◆ La storia ha partecipato al contest “Don’t Look Back” indetto da Angie96 sul forum di Efp.
{A ogni passo è sempre più lontano da casa; e anche se non è così, lui si sente tale. È una sorta di esilio, il suo: ma perenne, perché una terra e una famiglia che attendano impazientemente il suo ritorno non le ha più, se non nelle poche foto che è riuscito a salvare.
Come i sogni spesso prendono forma, così possono farlo i nostri terrori.}
Un piccolo omaggio a Genos: il ragazzo e il cyborg, diviso tra i ricordi e la realtà del dolore.

Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
Nella notte di Tanabata le stelle sembrano essere scese dal cielo per prendere parte ai festeggiamenti. Anche un incontro casuale sembra voluto dal destino. Mentre Todoroki osserva Midoriya capisce finalmente cosa sta nascendo in lui.

- Lo specchio… come si è rotto? –
Sbuffò - E adesso perché vuoi saperlo? –
- Perché porta sfortuna rompere uno specchio. Sette anni di disgrazie. –
- Da quando ti conosco saranno almeno venti anni di disgrazie. – borbottò lui, e Deku aprì un occhio probabilmente solo per guardarlo male.
- A volte non capisco se dici sul serio o se è solo il tuo modo di fare. –
Katsuki si sarebbe tagliato una mano, piuttosto che rispondere a quella domanda.

Naruto esultò quando venne avvolto da una nebbia spumosa e sottile, ignorando la punta di terrore che provava nel vederlo materializzarsi dal nulla come un fantasma. Lui neanche ci aveva mai creduto, nel paranormale, figuriamoci se avrebbe mai pensato che potesse rivelarsi così eccitante…ma adesso lui era lì, col bianco del suo incarnato e il nero dei suoi capelli a riempirlo di contrasti, con le ombre che gli sfumavano il volto in una maschera di mistero e seduzione.
Naruto protese la mano, senza neanche rendersene conto, verso la figura slanciata che si era materializzata a pochi passi da lui. Era talmente bello da risultare inquietante, minaccioso come la prima volta che lo aveva visto.
*
-Io sono Uzumaki Naruto. Siamo in Giappone, e io non so che posto sia Konoha.- ... -Adesso immagino che sarai arrabbiato, e spaventato, ma la morte fa parte della vita, e tu adesso devi andare verso la luce e trovare la pa…-
-Non sono morto, fottuto coglione!- inveì il ragazzo che, ancora ansimante, era piegato a terra, scosso da violente fitte alla testa che gli mozzavano il respiro.
-E allora cosa sei?-
...
-Uchiha Sasuke, shinobi di Konoha.-

Sasuke e Naruto decidono di andare a vivere insieme e, mentre il primo aiuta il secondo a fare il trasloco, trova un vecchio tema delle elementari e si mette a leggerlo.
Premetto che le parti in corsivo, ovvero il tema, sono scritte volutamente male perché è il linguaggio di un bambino piccolo.

Sulle spiagge del Mar Nero, un poeta in disgrazia continua a sognare le due cose che più ama e rimpiange, mentre passano i giorni e una nave nera, silenziosa, si avvicina alla costa...
Ispirata ai "Tristia" di Ovidio.

“Sono solo un ingranaggio del tempo, come te, come il resto del mondo; ma sono l'ingranaggio necessario per salvare Mayuri”.
Si sorprende lei stessa di aver razionalizzato la morte che arriverà, la sua.
Colpa di Okabe. Merito di Okabe.

Yukki era sempre stato bello da morire.

Semplicemente, un fuoco di paglia.
{ Partecipa al contest "La Piramide dell'Amore" indetto da Freya_Crescent su EFP}

Ci sono molti modi per perpetrare la violenza: c'è la violenza fisica e la violenza psicologica.
Joker non l'aveva mai picchiata.
Harley lo amava per quel lato gentile e comprensivo che aveva solo con lei.
Ma allora perché non riusciva ad essere felice? Perché si sentiva rassegnata al dolore e al vuoto che provava nello stare con lui? Ma quel dolore, in fondo, se lo meritava.

[LuciferoxMichele]
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- Perchè ribellarsi? Avevamo tutto! Passeggiavamo tra i giardini dell'Eden illuminati dalla luce di Dio.-
-Eravamo solo schiavi convinti di essere felici nelle nostre catene. Monchi delle più profonde emozioni.-
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[Boku dake ga Inai Machi]
[ Sentimentale, whump, malinconico; H/C – POV!Satoru, implicit●Kayo/Satoru ]
Cit/: Il suo volto alzato un po' all'insù, nel buio, incolpevole e soave, cercava le stelle. Strinse la gonnella dal freddo e per dispetto, rivelando un livido di luna sulla pelle; diceva che era bello, l'inverno, perché la sua neve copriva la violenza, la vita che non conoscevo ancora.
«Kayo».
«È buffo» disse, e aveva ragione, «come parlino eccessivamente, gli occhi». [...]
—✿ scritta perché Kayo c'era, attraverso il vetro, prima di andare via; 285 parole.

[1]Little princess: "Che favola ridicola e distorta è questa?"
[2]Perfect Barbie: "Ormai si sta trasformando in una perfezione di plastica."
[3]Porcelain doll: "farmi cadere, grida disperata la bambolina"
[4]Red hair doll: " Una bambolina dai capelli rossi dimenticata, ecco cosa."
[5]Dollhouse: "Il mondo non è una casa di bambole."
|Raccolta di cinque flashfic|
Per alcuni, le donne sono angeli e non devono essere assolutamente essere corrotte dalla società. Per altri, le bambine sono creature innocenti che devono essere tenute lontane dalla corruzione. In realtà, non sono perfette ma non possono lasciarlo intendere a nessuno, possono solo comportarsi come se vivessero in una grande casa di bambole.

Tornerò a pregare per te quando le mie parole saranno capaci non di pietà né di commiserazione, ma di sopportare il peso della salvezza per tutte le creature del mondo.
[Prima classificata al contest indetto da Mokochan sul forum di EFP “Shigeki no Kyojin – Het&Yuri contest” e vincitrice dei premi Giuria e Stile]