Ciao Swan,
Quindi non era sudore, ma l'odore naturale di Dillon. Non me ne intendo di odori della pelle, quindi non saprei dire se "pungente" sia una "componente" normale di quel che si sente da un corpo umano. Ah, beh, poi parliamo di olfatto vampiro... quindi è tutta un'altra storia.
Dunque, era ora che le carte venissero messe in tavola, però in questo capitolo Edward mi è apparso davvero incapace nel gestire la situazione, ma oserei estendere la colpa anche a Bella, Esme e Carlisle. Dovevano preparare Dillon, ma non sono riusciti a fare proprio nulla. Dovevano preparare anche Renesmee e Jacob, ma anche qui hanno fallito miseramente. Ah, dovevano almeno svelare a Dillon che i licantropi esistevano, in modo che almeno questa cosa la digerisse in anticipo... e neppure questo l'hanno fatto.
E così, quando Jacob dice: "E cosa diciamo a Nessie nel frattempo? Lo dobbiamo illudere per nulla? Darle la speranza di poter riabbracciare il figlio e poi dirle "No, ci siamo sbagliati"? Io non so se potrebbe sopportarlo." Mi vien da pensare che abbia perfettamente ragione e che se prendesse a pugni Edward per sfogarsi sarebbe pienamente suo diritto.
Mancano ancora 24 ore per avere i risultati del DNA e, visto il clima di attesa che si è generato, sarebbe stato di gran lunga preferibile aspettare l'esito del test prima di convocare tutti i parenti. Sopratutto, credo non sia affatto una bella situazione quella in cui si trova Dillon, che deve ancora accettare la sua natura: penso sarebbe stato preferibile che parlasse solo con i suoi genitori, per iniziare. Ovviamente parlo a conti fatti, però effettivamente Edward gli ha dato il ruolo del cricetino sotto esame da tutti.
Il capitolo mi è piaciuto comunque, ma credo che sarebbe opportuna una revisione nella quale Edward si impegni un po' di più per non far degenerare la situazione. Ovviamente il momento in cui Dillon vorrebbe suicidarsi è bellissimo, ma anche questo... perché è tanto sconvolto nell'apprendere di essere il figlio di una vampira (o mezza vampira) e di un licantropo (o mezzo licantropo)? Sapeva già di essere un mostro e stava apprezzando i poteri che gli derivano da questa sua natura, quindi non mi sarei aspettato una reazione tanto violenta e improvvisa. Violenta magari sì, ma un po' ritardata nel tempo, e giustificata da una sua riflessione.
Visto l'inusuale quantità di critiche, ti assicuro che passerò sicuramente ai prossimi capitoli, perché la tua storia continua comunque a tener banco. Sono curioso di scoprire cosa accadrà adesso e come farà Dillon ha incontrare Laura.
Ora... qualche altra cosa ancora che ho raccolto durante la lettura:
> Dillon ne lesse qualcuno con un sorriso intenerito sulle labbra. Era come se lei gli avesse regalato una parte della sua vita.
Sarei curioso di sapere cosa di quel che ha letto lo ha fatto sorridere. Nel vecchio testamento mi viene in mente solo il Cantico dei Cantici...
> Jacob si alzò dal bracciolo della poltrona dove stava appoggiato e si rivolse ad Edward.
Da qui in poi... penso che la regola di tornare a capo quando cambia il personaggio che parla sarebbe utile per non perdersi.
> Jacob riviveva l'attimo in cui aveva stretto il piccino tra le braccia e questi gli aveva regalato un sorriso.
Se il corsivo che inizia qui è per segnalare tutto quel che accadde in passato, allora manca l'ultima frase ("Si era allontanato il più possibile perché lei non lo sentisse e non lo vedesse soffrire."), che non è in corsivo.
> "Bene, sei perdonato" ribatté Dillon acido. "Ma adesso, Edward, non vorrei sembrarti troppo curioso ma ti dispiacerebbe dirmi chi sono?"
Qui, dato che Dillon aveva poco prima "strillato" e nessuno sembra volergli spiegare nulla, lo avrei immaginato a urlare incavolato nero. O almeno l'avrei fatto iniziare con un urlo "Ascoltatemi, cazzo!" e poi continuare con un tono più pacato, dopo che si era reso conto di aver esagerato.
> "Forse dovrebbe sapere tutta la storia." disse Jacob. Dillon si ricompose assumendo un'espressione concentrata. "Potete raccontarmi come sono andate le cose?"
Passaggio un po' troppo brusco, a parer mio, dalla disperazione alla calma.
Alla prossima! |