E’ uno di quei capitoli che devo leggere almeno un paio di volte, perché la prima sono totalmente rimasta fregata dalle emozioni e non ho ragionato.
Vedere Crowley così rassegnato e amareggiato mi ha accartocciato il cuore, vederlo stare sveglio tutta la notte per cercare di captare qualche suono e poi la mattina correre all’ingresso per vedere Jason andare via, è stato davvero triste. I suoi pensieri davanti allo specchio sono struggenti e sembra impossibile come sia bastato poco per passare dal vedersi irresistibile la sera di San Valentino, al vedersi troppo vecchio e troppo magro, inadeguato e sconfitto. E’ bastato che Aziraphale lo abbia preferito a un altro, almeno nella sua testa, per distruggere tutta la sua autostima. Dopo essere stato accartocciato, il mio cuore si è definitivamente frantumato in tanti piccoli pezzi nella scena finale, quando lui si ritrova a letto col Lord addormentato e sussurra sulle sue labbra “Perché non lo chiedi a me? Chiedi a me, quando ti senti solo, chiama me, la notte”… niente, lì proprio ho ceduto le armi, mi hai definitivamente stesa. Vedere Crowley così disperato che cerca le attenzioni del Lord, che usa un piccolo stratagemma per poter dormire una notte con lui, lo fa apparire così fragile che viene voglia di abbracciarlo e dirgli “non preoccuparti Anthony, tu sei fantastico, se lui non ti vuole ti prendo io che non mi formalizzo per la tua età e le tue rughe, mi vai bene così come sei”
Ma veniamo alla mia parte preferita, quella in cui fa capolino il Generale, il mio nuovo guilty pleasure. E’ davvero impossibile resistere ad Aziraphale in questa veste, lui cambia completamente e tu lo hai descritto in modo perfetto. Sembra quasi più alto e imponente e il fatto che si rivolga a lui dandogli del tu e chiamandolo per nome, sottolinea ancora di più questa dualità così forte. E’ difficile capire chi sia il vero Aziraphale perché sono due facce della stessa medaglia ed è difficile capire perché abbia bisogno di essere il Generale ogni tanto, probabilmente lo scopriremo più avanti.. forse è una protezione, forse ha a che fare col suo passato, chi può dirlo, ma tu non smettere mai di farlo spuntare.
Questo gioco di ruoli è eccitante per tutti, soprattutto per il povero Crowley che non riesce proprio a trattenersi.
Le parole che Aziraphale gli dice, sono da brividi ma è giusto che metta in chiaro le cose. In fondo lui aveva una vita prima di Crowley e i due non si sono conosciuti al bar ma c’è di mezzo un annuncio piuttosto ambiguo, quindi anche se Jason fosse un amante, non avrebbe nessun diritto di chiedere spiegazioni.
Il Lord in qualche modo sta facendo crescere Crowley, lo sta guidando verso una nuova consapevolezza di se stesso e non so se lui se ne stia rendendo conto ma lo sta sicuramente migliorando. Gli sta insegnando che non deve arrivare alle conclusioni troppo in fretta, non deve giudicare un libro dalla copertina e non deve pretendere nulla dagli altri, esattamente come il Lord sta cercando di fare con lui.
Al momento però l’unica preoccupazione di Crowley è di non deluderlo, di non perdere quella che sta diventando a tutti gli effetti una dipendenza e che come tale lo sta consumando.
Comunque chiamami romantica, dammi della visionaria ma io voglio pensare che Aziraphale abbia ingaggiato Jason per farsi insegnare da lui e non farsi trovare impreparato con Crowley. Lo ha già fatto quando per giorni si è chiuso nel suo studio cercando di imparare il francese da solo, per poter parlare con lui in quella lingua e non lo ha chiesto direttamente a Crowley per fargli una specie di sorpresa, per stupirlo, forse per essere alla sua altezza. Nella mia ingenuità voglio credere che stia facendo la stessa cosa per imparare le pratiche amorose.
Ma ovviamente Jason è una vecchia conoscenza e anche Maggie pare sapere di lui quindi vabbè, le mie speranze si schiantano rovinosamente contro un muro.
Però lasciami almeno immaginare che in quel letto in cui Crowley è sveglio e lo sta osservando mentre dorme, Aziraphale stia sognando di lui e nel sonno, senza rendersene conto, lo accarezzi piano sussurrando il suo nome. |