Un orfanotrofio, un gioco di sottomissione, una scommessa. Erwin e Roman.
Il primo un orfano dagli occhi troppo azzurri e i tratti troppo dolci, il secondo, dalla sadica intelligenza e sessualmente confuso, due anime reiette legate l'una all'altra dal Destino.

«Ho ventidue anni Zayn, io voglio fare esperienza, capire come si seduce un uomo,
come essere abbastanza per un ragazzo.» sospiro passandomi una mano tra i capelli.
«Annabelle...» inizia accarezzandomi il braccio delicatamente, provocandomi dei brividi.
«Queste cose verranno da sé, devi solo aspettare il momento giusto.» mi sorride per rassicurarmi.
«Il problema Zayn, è che io non voglio essere impreparata quando arriverà.» sussurro imbarazzata,
distogliendo lo sguardo dal suo, mi vergogno troppo per guardargli anche solo le mani.
Il silenzio ci circonda per diverso tempo, fino a quando sento Zayn muoversi
al mio fianco farsi sempre più vicino per poi prendermi il viso delicatamente, voltandolo verso di lui.
«Lascia che ti insegni io allora. Sarò il tuo maestro e ti darò lezioni di seduzione.»

"Inizialmente quel temperino era uno sfogo,poi le forbici divennero un vizio,e le lamette...un'ossesione."

Poi lo vide.
L’avrebbe riconosciuto ovunque. Si muoveva con tanta grazia da far impallidire i presenti, sembrava ballava per conto suo, nonostante l’intera folla si concentrasse su di lui. Le ragazze cercavano di farsi notare ed i ragazzi premevano su di lui, cercando di sedurlo.
Harry provò una fitta all’altezza dello stomaco.
Rabbia, disgusto, gelosia.
[ Larry Stylinson, love or let love ]

“Ehi tranquilla. Adesso ci sono io. Tra poco questo incubo finirà, te lo prometto.”
Aspettò qualche secondo prima di ricominciare a parlare perché dall’altro capo del telefono qualcuno rispose.
“Harry stai zitto e non fare domande. Vieni subito qui fuori, devi venirmi a prendere. Devi accompagnarmi in ospedale, perché c’è una ragazza parecchio mal ridotta qui per terra vicino a me. Muoviti!”
Staccò la chiamata e mi accarezzò di nuovo il viso, ma a quel punto collegai la parola ospedale, e ne ebbi paura. Riuscì finalmente a spiccicare parola, anche se quello che ne uscì fu un sussurro.
“No ti prego … non portarmi in ospedale. Ovunque ma non lì.”
“Ma tu ti devi far curare, sei ridotta male.”
“No ti prego, portami a casa mia. Me la caverò!”
“No, no, no e ancora no! Se vuoi ti porto a casa mia, ma non a casa tua. Devo curarti e sei ridotta troppo male!”
“Va bene, ma non portarmi in ospedale ti prego.”
Con una dolcezza infinita, mi prese in braccio, dove mi strinsi nel suo petto, godendomi quell’intenso profumo di vaniglia che emetteva la sua pelle. [...]

La sua mano si intreccia lenta ai miei capelli, accarezzandomi la nuca e attirandomi a sé così che le sue labbra possano gustare il suo stesso sapore sulla mia lingua.
“Mi piace quando sai di me”, mormora sulle mie labbra, sorridendo malizioso.
“A me piace sapere di te”, rispondo nel più classico dei cliché. Si lo so, è banale e sdolcinato, ma che ci posso fare se la sua sola presenza mi fa diventare smielato?
[Larry]

Era pazza, ecco cos’era.
O malata di mente.
O bipolare, considerato che scoppiò in lacrime di lì a due secondi, facendo tremare la canna della pistola contro il suo stomaco in maniera tutt’altro che rassicurante.
**
Curiose? Non vi resta che leggere :)

ECCOMICON UNA NUOVA OS...ROSSO FUOCO!

[slash; angst]
[harryxlouis]
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Dal testo:
"Ciao, amore.
Mi dispiace, mi dispiace da morire per come mi sono comportato ieri. Anche tu mi mancavi, anche io desideravo baciarti. E no, non piangere, so che lo stai facendo di nuovo. Ti ho sentito stanotte."
Harry tirò su con il naso, asciugò l'occhio destro con il dorso della mano, poi riprese a leggere.

Dal settimo capitolo:
"Un momento. Il vostro sguardo si incrocia e tu ridi, continui a ridere e cerchi di comunicare con lei mentre l’altro presentatore pone una domanda a Louis.
Un amore. Azzardato come quello che provavo io per te, ma sono appena due giorni che abbiamo passato il nostro primo “anniversario”, come puoi essere così meschino?
Un sogno. Sto forse vivendo un sogno? No, questo non è un sogno… è un maledetto incubo dove io sono la vittima e tu il carnefice. Lei è il tuo complice e credimi, è bravissima a recitare quella fottuta parte.
Ad alta voce. E’ l’unica cosa che ti manca, perché lo vedo che lo stai comunicando con i gesti. Cristo ma non hai una dignità? Io sono qui, davanti allo schermo della televisione e tu stai spudoratamente flirtando con quella donna!
Un bacio. Devo considerarlo sincero il bacio che mi hai dato stamattina prima di andare a prepararti per andare agli studi del programma?"