5 volte in cui Derek dorme, più o meno consciamente, con Stiles.
+ 1 in cui Stiles si stufa di questa situazione.
[Sterek]

[Omegaverse]
La sveglia suona imperterrita da almeno dieci minuti e Stiles sta seriamente prendendo in considerazione l’idea di distruggerla, nascondere i resti sotto al letto e far finta di non esistere.
«Figliolo? Oggi è il gran giorno. Muoviti a scendere» urla suo padre.
Entusiasmo che Stiles non condivide, proprio per niente. Rotola giù dal letto e scende in cucina. Suo padre lo sta aspettando con un sorriso sulle labbra e un cornetto, con sopra una candelina, poggiato sul tavolo. «Auguri figliolo» dice commosso «da oggi sarai a tutti gli effetti un adulto.»
Stiles dovrebbe esultare a quelle parole, ma non ci riesce. Non ci riesce perché è un Omega e, in quanto tale, la data del suo diciottesimo compleanno coincide con il giorno in cui entrerà ufficialmente nel sistema che gli assegnerà un Alpha con cui potrà scegliere di legarsi. «Grazie pà. Ma preferirei che tu non me lo ricordassi.»
«Stiles… ne abbiamo già parlato.»
«Lo so, però io non riesco ad accettarlo, ok? Non voglio dover dipendere da qualcuno, tantomeno da un Alpha che non conosco.»
«Ma la Matrice…»
«La Matrice è solo una stupida macchina che gioca con le nostre vite» urla uscendo di casa e sbattendo la porta.

Era la notte di Natale ed avevo appena concluso il mio turno da infermiere in ospedale. Camminavo veloce tra le vie illuminate della città, stringendomi nel cappotto in cerca di riparo dal rigido freddo mentre parlavo a telefono con mia sorella.
«No Cora, non ho voglia di venire lì.»
«Ma Der è Natale. Sai che non ti fa bene stare da solo.»
«Cora sto bene, davvero. Voglio solo fare una doccia e dormire fino a dopo domani.»
«Ma Ben ci teneva a provare il suo nuovo slittino con te.»
«Usare mio nipote per convincermi a venire da voi è una mossa scorretta. Digli che il prossimo giorno che sono a riposo lo proveremo.»
«Va bene. Buon Natale fratellone!»
«Buon Natale anche a te, a Ben e anche ad Isaac.»
Mentre chiudevo la chiamata un tonfo attirò la mia attenzione. Mi voltai e vidi una figura reggersi a fatica contro un cassonetto. Stava chiaramente cercando di restare in piedi. Mi avvicinai cauto e lo guardai. Era un ragazzo molto giovane, dai lineamenti delicati ma completamente ricoperto di lividi, dal labbro spaccato usciva del sangue rosso scarlatto che contrastava nettamente con la sua carnagione pallida.
«Ehi ragazzino, tutto bene?»

[storia scritta a quattro mani da blu992 e pampu]
Quando Stiles arriva in cucina si guarda intorno stupito. Tyler ha preparato toast alla marmellata per sé e per lui.
“Cosa mi devi chiedere?”
Il ragazzo sfodera il suo sorriso, allungandogli anche una tazza di caffè. Male. Malissimo.
“Papà, tra poco è il mio compleanno e vorrei dirti cosa potresti regalarmi. Sai, per evitarti di pensarci un sacco.”
“E dimmi, cosa vorresti di così assurdo che richiede una colazione e la mancata presenza di gel nei tuoi capelli?”
“Pensavo, dato che saranno sedici, e avrò anche la patente… che ne dici di una bella moto?”
Stiles si alza di scatto, prendendo poi le chiavi dell'auto. “Si, avrai la patente, ma guiderai un’auto. Ora alzati, ti accompagno a scuola.”
Per Stiles la conversazione è finita lì, ma non per Tyler. “Ma pà, tu ci lavori con le moto, papà ci lav-“
“Quello che faccio io non deve essere quello che farai tu e soprattutto non farai quello che fa tuo padre. Questa conversazione finisce qui, Tyler, non insistere perché perderai solo tempo” dice entrando in macchina.
Tyler gli si siede di fianco, imbronciato e silenzioso. Meglio un figlio incazzato che uno morto.

Il racconto è ambientato dopo la quarta stagione, dove le seguenti stagioni sono rivisitate, perciò POSSIBILE SPOILER. Il branco è quello originario. Erica, Boyd e Allison sono vivi. Allison e Scott non si sono mai lasciati. Derek/Stiles.
Il racconto parla di un Derek assente (ancora per poco) da BH, di un branco spaesato e di uno Stiles alias Mamma Alpha.
Dal testo:
-Ma… cioè… Come? Perché?-
Gli sguardi del branco alternavano da lui a Scott.
-Stava minacciando i miei cuccioli. Nessuno tocca i miei cuccioli.- spiegò il ragazzo scrollando le spalle.

[Storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Derek è nervoso. Picchietta in continuazione il dito sul bracciolo della poltrona su cui è seduto e continua a guardarsi attorno, cercando di distogliere la mente dai suoi pensieri. Ancora non capisce come sia riuscito a convincersi a fare quella “cosa”. Allison, sua moglie, non era ancora arrivata. Sono sposati da cinque anni e, contando gli anni di fidanzamento, sono insieme da nove. Si erano piaciuti fin da subito e avevano cominciato a frequentarsi. Il fatto che entrambi frequentassero la stessa università li aveva uniti molto, ma, ora che sono diventati medici affermati, le cose hanno cominciato a precipitare. Si sono sposati appena laureati e i primi tempi le cose andavano a gonfie vele. Ma da un anno a questa parte non è più la stessa cosa. Vuole davvero bene ad Allison, ma non è più certo di amarla. Un giorno, Allison ha chiesto a Derek di dare un’ultima possibilità al loro matrimonio. Derek non era molto convinto, ma sentiva di doverglielo.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles è al terzo anno di superiori ed è stufo dal primo. La scuola è iniziata solo da quattro giorni e già sta entrando in casa cercando di passare inosservato e correre in camera prima che suo padre si accorga che qualcosa non v-
“Stiles?”
Come non detto. Stiles è al terzo anno di superiori, ma la sfiga lo perseguita dalla nascita. Entra in salotto, suo padre sta leggendo un fascicolo della polizia, magari è fortunato e non alza gli occhi dai fogli.
“Cosa cavolo ti è successo?”
Forse deve smetterla di sperare che le cose vadano come desidera. Non sa in che condizioni è la sua faccia e come appare all'esterno, ma è quasi sicuro di avere il labbro spaccato e un inizio di livido sull'occhio sinistro. Si siede sul divano scompostamente e chiude gli occhi prima di rispondere.
“Niente, pà”
Lo sceriffo, invece si alza e gli si para davanti afferrandogli il mento e costringendolo ad alzare il viso.
“Dimmi i nomi, Stiles” gli dice, “dimmi chi ti picchia ogni volta. Se non lo fai, prenderò provvedimenti”.
Stiles sbuffa. Sa che dovrebbe farlo, in fondo è figlio dello sceriffo, ma è terrorizzato.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles ha sempre odiato il calcetto con i colleghi. Non ha mai voluto partecipare a quelle partitelle aziendali in cui nessuno andava contro il capo anche se si trovava nella squadra avversaria, ma quella volta è stato incastrato. La partita di quel pomeriggio è Scapoli contro Ammogliati e un membro della seconda squadra ha dato forfait all'ultima ora e Stiles non è riuscito a dire no quando Scott, il suo migliore amico, l'ha chiamato per supplicarlo perché “altrimenti non si gioca più, tu sei l'unico ammogliato che ci rimane e Allison porta anche Kelly a vedermi. Vuoi togliere a mia figlia la gioia di guardare il suo pap-“, a quel punto Stiles l'aveva interrotto sbuffando e accettando.

Raccolta di flashfic, trasformate in OS, partecipante alla challenge "Chi, con chi, cosa facevano" trovata sul forum e della quale mi sono innamorata perdutamente! (Questa è la parte n°2!!)
Ogni OS contiene 3/4 flashfic poiché, essendo 30, non mi va di fare 30 capitoli di qualcosa o pubblicare 30 flashfic separatamente. Volete un'assaggio?
"«Dov’è finito il classico “le donne non si toccano nemmeno con un fiore”?? »
«Tu non sei una donna! AAARGH!» ringhiò, passandosi una mano sui capelli «Sentite, non me la state rendendo facile. Fate quel che ho detto, io chiamo Lydia. Il primo che si lamenta giuro che lo mordo.» concluse, prendendo il cellulare dalla tasca.
«Ah, Kira.» riprese, rivolgendo lo sguardo dietro alla ragazza che era tornata, nuovamente, a nascondersi dietro al veterinario «Tocca di nuovo uno dei tomi in assenza di Stiles e giuro che quella katana te la infilo dove dico io.»"

Tratto dalla storia:
"[...]Stiles non aveva mai pensato a quello che sarebbe potuto succedergli per via del lavoro di suo padre.
Era sempre stato fiero di lui.
Era il figlio dello sceriffo e per quanto avesse sofferto da bambino, subito dopo la morte di sua madre, adesso a sedici anni, ne andava fiero.
Era orgoglioso di suo padre.
Ma ora, in quel momento, mentre era legato ad una sedia, in uno scantinato freddo e buio, non incolpava suo padre, ma solo la cattiveria della gente, l’animo buio che aveva spinto quegli uomini a rapirlo ed usarlo come merce di scambio.[...]"
[tutti umani/ mafioso!derek ostaggio!stiles/ non proprio ostaggio nel vero senso della parola, ma come mezzo per metterli insieme/ sterek of course]

Dal testo:
Aprendo gli occhi, il figlio dello sceriffo aveva girato il capo verso l’altro lato del letto trovando Derek steso supino, con addosso solamente l’intimo e le lenzuola malamente spinte ai piedi del letto.
Concedendosi una lunga occhiata al corpo mozzafiato dell’altro, Stiles nella sua discesa aveva costeggiato il petto, l’addome scolpito e quell’ombelico così perfetto da mangiare di baci, prima di giungere al piatto forte.
Derek era eccitato.

Louis/Harry | Harry!17 | Louis!21 | Porn with a little bit of plot | A lot of kinks | main Daddy kink | Daddy!Louis | LeedsFestival!AU | 23k parole
In cui Louis, migliore amico di Gemma, torna a Doncaster per l'estate e trova il piccolo ingenuo Harry un bel po' cresciuto.
In cui Harry ha una passione per gli uomini con venti anni in più di lui, ma Louis è l'unica eccezione.
O
Louis convince Gemma a portare Harry al festival. E Harry vorrebbe solamente la sua barba tra le cosce, le sue mani sul sedere e la bocca premuta contro la sua.

Os partecipante al Fest "For Your Eyes Only"
***
“Prova ad immaginare” gli sussurrò contro l'orecchio, facendolo balzare indispettito. “Una tua bellissima foto proprio lì, al centro di tutto, punto focale, perno sulla quale qualsiasi cosa ruota” il sibilo basso e roco divenne quasi intimo colpito da quell'atmosfera. Louis fece un passo avanti e poi si voltò di scatto, con il sopracciglio alzato. “Per quale cavolo di motivo dovrei voler vedere una mia foto, nudo, contro questa parete. Foto che chiunque vedrà!”
“Perché non ero certo delle foto già scattate, fino a che non ho incontrato te e ho capito che saresti stato tu. Tu meriti di stare lì, non qualcun altro. Ti voglio, ti voglio lì Louis” gli si avvicinò con passo deciso, sguardo caloroso e fiammeggiante, completamente coinvolto dalle sue parole.
Larry / Photographer!Harry Librarian!Louis / 54K

John aprì lievemente la porta e sbirciò all'interno. La scena a cui ebbe modo di assistere era talmente surreale che per un attimo ebbe paura di essere morto assiderato nella tormenta o di essere in fin di vita e che quella fosse solo una tanto strana quanto stupefacente allucinazione. Ma no, per Dio, non era morto e quello... Dannazione, stava succedendo per davvero.
Accanto al letto del bambino c'era Sherlock, in pigiama e vestaglia, intento a cullare tra le braccia un Hamish già per metà o forse anche più nel mondo dei sogni. Stava cercando di farlo addormentare del tutto e ci stava anche riuscendo, realizzò John con una certa sorpresa. Ma ciò che lo stupì più di ogni altra cosa fu il fatto che Sherlock stava cantando ad Hamish una ninna nanna.
John dovette appoggiarsi allo stipite della porta per non cadere a terra.
Parent!lock; Johnlock

Harry/Louis, accenni Liam/Zayn. Werewolf!AU Werewolf!Louis
Conteggio: 87.7 k, in due parti.
Louis è un lupo mannaro. Harry dovrebbe uccidere le creature sovrannaturali. In teoria, dovrebbero odiarsi. In pratica, vivono insieme.
Dalla storia:
“Il tuo compito è proteggere questo paese, non l’umanità intera!” lo sgridò. “Stavi per farti uccidere, maledizione. Era un lupo mannaro da chissà quanti anni, era forte! Potevo soccombere io stesso!”
“Avevo tutto sotto controllo” si lamentò Harry. “Qualche metro più in là avevo allestito una trappola per lupi. Non sono così stupido da affrontarlo senza prepararmi.”
“Tutto sotto controllo?” sbuffò amaramente. “Se non mi fossi accorto della tua assenza, ti avrebbe ucciso con poche semplici mosse. E, tra l’altro, stavo per farmi male anch’io, se non l’hai notato. Un giorno, giuro, ti mollo qui e ti lascio da solo!”
Harry roteò gli occhi al cielo nel sentire la frase che Louis gli ripeteva circa ogni settimana (facciamo anche ogni giorno). “Sei libero di farlo quando vuoi, lo sai” gli rispose pacato.
“E’ questione d’onore, sono costretto a renderti il favore. Non puoi capire, tu, semplice essere umano. È roba da lupi”