“Più che in prigione, quello lì dovrebbe stare in una clinica psichiatrica”
[Larry, don't like don't read]
*
Trailer: http://youtu.be/6IiGWwRxwCQ

Il fatto é, Stiles ha la capacità di rendere ogni cosa difficile per Derek.
Ad essere onesti Derek l'ha capito immediatamente quel primo giorno
nel bosco, mentre tentava di cacciare lui e Scott senza tante cerimonie
dalla sua proprietà.
L'aveva sospettato quando quel ragazzino l'aveva guardato con la bocca
leggermente spalancata e le guance che avevano preso colore per aver
camminato fino a quel punto del bosco, la felpa rossa di almeno una
taglia più grande, e quegli occhi grandi che lo guardavano come se non
avesse mai fatto una sola cosa cattiva al mondo.
Il fatto è, Derek conosce ogni odore di Stiles.

Sospirai, posando la penna accanto al foglio pieno di frasi appena scritte. Ero su una baita in montagna, ed era la Vigilia di Natale. In quel periodo, forse per la neve che vedevo cadere aldilà della finestra della mia camera o per una semplice casualità, sentivo particolarmente la rinomata atmosfera natalizia, e chissà perché, ne traevo ispirazione inconsciamente. Sentivo il bisogno di scrivere qualcosa di magico e fatato, e quella sera, prima di andare a dormire, mi ero decisa. Non avevo un computer con me, ma carta e qualcosa con cui sporcare il foglio sì.
Piegai leggermente la testa di lato, riprendendo fra le mani la pagina e rileggendo. Non avevo ancora ideato la trama, a dir la verità. L’unica cosa certa era che da quel prologo sarebbe uscito qualcosa di incantato e straordinario. Straordinario nel senso di non ordinario, ovviamente.

Louis è innamorato di lei, lei di lui.. ma lei ha un segreto che questa notte sarà rivelato, per sempre.

Ilaria, una semplice ragazza di diciassette anni che, come la maggior parte dei suoi coetanei, usa spesso i social network. Facebook per gli amici, Twitter per sfogarsi.
Negli ultimi giorni estivi “fa conoscenza” con Anonymous. Entrambi sono all’oscuro dell’identità dell’altro.
Il nuovo anno scolastico non si apre nel migliore dei modi per Ilaria, costretta ad avere a che fare con Gabriele, trasferitosi da poco nella sua stessa città.
*Dal capitolo 2:
Per un secondo, incrociando quello sguardo color ghiaccio e quel volto di rara bellezza, mi dimenticai dell’istinto omicida dentro di me.
Non poteva essere vero. Era troppo bello per essere vero. Non poteva esistere un essere mortale così divino. Chi era la madre? Chi il padre? Dovevo assolutamente stringere loro la mano, avevano fatto un lavoro eccellente.
Si schiarì la voce “Posso passare o vuoi contemplarmi per altri dieci minuti?”
Mi pentii di aver sfornato così tanti complimenti tutti in una volta.

Long-fic.
Si trova sotto Green Day perchè questo gruppo farà un po' da sfondo alle vicende dei protagonisti e perchè questi ultimi si chiamano Christian e Gloria.
-π raggio alla seconda per .. trovare l’area? O la circonferenza?- inveì contro il libro di geometria analitica Gloria, chiudendolo di scatto.
-Desisti già? Comunque è l’area. Mancano ancora sette problemi, non puoi lasciar perdere così.- sbottò Christian. (PRIMO CAPITOLO.)
-Se non fosse tuo cugino sarebbe più semplice e da qui a una settimana sareste fidanzati, ma non è così, quindi non ci devi nemmeno pensare.- chiarì la ragazza. (CAPITOLO QUATTRO.)
“Indovina chi torna in città.” Era l’unica cosa che le aveva inviato Simone.
(CAPITOLO DIECI.)
-Oh, piccola Gloria, la pagherai. Cara, ti dico. Perché hai voluto mettermi i bastoni tra le ruote? Hai voluto giocare a questo gioco, ma ti sei dimenticata di leggere le istruzioni.- s’incoraggio, come se ne avesse bisogno, la ragazza. (CAPITOLO QUINDICI.)
La prese per una mano, la strinse forte. La mano di lei era fredda, come il granito.
Si avvicinò a lei con furia, dolore, rabbia, tutto rimescolato insieme e la baciò, un bacio diverso da quello di quel 3 gennaio lontanissimo nella memoria. Un bacio diverso di quello a casa di Gloria, al gioco della bottiglia. (CAPITOLO DICIASSETTE.)

Living the dream Kevin, living the dream.«

«Ehm, Granger?» la chiamò dopo il quarto tentativo
«Che cosa c’è Malfoy?» chiese esasperata Hermione avvicinandosi.
«Ti sembrerà una cosa strana, ma... la porta è chiusa»
«Ma dai?»
«No, no, chiusa chiusa»
«Che cosa vuol dire chiusa chiusa?» chiese Hermione in uno strillo. Draco la fissò per un momento, poi si tirò indietro e sferrò un calcio alla porta di legno che rimase esattamente dov’era, senza smuoversi di un millimetro.
«Capisci adesso?» chiese. Hermione lo fissò con l’espressione di chi non riesce a credere ai suoi occhi.

-Lui non ci prova con me!- protesta Minho.
Key alza un sopracciglio e con la sua tipica espressione 'da regina del ghetto' -come l'ha nominata Jonghyun- fa saettare lo sguardo da Taemin, completamente abbandonato sul corpo di Minho, e il viso di quest'ultimo.
-Questo non significa niente!- protesta di nuovo Minho.

Era in momenti come quelli che si metteva a pensare a quello che stavano facendo, Zayn e lui –o meglio, quello che non facevano.
Giocavano a fare gli idioti –e si divertivano un mondo a farlo, questo era sicuro.
Buttò la camicia a terra; già, ma poi? Gli altri non sapevano dei loro incontri –per puro miracolo.
Fece cadere la maglietta sul tappeto, rimanendo a fissarla.
Potevano continuare a fare così senza problemi, certo.
Anzi, no. Già solo il fatto che ci stesse pensando implicava problemi.
Sbuffò e si sfilò le scarpe, lasciandole lì in mezzo ai vestiti.
Cos’erano tutti questi pensieri filosofici? La cosa da fare alla fine era semplice. Non pensare.
[PWP slash, ovvero maschietto e maschietto. Se non vi piace, invece d'insultare, non leggete]
Louis e Zayn sotto la doccia, tra battutine e un Liam un po' molesto.

1998, Battaglia di Hogwarts.
Quando Hermione Granger decide di soccorrere Draco Malfoy, in fin di vita, non sa ancora dove la condurrà quella scelta: forse più lontano di quanto abbia mai potuto immaginare, forse fin sotto la pietra. Un nuovo mondo attende la strega, un mondo dove potrebbe scoprirsi più sola di quanto lo sia mai stata...oppure no?

Lui le afferrò i polsi, in silenzio, senza smettere di fissarla.
- Hermione... - disse finalmente, quando i singhiozzi di lei si furono diradati.
Lei sollevò gli occhi di scatto, lasciandosi sfuggire un oh! di sorpresa.
- Avrei potuto essere migliore. Con te. - proseguì dolcemente lui.
Dolcemente? E...da quando la chiamava per nome?
Lo fissò, incapace di dire alcunché, troppo sorpresa, troppo scioccata.
- Mi dispiace - sospirò amaramente lui. - È tardi, ormai -
- Tardi...per cosa? - domandò lei con un filo di voce, ritrovando l’uso della parola.
- Per questo - rispose il giovane semplicemente, lasciando la presa su uno dei suoi polsi ed afferrandola solidamente per la nuca. - Per noi - concluse in un soffio, parlandole sulla bocca.
Nota IMPORTANTE: Tutti i personaggi non appartenenti al Fandom Potteriano nominati nella fanficion (l'elfo domestico Puck, Virginie de Notre Dame, Sophie McNair, Jesse e Kimber Dawson, Isabel Raleigh e suo marito, Strauss, Crouch, Gamble e via discorrendo) sono miei personaggi originali dei quali io detengo tutti i diritti. Se vi ispirate ad uno di essi, vi prego almeno di creditarmi, previo avviso.

Un Demone sadico e sensuale, figlio di Lilith e Lucifer, ed una mezza Demone, serva in un'Accademia esclusiva. Una schiavitù forzata che nasconde forse un segreto vecchio di secoli...
"“Sono diventata cosa scusa?” chiesi sbigottita.
“Sei quello che voglio, quando voglio e dove voglio”
[...]
“Non ho accettato nessuna scommessa Syn. Se ti voglio ti avrò” ringhiò afferrandomi un braccio per voltarmi verso di sé.
“Mi vuoi?” domandai scettica.
“Hai sempre detto che ne avresti potute avere a centinaia come me. Va da loro no? Oppure non le vuoi come desideri me?”
“Non posso…quindi mi accontento di te”