[fic per Nathara Bain, altamente senza senso; baby Derek]
Stiles spalancò la bocca quando si rese conto che, rannicchiato sotto alcuni cuscini, c'era un bambino, apparentemente addormentato.
Stiles ne intravedeva solo i capelli neri, tutti arruffati, e una manina che sembrava tenesse in bocca.
-E lui chi è? - domandò ad alta voce, avanzando di un passo nella sua direzione.
-Derek. - rispose con assoluta semplicità Peter, guadagnandosi delle occhiatacce dagli altri.
Stiles si voltò verso di lui tanto velocemente da farsi male il collo, la bocca spalancata in un'espressione incredula.
-Che cosa?! -
-Stiles... - cominciò Cora, in tono ragionevole, ma dei piccoli suoni provenienti dal divano la zittirono.
In estremo silenzio, tutti osservarono il bambino che si stava lentamente svegliando.
Stiles guardò a bocca aperta il bimbo mettersi lentamente seduto, facendo cadere i cucini da cui era sommerso a terra. Lo vide stropicciarsi gli occhi con i piccoli pugni, sbadigliando in modo tenero.
Sembrava avere circa quattro anni.
Quando i suoi occhioni verdi, incredibilmente assonnati, incrociarono quelli increduli di Stiles, il ragazzo non ebbe più dubbi che quel bambino fosse Derek.
Questo tuttavia non rendeva la situazione meno assurda.

Dal testo:
"Era il giorno di Natale, “la festività speciale” , e Derek non aveva davvero voglia di festeggiare nonostante fosse anche il suo compleanno. Da quando era morta la sua famiglia gli sembrava inutile e irrispettoso festeggiare una festa che aveva sempre passato insieme alle sue sorelle e ai suoi genitori (e purtroppo anche insieme a suo zio Peter che stava sempre in mezzo), e dunque mentre tutti a Natale si riunivano e si circondavano di quell’atmosfera calda e piena d’affetto che solo in quel giorno speciale si poteva ricreare, Derek aveva sempre passato il 25 Dicembre seduto sul suo divano a leggere un libro deprimente e a sperare che quel giorno passasse il prima possibile.
Aveva intenzione di fare esattamente quello anche in quell’anno, ma purtroppo quando Stiles si metteva in testa un’idea nessuno riusciva a fargliela cambiare e a farlo tacere[..]."

STEREK AU (Tutti umani)
Prince!Stiles Slave!Derek
CONTENUTI FORTI
Dal testo...
Era una giornata calda nel regno e come era solito fare in quel periodo Stiles decise di passare la propria mattinata nella foresta a cacciare. Da sempre quella era un'attività che lo divertiva, non tanto per la caccia in se, visto che spesso le sue battute si risolvevano senza neanche un colpo sparato, ma da sempre, la possibilità di stare all'aria aperta e con una sorveglianza minima lo mettevano di buon umore.
Negli ultimi due mesi poi, da quando Derek, il suo schiavo personale, era suo malgrado costretto a seguirlo, Stiles si era ritrovato ad amare davvero la caccia. Vedere il corpo tonico e muscoloso di Derek, muoversi flessuoso nella corsa, intento a precederlo mentre lui procedeva a cavallo, rendeva Stiles piacevolmente entusiasta.
Vedere lo sguardo di Derek, scurirsi di rabbia per l'orgoglio costretto in catene ad ogni ordine impartitogli, faceva qualcosa allo stomaco di Stiles, qualcosa a cui non era disposto a rinunciare.
Dopotutto lo aveva scelto.

Momenti di vita quotidiana che celano un dolce segreto.
[Sterek]

[Storia scritta a quattro mani tra pampu e blu992]
“Si, papà, non farò l'asociale”
“Hai scelto un club?”
“No, sto andando ora a dare un'occhiata alle bacheche”
“Non fare nessuno sport, ricorda la panchina del lacrosse”
“Papà, ci sentiamo stasera, ciao!”
Stiles chiude la chiamata mentre attraversa il grande portone dell'edificio principale. Crede che quell'atrio diventerà il suo posto preferito: appena ci mette piede si sente pervaso da una sorta di sensazione mistica, pensa che quelle enormi porte abbiano visto passeggiare tantissime persone che sono entrate lì per apprendere, per conoscere, così come lui. È arrivato nel college più antico della contea di Beacon solo da una settimana e già si sta lasciando prendere da certi pensieri profondi: forse ha ragione suo padre, deve trovare al più presto degli amici.
[SterekAU Stiles!Mascotte Derek!Rugby Player]

Ce l’avevo fatta!
Le prime competizioni furono dure e costellate da fallimenti. Ma poi riuscii a trovare la mia strada e vincere si rivelava ogni volta più semplice.
Il passo successivo fu quello di gareggiare a livello internazionale e ottenni risultati discreti. Riuscii a strappare la qualificazione per le Olimpiadi inaspettatamente.
Da quel momento tutti i nostri sforzi furono volti solo ed esclusivamente in vista di quella che sarebbe stata la competizione più importante della mia vita.

Stiles odiava gli ospedali. Non gli piaceva l'odore di disinfettante, non gli piacevano i colori tristi delle pareti e soprattutto non gli piaceva essere il paziente. Aveva appena messo piede nello studio di un anestesista perché dieci giorni prima, dopo un semplice controllo di routine, gli era stato detto che avrebbe dovuto subire una piccola operazione per un ernia inguinale. Non capiva perché dovesse essere aperto su un tavolo operatorio per asportare qualcosa che non gli faceva nemmeno male tranne quelle poche volte che doveva alzare qualche peso. E poi aveva paura. Paura degli aghi, del bisturi, delle flebo, dei fari delle sale operatorie, dei dottori, degli infer- Ok, aveva una paura fottuta e basta.

Dal testo...
Erano una felice coppia ormai da quasi un anno. Come tutte le neo coppie si erano imbattuti nei i loro piccoli battibecchi ma niente che avesse provocato vera rabbia o un allontanamento ed entrambi avevano poi adorato il loro personale metodo per dichiarare la pace. 
In quelle occasioni il sesso era sempre più profondo, più osceno ed urlato.

Arthur Pendragon è ciò che il dizionario definisce come il perfetto Alpha, a parte per un piccolo particolare: odia gli Omega e non ha alcuna intenzione di averne uno come compagno. Merlyn Emrys è un Omega assolutamente sui generis: odia gli Alpha e non ci pensa nemmeno lontanamente a piegare la sua esistenza alla volontà boriosa ed arrogante della razza dominante. !ATTENZIONE AU OMEGAVERSE!
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...L'imprinting funzionava tipo “colpo di fulmine”: dopo quello niente diventava più importante di stare con il proprio compagno, cercarlo, volerlo in maniera quasi ossessiva.
Era come innamorarsi ma a dieci volte la velocità. Un appartenersi rendendosi conto di potersi trasformare in tutto ciò di cui l’altro aveva bisogno: un protettore, un fratello, un amico o un amante.
Non c’erano soppressori che tenevano: la chimica industriale era sconfitta dalla più forte chimica tra le Specie. Il desiderio diventava bisogno, che a sua volta diventava dominio.
Se avesse rivisto Arthur era quasi certo, vista la reazione ormonale dei loro corpi al loro primo incontro, che l’imprinting sarebbe seguito a breve ed a quello il Legame.
L’unica cosa che Merlin non voleva.
In nessun dannatissimo caso...

Pair: Arthur x Merlin
Trama: gli abitanti di Camelot si ritrovano bloccati da un'improvvisa ed abbondante nevicata tra le mura del Castello e Uther pensa di trovare un modo di far "svagare" Arthur che non sia "pericoloso" per il suo futuro.