ATTENZIONE: Questa fanfiction è piena di situazioni violente che possono urtare la sensibilità quindi se non vi piace il genere non inoltratevi nella lettura.
Tutto ciò che leggerete è frutto della mia perversa immaginazione e non ha nulla a che vedere con la realtà.
Grazie.
-Cassie-
Dal testo:
"Sei molto carina."
La sua voce penetrò la mia anima come un brivido gelido.
Scossi la testa cercando di allontanare il suo dito.
Una risata sommessa accompagnò il suo sguardo scuro sulla mia pelle.
Improvvisamente lo sentii poggiare il suo corpo sul mio. Era freddo, con un forte profumo di cannella.
Sentii il suo respiro posarsi sul mio collo mentre con il naso aspirava la mia pelle.
Ti voglio solo per me, hai capito Blue?"
Annuii confusa e stordita. Non ero sicura di aver capito bene ciò che aveva detto ma non avevo alcuna intenzione di contraddirlo, volevo solo che se ne andasse.
"Brava piccola. Ci vediamo."

Le statistiche sanitarie dicono che un uomo su quattro soffre di qualche disturbo mentale. Pensa ai tuoi tre migliori amici,se loro sono a posto,quello sei tu.

Giaceva a terra, immersa nella neve fredda, come lei oramai.
Guardava il cielo senza vedere nulla, senza vedere i colori accessi che erano stati donati alla vista degli altri. Bianco. A lei era stato donato solo il bianco. E il nero non appena chiudeva gli occhi.
Le era stato negato, lei non poteva vedere, non più almeno.
[…]
Lei non avrebbe mai immaginato di innamorarsi di una voce, e soprattutto, non avrebbe mai immaginato di aprirsi a quella voce, ritrovando così la chiave della sua vita.
Lei era Louise, e quella voce era Luke Hemmings.
-
"Io non vedo."
"E come fai a sapere che sono bello?"
"Lo sento, Luke."
-
Tutto può finire, come tutto può ricominciare.

''Ciao, sono Honey Wood e ho ucciso mamma''.

Da: Sconosciuto
“Sei meravigliosa, bambolina ;)”
Kimberly decise di non rispondere: Capita di sbagliare numero, no?
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Da: Sconosciuto
“Non sei un fottuto errore, Kimberly.
Sei la cosa più bella di questo Universo e ancora non riesco a crederci
che tu non te ne renda conto.
Sto combattendo con me stesso per non buttare giù la porta di quel dannato
bagno e di stringerti tra le braccia.
Ti amo, piccola.
Se ti fai male, fai del male anche a me.”
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A: Sconosciuto
“Sei il mio angelo custode.
Non so come farei senza di te.”
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Da: Sconosciuto
“Diciassette.
Miseria, stai crescendo troppo in fretta, piccola!
Quest’anno ho deciso di essere innovativo:
Ti concedo un desiderio.
Avvererò tutto quello che desideri.
Ti amo, piccina mia.
Sempre tuo,
Sconosciuto.”
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A: Sconosciuto
“Portami via con te.”
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Kimberly aveva fatto la giusta scelta?
Oppure se ne sarebbe pentita?

"Alla fine tutto quello che sapeva fare era guardarmi con quello sguardo imbambolato e quel sorrisino provocante sulle labbra. Alcuni capelli spettinati si appiccicavano alla fronte leggermente sudata. Continuava a fissarmi e io sembravo una stupida a stare li senza dire una parola,facendo allargare sempre di più il suo stupido,bellissimo sorriso. E quando pensai che mi stesse per scoppiare a ridere in faccia fece una cosa che mi gelò il sangue nelle vene. Due grandi mani afferrarono la mia vita spingendomi verso di lui fino a che le nostre labbra si toccarono,facendomi sentire più che bene"

Justin è uno spogliarellista.
Skylar è una ragazza del college che sta studiando psicologia e ha bisogno di un soggetto per la sua tesi.
Pagherà Justin per due settimane per poterlo studiare.
Le cose si faranno interessanti.
(storia tradotta)

Lei, Anne Flanks, diciassette anni, sembrava un angelo appena sceso da una stella per quanto fosse bella. Pareva non avesse mai conosciuto alcun dispiacere, invece aveva attraversato un inferno e ne portava ancora addosso i segni, la sua pelle era impregnata di quell’odore impuro che cercava di lavare via.
Lui era Justin Bieber, un ragazzo che nei suoi diciannove anni non aveva ancora incontrato nessuna ragazza che lo rifiutasse e questo aveva contribuito in maniera sproporzionata ad accrescere il suo ego.
Cosa accadrebbe se il ragazzo fosse responsabile di sua sorella e del suo fratello minori e avesse bisogno di una babysitter a tempo pieno?
Cosa accadrebbe se una ragazza così apparentemente dolce e attraente avesse bisogno di un tetto e di un lavoro e dovesse accettare la proposta di Justin?
Cosa accadrebbe se una colomba con le ali ferite si abbattesse nella vita del ragazzo?
Cosa accadrebbe se lui ne fosse improvvisamente attratto e lei lo respingesse come mai nessuna aveva fatto?
Il tutto in una storia senza inibizioni.

Rimasi accigliata alle sue parole. “ Lo so che ci vorrà tempo per farti accettare questa situazione, ma sono costretta a dirtelo. Mi sposerò con Jeremy. Jeremy Bieber. Il padre del ragazzo che ti è sempre stato antipatico. “ mi rimbombavano nella mente le parole che aveva detto mia madre poco fa.
Due persone tanto diverse unite solo dal loro amore e dal matrimonio dei rispettivi genitori.
Christ e Justin. E questo è solo l'inizio ".

La mente doveva prevalere sul cuore,e non il contrario,perchè con Justin era un bivio,un'incrocio in mezzo all'apocalisse,in mezzo alla fine del mondo,e una volta scelta una direzione,non si sarebbe più tornati indietro,e se ci avessi mai provato,sarei ritornata senza cuore,senza anima,senza voglia di vivere.
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*TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=Ev3UbFaYE4c&feature=youtu.be*

da uno dei capitoli.
la ragazza correva,correva senza mai fermarsi. sapeva che era dietro di lei e non voleva fermarsi ,non voleva arrendersi.
correva e non si fermava,il cuore in gola,il fiato corto e spezzato,il sangue che pompa e l adrenalina in circolo. le parve che quel momento non finisse mai,come se quella foresta era infinita senza una fine.
le lacrime si disperdevano nell aria era come se il vento glie le strappasse direttamente dal viso annebbiandogli la vista.
lei non lo sentiva più dietro di se,era scomparso.forse l aveva superato.
forse no.ma non voleva fermarsi ugualmente.

La sua mano afferrò il mio polso, facendomi cadere a pochi centimetri da lui. Gemetti una volta che il mio sedere toccò violentemente il marciapiede, e insieme ad esso una coscia del ragazzo da cui “volevo scappare.”
“Dove vai?” Chiese faticosamente, e, tenendomi stretto il polso non smise di fissarmi.

Due bande rivali. Regole inviolabili. Mantenere il proprio nome in alto.
"Non puoi amare colui che porta la tua morte"
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*Rivivevo il momento in cui i suoi occhi e i miei si erano incontrati, il momento in cui mi era mancato il fiato e, soprattutto, quell’indimenticabile bacio che mi aveva letteralmente aperto le porte del Paradiso.
Peccato che non ci fossi entrata.
Perché se quello in cui stavo attualmente era il Paradiso, potevo concludere dicendo che era una bella merda, davvero.
*"Ripetè quel passaggio varie volte, prima di tornare a guardarmi con gli occhi ardenti, così luminosi che sembrava ci avessero versato dell’oro liquido. Non era possibile che una persona del genere fosse umana, doveva per forza essere un demone inviato sulla Terra con delle fattezze angeliche.”