• “Quel giorno rimanemmo tutti stupiti…quando Dio ci comunicò che d’ora in poi avremmo dovuto proteggere e amare gli uomini come nostri pari. Ammetto che neppure io capii perché li avesse creati ma me ne feci una ragione, nostro Padre ha sempre fatto del bene, perché avrei dovuto farmi domande se diceva andasse tutto bene?” cominciò Michele mettendo le braccia conserte “non mi dava fastidio amarli se questo era il suo volere. Però…non ero mai stato così tanto a contatto con loro...” non proseguì, forse non trovando le parole adatte, ma l'Incubo capì comunque cosa gli premesse infondo alla gola.
• “Dall’alto del piedistallo celeste non si vedono così tanto i difetti, hah? Ma da vicino è un po' diverso.”
Shoto annuì una volta sola. Poi riprese:
• “Tuttavia ci sono molte persone buone, anche se non credenti, quindi….mi domando…sarà giusto scompaiano alla fine di ogni cosa solo per un dubbio legittimo?”
• “Ma che domanda è?! – sbraitò Katsuki – E’ ovvio che non meritino la Vita Eterna!”
• “Quindi neanche Izuku Midoriya?”
Quel nome arrivò alle orecchie del demone con la stessa delicatezza di un macigno lanciato in un negozio di cristalli e in automatico Katsuki s’irrigidì.

[Omegaverse. Alpha!Naruto. Omega!Sasuke]
Nelle Fattorie non hai molte possibilità di conoscere il mondo, ma le cose sono molto semplici.
Se nasci Alpha, la fortuna sarà sempre al tuo fianco.
Se nasci Beta, potrai vivere una vita tranquilla.
Ma se nasci Omega, niente ti appartiene, nemmeno la tua vita.
Io, sfortunatamente, sono nato Omega.
Tematiche delicate e contenuti forti

[Seguito di On the wrong side of Heaven]
Ripensò al se stesso di due settimane prima, quello che aveva realizzato con otto anni di ritardo quanto Deku gli fosse mancato. Quello che per aver detto un patetico Mi dispiace, e non essere stato rifiutato, si era galvanizzato all’idea di aver stabilito un punto di partenza. Di avere tra le mani un piccolo filo rosso a collegarlo a Izuku.
Quel filo esisteva ancora. Se lo era avvolto intorno al polso fino a stringere abbastanza da creare un solco nella pelle, ma la realtà era ben diversa. Non sarebbe più bastato rendere quel filo una corda per salvare Deku. Aveva bisogno di altro. Doveva vincere.
Una vittoria totale.

Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!

(NaruSasu)
Le storie di fantasia e le fanfiction non sono la vita reale, Sasuke lo sa. Lo sa, ma lo capisce davvero solo quando incontra qualcuno perfetto per una fanfiction yaoi a luci rosse: Naruto Uzumaki. Il quale, con la sorella gemella e il fratello minore, si trasferisce nella sua stessa scuola. Il giovane Uchiha comprende subito una cosa: se quel ragazzo è gay, sarà suo.
“[...] “Ti è rimasta una sola settimana...e poi sarai costretto a fare tutto quello che voglio. Quindi non ti va di insegnarmi qualcosa prima di allora, senpai?” […]

PLOT NUMBER ONE: GLORY HOLE.
Ovvero dove Kageyama vede una delle categorie dei siti porno che frequenta prendere forma nella realtà.

Akaashi ama l'inverno, ma tra raffreddori e naso colante, il suo corpo sembra non condividere lo stesso amore.
Bokuto ama l'estate, fortuna che la sua temperatura corporea - molto vicina a quella dell'inferno- gli renda sopportabile il rigido clima di dicembre.
Un allenamento rimandato e una domenica mattina da soli in palestra daranno ai due ragazzi la scusa giusta per avvicinarsi...

Hinata viene a conoscenza di un pettegolezzo che viaggia per i corridoi della scuola, riguardante lui e Kageyama.
Spera di pungerlo sul vivo mettendolo al corrente della cosa, ma ottiene un effetto rebound che non si aspetta.

Otto anni non sono una vita. Anche se il tempo separa le strade, non è detto che queste non si incrocino di nuovo. Quando però la persona che hai lasciato indietro non è più la stessa, i sensi di colpa sono l’unica radice reale a cui aggrapparsi.
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«Perché sei tornato?»
Fissò quel ritaglio di realtà, come la fotografia di un ricordo sovrapposta a quello che sarebbe dovuto essere un tetto vuoto. Non lo era. Kacchan era seduto lì, con l’aria di qualcuno in attesa da un tempo indecifrabile, spoglio di emozioni se non di uno sguardo che aveva già deciso come la storia sarebbe andata avanti.

“E adesso?” sussurra Eijirou a Denki dietro l’angolo che dà verso il corridoio; Denki esita, sbatte le palpebre e si beve un lungo sorso di alcolico prima di dire: “sono fregati.” Eijirou osserva ancora una volta Katsuki terminare di infilarsi i bracciali e staccarsi dal collo di Midoriya; in seguito, tutto si fa meno chiaro e più divertente.
Dannato Mineta e il punch corretto.
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Redenzione, sentimenti e determinazione: questo è ciò che Izuku ha sempre desiderato; ma non saranno forse dei bracciali dal significato discutibile a cambiare le sorti del gioco?
⁓31K|Sex Bracelets| BakuDeku

Wei Wuxian bruciava dal desiderio di rispondergli sinceramente, di dirgli che no, non aveva più intenzione di andarsene. Aveva vissuto camminando nel caos e nelle macerie troppo a lungo, e troppo tempo era stato senza una casa o una famiglia. Non voleva tornare a vivere in quel modo. Si era allontanato per pensare e vedere com'era cambiato il mondo da tredici anni prima. Tutto ciò l'aveva fatto sempre pensando di tornare da lui. Non se ne sarebbe andato di nuovo, a meno che non fosse stato lui stesso a non volerne più sapere di lui.
[The Untamed!verse; Post-Canon]

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''Ma quando non hai niente, non è forse la gentilezza ad essere la tua più grande ricchezza? ''
-
I ricordi di Rin a volte, la rendono molto malinconica. Un giorno, quando la tristezza sembra essere insopportabile, Rin decide di chiedere a Jaken di accompagnarla presso il villaggio nel quale la sua vita è iniziata e tristemente finita, prima che Sesshomaru la riportasse in vita con Tenseiga. Cosa troverà Rin, in quel luogo che le riporta alla mente ricordi amari, ma al contempo dolcissimi?

[OMEGAVERSE, AU STORICA, no quirk] [BakuDeku]
"Non pensi che quando Bakugou si risposerà il fortunato consorte ti vedrà come fumo negli occhi, con quello sguardo da cerbiatto sperduto e il legame d'infanzia che dividete? Sarai allontanato nel giro di una settimana, non prenderti in giro da solo. E quei ragazzini resteranno soli.”
[...]
Izuku voltò gli occhi stanchi verso l’ingresso della biblioteca, e lì trovò il padrone di tutto ciò che lo circondava. Il suo odore di legna arsa e falò autunnali avvolgeva già la stanza. Tutti gli alfa avevano un odore forte e dominante, ma quello di Kacchan era sempre stato più penetrante della media, denso e crepitante come fiamme capaci di incendiare un universo intero.
Solo un'altra omegaverse, e un altro mondo con un Deku e un Bakugou incapaci di stare lontani.

Gli studenti della Yuuei partecipano ad una festa di compleanno, peccato che Bakugo non riesca proprio a rilassarsi.
Tra Todoroki e Midoriya sta succedendo qualcosa.
Qualcosa che non gli piace per niente.
E uno stupido gioco - condito da un'ancora più stupida proposta da parte di Denki Kaminari- sta per far precipitare la situazione in modo irrimediabile.
[BAKUDEKU]

Questa Flash partecipa al contest "Gara di Flash" indetto dal gruppo Facebook "Takahashi Fanfiction Italia" ed è ispirata alla canzone Dance the Night Away dei Van Halen.
DAL TESTO: Era una novellina; lo si vedeva dall’incertezza con cui si muoveva, ondeggiando sulle note della musica dal vivo che riempiva il locale. Si vedeva da come i suoi occhi si posavano ovunque, per poi tornare al pavimento. Si percepiva quella eccitazione, mista a disagio, di trovarsi in un luogo in cui non si dovrebbe essere.