Recensioni per
Darkness of Desire - Due teli di plastica
di Marlenae

Questa storia ha ottenuto 235 recensioni.
Positive : 235
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
08/01/18, ore 00:39
Cap. 48:

Perdona queste parole insolenti.
Perdona questo silenzio, ma non so come farcela. Come andare avanti.
Sono bloccata. Posso solo... Solo dirti ti prego.
Pateticamente, ti prego.

Capitolo sospeso nel tempo, posso solo udire i loro battiti cardiaci. Magnifico e imperfetto.

Recensore Junior
07/01/18, ore 23:44
Cap. 48:

Blood, Brother, Bones. Tre parole risuonate, ripetute, quasi con l’urgenza di essere scritte. Per svelarmene una quarta, scomposta, “Be other”. Vado con disordine.
Brother. Il fratello di Lexa. Clarke ha chiesto solo di Luna, di quella fotografia, sembra essersi dimenticata dell’altra presenza, del terzo vertice della geometria che replica la punta di una freccia. Acuminata, che l’ha trapassata più volte. Non è disattenzione, ma impossibilità di accogliere la risposta ad un’altra domanda. La necessità di mettere insieme i pezzi, i frammenti di Lexa veniva prima di qualsiasi altra cosa, il bisogno di sentirla, di percepirla, primario. Tanto che tutto il resto è rimasto confinato in una sorta di limbo, presenza latente, silente.
Bones. Una parola che ho ricondotto e riconduco a intimità, nudità. Non ho mai avuto la sensazione di intrusione, violazione. Credo mi sia accaduto qualcosa di simile quando per la prima volta ho toccato e analizzato dei resti ossei. La tua scrittura, pur conducendo nel profondo, porta ad una prossimità, ad una vicinanza che non è mai invadenza, insolenza.
La clavicola, le costole, le ossa di Lexa, come tutto il suo corpo, sono i luoghi in cui va ad inscriversi, ad incidersi Clarke e di rimando la sua risposta. Un’anatomia del fare l’amore che priva della percezione di qualsiasi altra cosa intorno.
Blood, quello rimasto nelle siringhe usate, quello dei tagli, quello un tempo sul sopracciglio di Clarke. Quello sulle mani di Lexa. Un rosso cremisi, un carminio a ricordare quello che scorre dentro le ossa e che sopra ad esse percorre la carne, che significa ferita ma anche legame, che unisce o sgorga da una lacerazione.
Be Other. Il faro. Riapro la scatola di legno del sestante che rappresenta una delle cose più preziose che possiedo.
La lettura dell’ultima parte è stata accompagnata da Teresa Salgueiro con il suo Horizonte.
Adesso che il termine di questo racconto sembra essere vicino, accanto all’interrogativo su cosa accadrà a Lexa e Clarke, poso il pensiero alla tua scrittura fatta di emozioni che custodiscono le emozioni, in quell’alba a est. Ma credo che, come per Lexa e Clarke, di doverne scrivere dopo il faro.

Recensore Master
07/01/18, ore 23:09
Cap. 48:

Un capitolo davvero stupendo, una completa ricostruzione di due anime perse che assieme in qualche modo si ritrovano, ed un finale a dir poco sorprendente.
Questa volta però questo colpo allo stomaco sul finale lo sto sentendo anche io, misto al terrore di Clarke che guarda attonita la scena... mi auguro che dopo tutta la sofferenza di questa storia, tu non voglia aggiungerne una ulteriore insuperabile, proprio come nella storia originale.
Spero di leggerti presto, un abbraccio
Pai

Recensore Veterano
07/01/18, ore 13:36
Cap. 48:

Guarda aspettavo la resa dei conti aspettando proprio l' arrivo dell' unica persone di cui Lexa non ha mai fatto nessuna parola... ho tanta paura di quello che hai in serbo per queste due, che forse solo insieme stavano riuscendo a imparare cosa significa vivere.
Da te mi aspetto di tutto, ma spero vivamente che darai un lieto fine a queste due.

Recensore Junior
07/01/18, ore 04:57
Cap. 48:

io non posso crederci o non voglio crederci, ma ad una cosa ho creduto, al mio istinto che mi diceva che la causa dei suoi problemi non proveniva totalmente da se stessa ma dalla terza persona che oggi si è rivelata, che il menefreghismo che concedeva alle persone e l'assenza di sentimento non provenivano solo da lei, che Lexa in quell'oscurità dove ha imparato a navigare non ci fosse finita da sola...proprio adesso, adesso che aveva scoperto con fatica e tempo che poteva essere felice nella profondità dei suoi sentimenti, che Clarke è la persona giusta per fare un intero, dove anche con un "se" davanti ha capito di amare ...succede questo disastro...io non voglio crederci, adesso che aveva trovato il suo piccolo equilibrio...
Ho l'ansia te lo dico...
Ansia
spero di leggere il 49esimo capitolo tipo tra 10 minuti ahahah
Complimenti come sempre
Lemontrick

Nuovo recensore
05/01/18, ore 11:06
Cap. 47:

Non riesco a scindere questi ultimi capitoli e commentarli singolarmente, mi sembrano fare parte di un unico flusso narrativo. Clarke che lentamente apre gli occhi e cede tante volte alle sue paure, in un misto di sensi di colpa, coraggio e di scoperta di se stessa. Lexa che si spoglia della sua armatura e mostra chiaramente la sua gelosia, combattuta tra il desiderio di possesso e l’incertezza di poterselo permettere, chiedendo ogni piccola conquista con feroce dolcezza.

E’ un bel viaggio quello in cui ci hai guidato finora, una bella rinascita osservata da più punti di vista e in continuo cambiamento, come i riflessi di luce su un prisma, come quello che hai citato.
Piccole luci riflesse sulle superfici che ti circondano in una fredda giornata di sole. Non sai mai di che colore sarà riflesso, ma sai che non riuscirai a staccare gli occhi da lì e quella piccola luce avrà qualcosa di speciale per te.

Davvero un bel lavoro, delicato e toccante. Complimenti :)

Recensore Junior
03/01/18, ore 21:20
Cap. 47:

Ho letto questo capitolo a singhiozzi.
L'ho cercato nel vagone affollato e caldo di un treno, nel freddo pungente del vetro dello studio premuto contro la schiena, nella metà del letto occupata dal corpo familiare che questa sera non ci sarà a ricongiungere le due soglie. 
Sono tornata in cima alla pagina, ad osservare stato storia, senza riuscire a capacitarmi che questo viaggio — per fortuna — non fosse ancora finito.
Non saprei dirti se è salsedine quella dipinta sul mio volto o se è quella rugiada che tanto attendevo. 
Ed ogni sorriso, ogni sospiro, ogni gemito ed ogni insicurezza mi si sono cuciti addosso con una lentezza esasperante e questo capitolo ha strappato via tutto, compresa quell'armatura di metallo e sangue che non pensavo di possedere anche io.
C'è qualcosa in te e nella tua scrittura che è pericolosamente riverso in me e mi spinge a cercarti attraverso questi sensi di cui ti ho ormai fatto dono.

Clarke e Lexa ci sono, e vivono. Vivono sotto lo scrosciare inesorabile degli sguardi languidi, sotto la pioggia purificatrice, sotto i polpastrelli densi del petrolio del loro amore. Mi libera così tanto ammetterlo, ammetterne l'esistenza. 

Adesso non devi abbandonare queste due anime, quella di Lexa e Clarke, perché è arrivato il momento del riassetto. 
Riequilibrare il cardine che ha smosso le loro mani, ridipingere la ruggine e scrostarla nel midollo. Il tempo della ricostruzione è giunto, e con un sorriso attendo che tu scopra quest'opera privandola dell'ultimo telo. 

Sempre tua,
Acrymonia.
(Recensione modificata il 03/01/2018 - 09:26 pm)

Recensore Master
03/01/18, ore 21:06
Cap. 47:

eccomi a recuperare..amo questa nuova lexa fialmente più umana, si più fragile ma almeno cerca di mostrare i suoi sentimenti per clarke e jasper..la cosa bella e che non vuole entrare di nuovo nel giro, credo che clarke debba apprezzare!sarebbe troppo rischioso..credo che con questa notte d'amore abbiano deciso il loro futuro insieme..lexa gelosa..mi sono immaginata il video spettacolo.. belle parole..credo che ormai sia impossibile vivere divise, spero ne siano consapevoli anche loro!non so perchè ma ho la sensazione che la fine si avvicini ve? a presto.. buon 2018

Nuovo recensore
02/01/18, ore 23:31
Cap. 47:

Di solito non commento mai le ff che seguo ma per questa faccio un'eccezione perché è la prima che mi ha "presa" veramente dopo parecchio tempo.
Ha una storia molto originale, non cade mai nel banale e non so mai cosa aspettarmi da un capitolo all'altro. Oltre al fatto che è veramente ben scritta anche dal punto di vista linguistico...
Davvero complimenti. Attendo sempre con ansia ogni capitolo.

Recensore Veterano
02/01/18, ore 22:57
Cap. 47:

Bellissimo capitolo, il migliore in assoluto fino ad ora. Ultimamente lo sto dicendo spesso, ma questa volta la luce sta entrando nella vita di entrambe, soprattutto in quella di Lexa che finalmente sta imparando a sorridere alla sua Clarke. Spero che non ci siano ulteriori intoppi, le due si meritano la loro felicità. Come sempre complimenti per il tuo stile unico di scrittura, continui a stupirmi. Alla prossima e Buon Anno
(Recensione modificata il 02/01/2018 - 11:04 pm)

Recensore Junior
01/01/18, ore 22:59
Cap. 47:

I preparativi che precedono la serata del 31 dicembre non sono solo quelli per un evento importante e nemmeno per l’arrivo di un nuovo anno. Non solo. Sembra approssimarsi un rito di passaggio, che in realtà è iniziato tempo prima, forse nell’attimo esatto in cui Lexa e Clarke hanno fatto la comparsa l’una nella vita dell’altra. L’abito scelto da Lexa riflette ciò che la veste in questo momento e non mi stupisce che sia quello che le lascia la schiena scoperta, senza nascondere le cicatrici. Non c’è nessuna ostentazione, nessuna messa in mostra o forzatura, tutto sembra essere esattamente come viene sentito, non filtrato, spontaneo. Viene varcata una soglia, ma sarebbe meglio dire superata, con decisione e con inevitabile timore. Entrambe corrono dei rischi, la posta in gioco è altissima, anche se quella sul punto di vacillare sembra essere Clarke, nei gesti di Lexa si legge altrettanta paura. Ho la sensazione di aver vissuto con loro, con apprensione, tensione, ogni momento della serata, fino alla “fuga”, all’attimo in cui Lexa ha messo piede nel mare. Ho iniziato a sorridere quando ha scavalcato la transenna. Di nuovo, un altro riferimento metaforico, un altro gesto iniziato tempo addietro. Clarke ha seguito Lexa, l’ha raccolta, l’ha stretta a sé. E più di un reciproco salvataggio, è il risultato dello sviluppo dei negativi in quella camera oscura, una composizione di risvolti. Mi trovo priva di parole adeguate alle emozioni suscitate da questo capitolo. Come mi è accaduto per il Natale di Lexa, che, sì, non sarebbe stato giusto cambiare, che comprendo in quanto anche per me autobiografico, scelto così, anche stavolta.
L’ultima parte, nella casa sulla scogliera, mi colma gli occhi, l’anima e l’animo, down to the bones, mi dona la sensazione di respirare ogni istante trascorso dalle due donne. Ancora, grazie. Buon Nuovo Anno Marlenae.

Recensore Junior
01/01/18, ore 19:14
Cap. 47:

la meraviglia dopo la tempesta, ho adorato questo capitolo.
Finalmente Clarke ha vinto, cioè è riuscita ad sfondare un portone gigante con dei piccoli sassi, è riuscita a leggere un foglio bianco, e si è guarita grazie a Lexa...e Lexa, prova dei sentimenti molto più forti di chiunque altro, e in questo capitolo si vedono tutti, quanto in realtà nella sua oscurità stava solo il lato più bello di se stessa e Clarke ha avuto il coraggio di trovarlo e lei di mostrarlo,non possono vivere più una senza l'altra perchè appunto loro si completano,scopriranno cosa vuol dire amare insieme.
Fantastica come sempre
Buon anno
Lemontrick

Recensore Junior
30/12/17, ore 11:27
Cap. 46:

Ho capito di essere spaventata dall'assenza dei due teli.
Ho capito che i due teli, in realtà, sono una protezione di cui necessitiamo per non affogare in sentimenti dal nuovo sapore, sentimenti ai quali non sappiamo nemmeno dare un nome. E che ci spaventano da morire.
Sto usando il plurale per nascondere questa dimensione solitaria che cerco di rifiutare con tutta me stessa, inutilmente.

Mi sono nascosta dietro quei teli e ho desiderato non ci fossero più, e con la loro mancanza ho capito di averne bisogno in un modo quasi patetico e perverso. 
Sono in un periodo della mia vita in cui cerco ossessivamente quello che non posso avere perché quello che ho dovrebbe essere qualcosa di più adatto a me. Questa frase è apparentemente senza senso.

Non saprei spiegarlo. È come Lexa che passa il Natale nella casa sulla costa, anziché godere della vicinanza e della presenza della sua Clarke. 
Sprecare la propria sicurezza in cerca di quella mancanza di equilibrio. In cerca di quello spiraglio, di quella soglia.
Il ricordo è un prisma, e il presente è uno specchio riflettente.

La verginità di questa Lexa è un salto mortale nel mio essere. Nei miei frammenti che desiderano la casa sulla costa.
Siamo quasi alla fine di questo anno, e io ho appena cominciato a sentire. 
Grazie. 

Sempre tua,
Acrymonia.
 

Recensore Junior
30/12/17, ore 07:55
Cap. 46:

Il vento di questi giorni scompiglia i capelli e le pagine di quel libro finora aperto solo a metà. Regala nitidezza che svela, scuote i teli con impeto, permettendo loro di fare acrobazie nell’aria. E’ la forza di un bacio che si dispiega in infiniti altri, che non vuole più terminare. Siamo la cassa di risonanza delle emozioni di Lexa e Clarke, il nostro muscolo cardiaco sembra seguire il dettato ritmico dei loro incontri, del loro incontrarsi attraverso la pelle, la bocca, il corpo intero che richiede, reclama, senza pronunciare.
“All your curves and all your edges”. Lexa e Clarke leggono e riscrivono una sorta di nuovo trattato di biologia scheletrica, partendo dalla superficie, apprendendo come sfiorarsi, ancora prima che toccarsi, assaporando il dolce nelle sue declinazioni.
“Come se tu sapessi già tutto, subito, e mi accettassi nella mia totalità. Come se fossi già racchiuso in te, al punto che, quando aprirò gli occhi, ti vedrò sorridere e dire: "Va bene, possiamo cominciare".
C’è ancora chiaramente la “paura”, la sensazione chiara di un equilibrio fragile, ma anche e soprattutto la consapevolezza da parte di Clarke, di cosa significa la mancanza di Lexa. Il suo “incomprensibile” Natale solitario, trascorso nella casa sulla scogliera fa temere a Clarke il peggio, lo svanire dei passi fatti per giungere fin lì, sulla spiaggia innevata, quasi lo scomparire della Lexa che le si sta rilvelando. “Si dovrebbe desiderare di trascorrere il Natale con chi ti vuole bene” mi è stato detto. Ma ci sono fantasmi, ricordi, scatole, abiti e anche cianfrusaglie da abbandonare, che richiedono un congedo indisturbato e spesso coraggioso. E credo che per Lexa sia stato così.
Ognuno dei luoghi, degli scenari di questo capitolo, trasmette quiete. Lexa ha appena iniziato a leggere le lettere di Miriam, noi lo stavamo già facendo. Non abbiamo imitato il ragazzo con gli stivali a molle. Dove siamo ora è racchiuso in quell’ultima frase, non ci importa più e importa e comporta tutto, da quando Lexa bacia Clarke.

Recensore Veterano
29/12/17, ore 01:09
Cap. 46:

stupendo come, ancora una volta riesci a mischiare le carte in tavola... tutto cambia continuamente sotto nuove forme, Clarke che credevo debole, adesso riesco a vederla forte grazie a un sentimento che l'ha rinforzata portandola a rimanere anche quando poteva benissimo scappare. E Lexa che sta facendo un grande lavoro con se stessa cercando di ricostruire qualcosa; che non capisco se sia rivolto alla sua persona o derivato dal bisogno, per la prima volta in vita sua, di essere all' altezza della persona che forse ama (dico forse perché ormai nulla è come sembra),alla prossima!