Ma alla fine quello che ha più paura del futuro e della loro relazione, è Ern. Perché lui è ancora piccolo, lui è uno di quelli che due giorni c'è e altri dieci non si sa, perché sa che prima o poi si stancherà ma non lo vuole ammettere, perché potrebbe non parlare per giorni ma preferisce non farlo, per questo parla sempre. 

Lady Oscar è tra i cartoni animati che più ho amato e ho deciso di scrivere una drabble sul momento più triste anzi, il secondo momento più triste, della storia. (Il primo è stato la morte di André). Spero possa piacere.

All'inizio è il sangue.
L'odore pungente e metallico del sangue che ti fa aprire gli occhi mentre la tua testa è ancora affondata nel cuscino e tu sbatti le palpebre per cercare di abituarti all'oscurità della stanza.
Le tende nere sono serrate a coprire l'intera finestra e ti ci vuole qualche attimo per realizzare che non stanno bloccando i raggi del sole perché fuori è ancora buio.
Quello che vedi non è esattamente quello che ti saresti aspettato, perché Stiles è in piedi al centro del salotto, gli occhi aperti ma sfocati come se fosse sotto qualche specie di trance, le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi.
Non si muove quando ti avvicini né quando chiami il suo nome e tu resisti all'impulso di coprirti il naso all'odore mentre osservi shoccato il suo viso, le sue mani, e i suoi indumenti.
C'è sangue ovunque.

« Hai rubato le mie parole. Non mi era mai successo prima »
Chiunque l’avrebbe presa per pazza, ma lui, lui semplicemente sorrise e tirò fuori dal suo zaino un quaderno a spirale con un paesaggio nordico in copertina.
« Eccole » le disse, porgendoglielo.
Dedicata a Marti e a tutti coloro che credono ancora nel proprio lieto fine.

Stiles ha un tumore.

Mardrömmar è una raccolta di quattro incubi che, in un modo o nell'altro fanno parte della vita di chiunque, che si tratti di impressioni, immagini, luoghi, inquietudini o parole.
Quattro frammenti di sogni che ci vengono raccontati da una persona di cui non conosciamo l'appartenenza, l'aspetto, i pensieri o i moti d'animo, ma solamente il nome.
Mardrömmar è questo, nulla più, nulla meno.

Non avrebbe dovuto addormentarsi.
Aveva programmato tutto nei minimi particolari, alla perfezione.
Aveva una tabella di marcia: punti ben definiti da seguire e grazie ai quali nulla sarebbe andato storto.

“E' arrabbiato, e la mascella è serrata. Saprebbe mantenere quella posizione per ore, se lo desiderasse, ma in lui arde un volere differente. Dischiude le labbra solo per inumidirle con la lingua e lo sguardo si sposta, raggiungendola. Lily si raddrizza sulla schiena, distogliendo l'attenzione dal suo viso. Ha i pugni stretti sulle cosce e un grande desiderio di andarsene.”

"Napoli centrale, 10.45h a.m."
Tre minuti in posa per fotografare la storia di dieci personaggi che in comune hanno solo un arrivo e una partenza.
"Napoli Centrale, ore 10.48h a.m"

Sei in una macchina con questo bellissimo ragazzo e il senso di colpa non ti lascia un attimo.
È inconfortevole e prude e tu ti trattieni a stento dal grattarti e strofinare via quella sensazione.
Pensi a tutte le cose che potrebbero andare storte, e a tutti i modi in cui potresti fargli male.
Pensi a quando avevi sedici anni come Stiles e gli ormoni e un paio di orgasmi ti sono costati tutto quello che avevi al mondo.
Ti ci sono voluti dieci morti sulla coscienza per farti realizzare che l'amore ti fotte molto piú spesso di quanto non ti salvi e non vuoi che lui scopra una verità del genere, non per colpa tua.
Così ingoi quella pozza fredda che ti si crea al centro dello stomaco e resti in un silenzio che è solo apparentemente confortevole, anche se vorresti allungare una mano e toccargli la punta delle dita ferme intorno al volante.

"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”

"Lorcan aveva sempre ritenuto di non amare i bambini. Odiava i loro urletti, le troppe domande, le nottate in bianco -che avrebbe voluto passare in bianco per ben altri motivi- e i pannolini da cambiare.
Non era semplicemente predisposto per fare il genitore, tutto qui."

“Guardami. Sono furiosa.”
“E sei anche altre cose.”
“Imbestialita, ad esempio?”
“Bella.”

Zayn dorme, Louis no. Liam ha una storia a distanza. Niall è, molto probabilmente, la reincarnazione di Mozart. Per vivere, gestiscono un albergo senza nome.
Harry ancora non lo sa, in realtà, ma presto sarà un poeta. Maschio.
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
[ ATTENZIONE! Questa storia contiene Harry/Louis ] [ Autore: zeroschiuma ]

Albus e Lorcan, ormai ventenni, si ritrovano ad affrontare la loro vita post-Hogwarts; una vita ricca di lavoro, povera di tempo e, soprattutto, piena di incompresioni.
Albus e Lorcan sulle note di "Quel ti amo maledetto" di Paolo Meneguzzi.