Octavia e Lexa. Non capisco perché Lexa viene vista come una specie di mostro, come una malattia che contagia tutti... quando da quello che tu scrivi è sempre la prima che accorre in soccorso di tutti. Clarke va a letto con Bellamy però è Lexa quella che si fa tutti... mah?! non capisco... sempre da quello che scrivi tu Lexa è andata a letto solo con Clarke.... A me sembra che Lexa sia più fragile di Clarke e che questa sua indifferenza sia solo uno scudo per difendersi. A me sembra che Lexa si sia innamorata di Clarke e che abbia paura di questo sentimento. A me sembra che Lexa sentendo quello che Clarke e Bellamy si sono detti tra le lacrime ha capito che Clarke sia innamorata di Bellamy e stia soffrendo per questa rivelazione. A me sembra che Lexa sia l'unica che possa capire il buio di Clarke. Però forse non ho capito nulla. Dimmelo tu. Sto faticando a trovare un senso alla storia, mi sembra di andare ad intuito per poi venir smentita il capitolo dopo o dopo poche righe.... mi sento come Clarke.... con due teli davanti che non mi fanno vedere bene cosa c'è dietro a tutto....

Nuovo recensore
12/10/17, ore 21:43
Cap. 22:

L'ho riletto un paio di volte e ho lasciato decantare l'idea che mi ero fatta alla prima lettura. Più va avanti la storia e più vedo tutto il contesto "malato" di persone dipendenti da qualcosa: droga, sesso, alcol, emozioni... Tutti pronti a prendere e desiderare senza prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Persi, alla deriva e in cerca di qualcosa di saldo a cui aggrapparsi. Rivaluto di capitolo in capitolo la figura di Lexa, tanto negativa da un punto di vista, tanto salda da attirare chiunque sia perso, ma solo lei sa cos'è veramente. Per ora indossa benissimo la maschera della sincera egoista.
Finalmente c'è stata una reazione da parte di Clarke, non era scontato che si accorgesse di toccare il fondo, ma almeno non si è nutrita di se stessa fino a implodere. E il bicchiere di gin è un bel ricordo, forse un attaccamento malato a ciò che la ossessiona o forse solo un trofeo. Per saperlo aspetto i prossimi capitoli, ma mi piace molto la piega che ha preso il racconto :)
Ancora i miei complimenti

Recensore Junior
12/10/17, ore 10:10
Cap. 22:

I due teli sono sigillati. Tentare di scostarli con la forza significa allontanarne i bordi, scoprire la loro linearità tagliente. Per andare oltre bisogna accettare di ferirsi le mani, per tenerli aperti, per attraversare un passaggio che è una fenditura, spesso impercettibile. E’ così che io incontro Lexa. Oltrepassati i teli, ho bisogno di un ulteriore salvacondotto, che mi accompagni in una sorta di terra di nessuno, un luogo che non sia nominato troppo spesso. L’ora prima dell’alba per stavolta andrà bene. Molte domande, da porsi stando in piedi. Cosa conduce gli “attori” racchiusi dal perimetro di stanze che si avvicendano, set, camera, pub, bagno, verso Lexa? Fascino? Attrazione? Sesso? Perdizione? La risposta che fa cadere un castello arzigogolato di domande è: Lei. Allora, Lexa chi è? Cos’è? Per rispondere dovrei salire sulla mia ragnatela di percezione e ragionamento scientifico. Estetica della fruizione e biologia, insieme ad altre compagne di viaggio che non sono mai capace di separare. Ma per raccontare di Lexa non farò così, non sarò osservatrice, dirò cosa incarna. Lo farò. Ma ora vorrei chiarire meglio cosa intendevo riguardo la protezione, nella scorsa recensione. Lexa vuole disilludere Clarke. E’ questo il suo modo di proteggerla. Vuole disilluderla dall’aver trovato un appiglio, qualcosa a cui aggrapparsi per entrare, per capire. Per capire Lexa, ma per capire se stessa. E quello che vuole dire Lexa è “non puoi farlo, puoi entrare solo fino al prossimo muro, non puoi cambiarmi.” Se Clarke cerca di leggere Lexa, di interpretare, secondo il suo usuale modo di intendere, rischia di restare, come accade, ferita e delusa. Ancora Lexa, sembra dire “Non devi guardare, resterai accecata”. Clarke può vedere in Lexa qualcosa di sé, è qualcosa che non scorre in profondità come potrebbe sembrare, ma sulla pelle, qualcosa di emerso. Ecco, Lexa a suo modo sembra volerla proteggere, con i suoi baci quasi oltraggiosi, solo prima di fare sesso, con i suoi sguardi che la posseggono. “E’ tutto ciò che puoi avere”, ancora Lexa. E’ così che la mette in guardia, ma allo stesso tempo non la lascia andare. E’ lì che si colloca la dissonanza in cerca di un accordo che la sistemi, di un semitono che non faccia sanguinare il pentagramma. Blood. Ad un certo punto credo di aver fatto la bloodstain pattern analysis allo scenario dell’ultimo capitolo. Un’analisi delle macchie di sangue sulla scena del crimine per vedere cosa si celava dietro l’accaduto, la dinamica del non visto. Mi è servito per guardare dall’alto e non con una visione prospettica, l’insieme dei protagonisti. Clarke è l’innesco di questa bomba, forse a orologeria, forse attivabile semplicemente accendendo una miccia. Allontanarsi sembra essere l’unica cosa sensata che può fare, se adesso come sembra le si presenterà un’opportunità. I lembi dei due teli si fronteggiano, accostati, affilati come spade.