Recensioni per
Perdizione
di Old Fashioned
Be', non poteva che finire così... che Hans fosse l'assassino del ragazzo era chiaro, e anche se non ce l'hai detto, ovviamente il movente è la gelosia. |
Ohi-ohi è finita nell'unico modo possibile dopo che le cose si erano spinte troppo oltre. |
Eccola, la perdizione finale. Ho sperato fino all'ultimo che i due fuggissero, ma perdere l'onore sarebbe in effetti risultato più atroce della morte per uno del calibro di Weber. In fondo, sapevo che sarebbe andata a finire così e che von Schulenburg si sarebbe sparato in testa, avendo a sua volta perso per sempre la sua crudele asetticità. |
“Condannato a morte. Che fine ingloriosa per un eroe come lui.”dicono al circolo degli ufficiali, riflettendo sulla fine che aspetta Weber dopo l'omicidio della stolta pedina. Ma il principe delle tenebre Von S. dispiega la situazione, ha fatto lutto lui durante l'ultimo drammatico confronto tra loro. Amore e morte, un tragico epilogo, ognuno è stato la rovina e l'apoteosi dell'altro.. Infiniti complimenti. Cura impeccabile, descrizioni potenti, ho ben apprezzato (tieni conto che leggo storie yanoi etc soo quando l'autore è una garanzia come nel caso di specie) Con ammirazione JQ |
Ed anche quest'altra storia è finita. Ed è finita nel modo migliore possibile, quello più adatto alla storia tragica che ci ha accompagnato per queste 16 settimane. |
Ciao carissimo^^ |
Buongiorno. |
Buon pomeriggio. |
Il Von si muove come se seguisse un copione prestabilito: ha tenuto testa al Colonnello durante il colloquio e sapeva come persuadere il secondino per farlo andare nella cella di Weber. |
Va be', Hans è uno stronzo e qui lo si vede benissimo... complimenti a te per come hai descritto il suo atteggiamento col colonello, da film (come sempre, del resto...). Non mi aspettavo che sarebbe andato da Weber e tanto meno che Weber bramasse di fare sesso con lui... temo che Hans sia il responsabile della morte del sottotenente, è troppo fetente per non c'entrare nulla... un colpo di scena via l'altro, caro, bravo! |
Il nostro von der Schulenburg testualmente dice al colonnello, alla fine di un colloquio che definire teso e poco, Ti quoto testualmente “Certo, signore,” rispose, “alla scuola ufficiali insegnano molte cose. Fra l’altro anche che non è appropriato stuprare e uccidere a colpi di pugnale i subalterni. Lei sa a cosa alludo, vero, signore?” E il nostro principe degli S.. preferito è un furbo di 3 cotte, crudele, mi viene in mente il verso “Lucifero, figliol dell’aurora” di Isaia, che poi .. prosegue “Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni?"” Mi sa che ne vedremo di più ancora |
Mi pare che siamo quasi alla resa dei conti. Più quella del titolo della storia che quella che pare pesare sulle spalle del tenente Weber. |
Mmh...ora comincio a capire perche' questa storia si intitola 'perdizione'. E non si trattava del giovane Sven, come i primi capitoli portavano a pensare. Si trattava invece del povero vecchio Weber (o almeno cosi' ho interpretato io la cosa). Il tenente, infatuato del suo giovane allievo, e' scivolato in una spirale di morte e sesso per colpa di quel diabolico tentatore che e' von der Stronzenburg. E adesso, si trova in cella, a scontare una colpa non sua e con il principe bastardo che continua imperterrito a sfracellargli i cosiddetti. Poveraccio, che pena che mi fa. Spero che almeno abbia una possibilita' di riscattarsi, nei prossimi capitoli. |
Ciao carissimo^^ |
"Una coscienza da onorare è l’unica cosa che mi resta": carissimo, ed ecco che la tua storia di nuovo si eleva a vette alte, dopo che ti dirò - mi aveva lasciato un poco perplesso nel capitolo precedente. Improvvisamente, dopo avere toccato il fondo, Weber riesce a risollevarsi, e non solo: riesce, pur nel disastro, a ritrovare i suoi valori, i suoi ideali di vita, la parte più pura di se stesso. Li abbraccia con una nuova consapevolezza - quella di non avere altra e più profonda ragione di vita - e, abbracciandoli, si dimostra disposto a purificarli affrontando tutte le conseguenze che l'affermazione della verità richiede. A volte bisogna proprio che i nostri ideali ci sfuggano di mano perché ci rendiamo conto di quanto della nostra identità è legato a loro, e quanto siano indispensabili perché l'intera esistenza abbia un senso. |