Il biondo lo chiamò e tutto divenne fermo, il mondo e l’universo non si muovevano, la natura non respirava, solo loro due con lo sguardo perso negli occhi dell’uno nell'altro, in un attimo lungo come l’eterno.

"Perché lo hai trattato così?"
"Stavate facendo sesso?" Naruto arretrò di un passo a causa della freddezza a cui era passato Sasuke, ma non perse la sua faccia tosta.
"No. Raccoglievamo margherite. Certo che facevamo sesso, teme."
"Da quando sei gay?"
"Ehi, aspetta." Il biondo alzò una mano, prima di incrociare le braccia. "Sono bisessuale dalla prima superiore, ma Gaara è stata la mia unica esperienza. La cosa ti crea problemi?"
"Si può sapere perché non me lo hai detto? Sono il tuo migliore amico!"
"E perché avrei dovuto farlo? Tu sei un Uchica. Voi siete perfetti, tradizionalisti. Credi che tuo padre ti avrebbe fatto vivere con un mezzo frocio?" gridò di rimando, e adesso erano faccia a faccia, infuriati con l'altro e con loro stessi, senza una vera ragione.
"Non ti avrei mai giudicato."
"E' quello che credi tu." All'improvviso Naruto gli diede le spalle, andando a prendere la sua maglietta ed infilandosela velocemente. Abbassò la testa, senza guardarlo negli occhi. "Lo avresti fatto. Tu giudichi tutti, in continuazione, e non volevo che ti allontanassi anche me." ammise, e quelle parole ferirono il suo amico più di quanto avrebbe potuto fare una pistola.

[Storia partecipante al Contest Natalizio 5+1 indetto dal gruppo FanFiction Anime&Manga – Gruppo Italiano]
Prima di allora, se qualcuno gli avesse detto che un idiota come Naruto lo avrebbe convinto a saltare la scuola, anche solo per un giorno, gli avrebbe riso in faccia: probabilmente, forse, la cosa che più trovava assurda in quel momento era il fatto che avrebbe permesso solo a lui di trascinarlo in qualcosa di così stupido

***Sospesa a tempo indeterminato***
Rivers | Fiumi di Cenere
Ride the wind and rise to the moon
«Lacerato e immobile, cosa vuoi che mi importi? Va bene lo stesso, funzionerà... È il tuo cuore e questo mi basta.»
{50 frasi | Set Alpha - LJ community 1frase}

Due mani congiunte, sullo sfondo di un aeroporto di Osaka sotto la neve. Due cuori che per la prima volta battevano all'unisono. Un rumore di porte e un soffio: " Te lo giuro Dobe...tornerò" e poi l'oblio.

Dal cap. 1:
" La mia risposta diventò così una promessa, una promessa che, nonostante tutto, mantengo tutt’oggi. Non ti avrei mai abbandonato, non l’ho mai fatto. "

[ NaruSasuNaru | NaruSaku accennato ]
“Sas’ke” e fu davvero strano chiamarlo così dopo tutti quei mesi, e suo malgrado quel nome assunse un suono così malinconicamente familiare sotto la voce ringhiante che fu quasi impossibile non dargli peso e soprassedere sul formicolio allo stomaco che aveva avvertito nel pronunciarlo, nonostante la rabbia per la frase denigratoria non gli fosse andata giù. [...]
“Hai ancora il vizio di non dire la u quando mi chiami”.
Il biondo sentì le guance scaldarsi, memore di come l’altro lo prendesse sempre in giro per il suo modo di storpiare la desinenza del suo nome e vergognandosi per la gaffe commessa anche a distanza di anni. Diede colpa all’abitudine dura a morire, che contrariamente a quanto avrebbe mai voluto ammettere, il nome di Sasuke si era presentato spesso sulle sue labbra anche quando il ragazzo non c’era più, come una preghiera in cui affidava la speranza che l’agonia di aver perso il suo migliore amico non si protendesse di un altro giorno.
Ma poi erano passati dieci anni, e Naruto aveva pronunciato quel nome sempre più spesso, ma ferito e con rancore.

"Sempre in ritardo usuratonkachi?"
Il biondo sbuffò "E tu sempre il solito teme che non sa far altro che far piangere le ragazze"
Sasuke fece un sorriso inquietante "Geloso?"
"Perché mai dovrei essere geloso?"
"Perché nessuna ti caga a parte quella gatta morta della Hyuga"
Naruto sentì la rabbia salire prepotente, Sasuke riusciva sempre a farlo incazzare in un nanosecondo
"Non parlare male di Hinata … e poi non è assolutamente vero. Solo perché non sono così spudorato come te, non vuol dire che non ho successo con le ragazze"
"Sì come no ... non riusciresti a far innamorare nemmeno una mosca … che per inciso ama anche la merda"
(...)
Più Naruto ripensava alla discussione con Sasuke più si irritava, quel teme si credeva così tanto superiore!?
Gli venne un'idea per vendicarsi e avere la sua rivincita.
Sasuke si vantava di non essersi mai innamorato, aveva scopato diverse ragazze, ma mai una volta aveva provato qualcosa per loro.
Era arrivato il momento di vendicarsi e di fargli vedere quanto si sbagliava.
Se voleva poteva far innamorare chiunque e glielo avrebbe sbattuto in faccia nel modo più evidente, facendo innamorare proprio lui.
Cosa c'era di meglio che fare innamorare il ragazzo "impossibile"?

Naruto Uzumaki ha ventun'anni, la sua vita non è molto entusiasmante, i suoi genitori viaggiano molto per lavoro e lui gestisce insieme ad Iruka l'attività di famiglia: la caffetteria Konoha.
È da sempre infatuato di Sakura Haruno e non perderebbe mai la voglia di mangiare ramen da Ichiraku. La sua vita non sembra voler affatto cambiare da così, e lui nemmeno desidera che cambi.
Almeno finché dalla porta non entrerà Sasuke Uchiha.
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Avrebbe tanto voluto tornare indietro e fissare quel ragazzo, chiedergli il nome, il numero, affondare le mani nei suoi capelli e stringere i suoi fianchi di sicuro magri e perfetti. Avrebbe voluto assaggiare quelle labbra al gusto di Chai Tea Latte, affondare i canini sul suo collo bianco e lasciargli un sacco di segni violacei, e possederlo lì sul bancone. Ma in realtà stava solo dirigendosi da Ichiraku, il piccolo ristorante che li ospitava sempre durante le loro cene, che era sempre stato il luogo preferito di Naruto sin da quando era bambino, e che ora aveva perso ogni attrattiva.

Sulle montagne in un luogo senza nome, dove pulsava un vulcano in attività e potevi vedere dall’alto, sopra la linea dell’orizzonte, certi uccelli neri e terribili, che solcavano i cieli. E potevi vedere anche come si formavano le tempeste. Tempeste pittoriche. Tempeste che si possono pienamente apprezzare sola dalla prua di un vascello del XIX secolo o dalla sedia un regista, suppongo. E bisognava chiudere porte e finestre perché le nubi non si infilassero dentro casa. Nubi che vedevi arrivare da lontano e di colpo erano vicinissime e avvolgevano la casa in qualcosa che non era nebbia. Era nube. Ed era uno spettacolo così bello che ti faceva sentire l’improrogabile necessità di essere colpito da un fulmine per rimanere per sempre, elettrico e casualmente suicida, in quel paesaggio di nubi.

Un miracolo è qualcosa di semplice. Così semplice che nemmeno ce ne rendiamo conto. Può essere un tuo amico che si riprende dopo essere stato mollato. Può essere una tua amica che ti porta alla Fiera delle Arti Moderne, quando sei giù perché sei stato mollato. Può essere il sedersi davanti a un quadro che pensavi non ti piacesse.
I pianeti si allineano col sole e hai il tuo miracolo, per cui devi lottare lottare e continuare a lottare, per poterlo mantenere nel tempo e nello spazio.

“Da una generazione d’idioti che cosa pensi possa nascere?”
Naruto l’osserva con la coda dell’occhio, sorseggiando una birra scura. Non ha molta voglia di rispondergli, soprattutto quando inizia una conversazione con quel tono insopportabilmente polemico. Sasuke però continua a fissarlo con quegli occhi scurissimi e severi, sembra proprio non voler dargli tregua.
“Dip.” Sbotta infine sperando di chiudere lì, sul nascere, tutta la faccenda.
[SasuNaruSasu con accenni KibaSaku]

01. Percy/Annabeth; prompt 56. Sono un poliziotto e tu un giornalista invadente e non dovrei proprio darti nessuna informazione sul nuovo omicidio!au
02. Jason/Piper; prompt 71. Sei una cheerleader e io un punk e viviamo in due mondi diversi!au
03. Jason/Piper; prompt 25. Ci siamo scambiati per sbaglio i cellulari!au
04. Jason/Piper; prompt 37. Sono depresso e decido di chiamare una hotline!au
05. Chris/Clarisse; prompt 72. Ero uno zombie e sono stato “ri-animato” ma tu mi tratti come se fossi ancora un mostro!au
Un tempo, pensa, ci sarebbe stato Luke ad aspettarlo – non è vero. Un tempo ci sarebbe stata Clarisse.
Prende la sua sacca e si incammina.
Multiship canon | #100au (challenge indetta dal campmezzosangue), #PJShipWeeksItalia

Sappiamo tutti come l'impresa dei sette semidei e dei loro amici sia andata a finire ne "Il Sangue dell'Olimpo", ma vi siete mai chiesti che cosa sia successo dopo?
Come è continuata la vita di Percy e Annabeth dopo il college? Leo è tornato dai suoi amici assieme a Calipso? E che ne è stato di Frank e Hazel? E di Jason e Piper? E ancora di Nico e Will?
Le loro vite hanno preso una svolta diversa o hanno continuato ad intrecciarsi a quelle degli altri semidei?
La storia è ambientata quindici anni dopo la guerra contro Gea.
I semidei adesso hanno una vita del tutto diversa; affrontare mostri e andare incontro alla grande profezia è stato difficile ma affrontare una vita normale lo è stato quasi altrettanto.