Belleville. Quando Gerard ha nove anni, sua nonna gli regala una bambola con le sembianze di un ragazzo punk e gli raccomanda di confidarsi sempre con lui e di prendersene cura. Ovviamente Gerard non capisce il perchè di tutto quello ed è un po' confuso, ma con il tempo e con il passare degli anni, quel giocattolo diverrà per lui, più di un migliore amico, un confidente.  
Quello stesso Natale, a Newark, Frank trova sotto l'albero, un regalo simile. Una bambola con le sembianze di un ragazzo moro. Nel corso del tempo imparerà ad ubbidire ad Elena che gli raccomandò di prendersene cura, proprio come disse a suo nipote. 
Sono passati 7 anni da quel Natale e per una disgrazia accaduta a Frank, Elena è obbligata a prendersi cura del ragazzo, così lo affida a sua figlia Donna che essendo più giovane di lei, può permettersi un altro "figlio" e quando Frank arriva a casa loro, si ritrova davanti un ragazzo moro e dagli occhi verdi. Ne rimane affascinato e gli sembra di conoscerlo da sempre, chissà perchè, Gerard pensa la stessa cosa di lui appena lo vede...

Cambiare scuola all'ultimo anno è una cosa orribile per tutti, ma per Gerard Way lo è ancor di più: nuove persone che lo disprezzano ancor peggio di quello che accadeva nella sua vecchia città.
Ma... a Newark... non c'era Frank.
E nemmeno la sua ragazza Jamia.
Eppure, per una volta, la fortuna sembra essere dalla parte di Gerard finché...
***
Esistono tre parole che negli ospedali vengono ripetute fino allo sfinimento: “ma”, “forse” e “se”.
Ma: “Certo, ora sei in remissione, ma potresti avere una ricaduta ed essere qui tra qualche mese”; forse: “Forse riuscirai a tornare a casa per Natale. Non ti va di vedere i tuoi cugini?”; se: “Se inizierai a fare la chemioterapia domani, ti assicuro che avrai buone probabilità di andare in remissione durante il secondo ciclo”.
***
[Frerard][Rating Rosso][Slash][Tematiche Delicate]
[fanfiction già letta mille volte (:]
PDF disponibile su fioridiveleno.blogspot.it

[Pirate!Frerard - Colonia inglese in Giamaica, anno 1715]
-
Frank si sforzò di ignorare quelle parole, ignorare l'immagine della mano di Way - sempre più nitida nella propria testa -, ignorare quanto tutto ciò gli piacesse.
“Andiamo...”
“Sta' zitto” sibilò, ma scoprì quanto la propria voce fosse impastata di esitazione solo dopo averla sentita.
“Avanti, non sarebbe eccitante? Un pirata e un soldato della marina militare... un'attrazione immorale e irresistibile...”
Tentò di tenere ferme le gambe, improvvisamente tremanti. Era già successo: per freddo, o paura qualche volta. Ma la sensazione che ora stava scuotendo ogni fibra del suo corpo, era totalmente sconosciuta. Gli annebbiava la mente e la vista, gli dava l'impressione di essere fragile come un filo d'erba, gli accelerava il battito del cuore come fosse malato, lo accaldava di frustrazione. Odiava e amava quella sensazione allo stesso tempo, esattamente come odiava a morte quel pirata ma in quel momento desiderò poter cancellare ogni distanza tra loro.
“Sono qui, ragazzo” continuava ad ansimare lui. “Sono tuo se mi vuoi. Non c'è nessuno oltre noi, nessuno lo saprà mai...”

" [..] << Sai quando ho iniziato a vivere realmente? è stato il primo giorno in cui iniziai a lavorare qui a Belleville. Ero in auto e per poco non mi scontravo con uno studente.. Non so il perché ma quel suo atteggiamento così trasandato e rude mi colpì. Così capii, quel ragazzo sarebbe stato mio >>
<< E poi? Sei riuscito nel tuo intento? >> 
<< Beh, tu sei qui accanto a me, no? Direi che ci sono riuscito eccome! >> [..]"
Piccolo anticipo tratto dal cap.12
(N.B. Questa scena non è scritta esattente così, nel capitolo è più ampliata. Ho dovuto accorciarla per far in modo di non superare i 200 caratteri)

La prima volta che l’avevo visto, però, la ricordavo.
Ve l’ho detto, era semplicemente apparso, non lo conoscevo. Non lo avevo mai visto prima di allora.
E quindi come ha fatto uno sconosciuto a sembrarmi così familiare, proprio come se fosse casa mia? [dal primo capitolo]
-Ti stai innamorando di me, Frank? – chiese, con così tanta tranquillità e naturalezza che mi sembrò quasi strano sentir uscire quelle parole dalla sua bocca. [dal sesto capitolo]

"Dicono che guardare una persona mentre dorme sia la cosa più bella al mondo.
Che il solo guardarla dormire sia una proibizione, perchè è una cosa talmente intima che non dovresti farlo.
Non si può, e io non riesco a non farlo.
I suoi lineamenti, le espressioni che fà, il suo profilo, i suoi occhi così perfetti, le ciglia che sembrano così morbide nonostante la mia lontananza."

Seconda metà dell’800.
Billie: amorevole ed ingenuo ragazzo abbandonato dalla sua famiglia. Motivo? Una malattia che l’ha reso cieco.
Lord Pritchard: il Signore delle Terre. Un Principe, a detta dei suoi sudditi. Giusto e onesto con le persone che lo servono fedelmente, crudele e spietato con chi osa tradirlo.
Frank: amico d’infanzia di Billie e brillante dottore in un ospedale psichiatrico a Francoforte.
Sotto quello sguardo buono e ammaliatore, Lord Pritchard nasconde un oscuro segreto. Sarà compito dello stesso Frank e di Jared, fedele servitore del castello, salvare Billie dalle grinfie del loro Signore, che sembra avergli messo gli occhi addosso.
« La morte non è mai stata così dolce. »
[MikexBillie][Accenni JaredxBillie/TréCoolxBillie]
[OOC fino al capitolo 10]

Mikey e Frank decidono di vedere un film sul tour bus.
Alle quattro di mattina.
Con l'Hakuna Matata di sottofondo.

"Aiutami.
Ecco cosa urlavano gli occhi di Gerard.
Aiutami.
E qualcos’altro, ma questo punto per Frank, al momento, era davvero troppo da sopportare.
Pensò ai marshmellows e s’incazzò anche, un poco."
[Revenge Era - Frerard]

E' il compleanno di Gerard.
Frank, ovviamente, non sa cosa regalargli.
Forse però, è riuscito a trovare una soluzione; si da da fare per far sì che quello fosse il miglior compleanno di sempre, per il suo fidanzato.
[FRANK/GERARD] [ONESHOT] [RATING ROSSISSIMO, BONDAGE]

Frank Iero è un giovane di ventidue anni papà di una bambina di tre anni e mezzo. E' rimasto solo con la piccola e quando Pumpkin comincia ad andare all'asilo, Frankie farà amicizia con Mr. Way, il suo maestro.

--- Tratto dal testo ---
[...]
- Ho visto che hai qualche mh… lacuna nella mia materia - disse, controllando alcuni fogli - Eppure, gli anni passati andavi bene in arte, com’è possibile? -
Eh, com’è possibile… gli altri anni aveva un altro professore e riusciva a seguire la lezione senza alcun problema.
Con lui, no.
- Hum… credo che sia l’argomento - disse, aggiustandosi lo zaino sulla spalla.
L’insegnante annuì, poi si voltò verso di lui, piantando gli occhi nei suoi.
- Non voglio che tu prenda un brutto voto nel prossimo test, che ne dici di fare delle lezioni di recupero? -
Frank si grattò la testa e ci pensò qualche secondo.
Sicuramente i suoi genitori ne sarebbero stati felici, avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di fargli recuperare le insufficienze a scuola.
- Sì, va bene -
- Oh benissimo… allora ci vediamo domani pomeriggio - disse, tutto sorridente.
Beh, sarebbero iniziate subito.
- … a casa mia -
[...]

Dal testo: “non credi sia meglio vomitare in bagno invece che imbrattare tutto il prato?”
“naah..” si issa sulle braccia e finalmente di mette in ginocchio. Mi guarda. Cavolo.. mi fa perdere un fottuto battito il suo sguardo.. è così magnetico. E ha degli occhi bellissimi “la festa.. non è di un certo..” biascica prima di rubarmi un sorso dalla birra “Iero! Già.. è così il nome del figlio di puttana che ha organizzato questa squallida festa.. non mi dispiacerebbe rovinarli un po’ il prato sai..” dopo aver detto la cazzata del secolo sorride e mi guarda. Invece di spaccargli la faccia per quello che mi ha detto gli tolgo la mia birra dalle mani e sorrido anche io perdendomi ancora nei suoi occhi. E dunque è così che la maggior parte della gente a scuola mi vede.. non posso dargli torto.
Piccola Fic che non so dove andrà a parare.
[FRERARD] ROSSA

La porta si aprì di scatto.
Il ragazzo entrò e la sbatté alle sue spalle.
In un attimo le sue labbra erano su quelle dell’altro, le assaggiavano, le mordevano, le torturavano.
“Ciao Frank”

Raccolgo tutte le cose dalla stanza e le ripongo nella borsa che mi ha portato Mikey. Le pareti di questa stanza sono così bianche, se avessi avuto più tempo ci avrei disegnato sopra. Molto probabilmente ci avrei disegnato lui.