Ciao!
Questa storia è nata quasi per sbaglio, ma sono felice di poterla pubblicare!
Parliamo di Seth, un ragazzo con una vita ben poco semplice e normale.
Durante una delle sue "normali giornate" conosce il nuovo arrivato a scuola, Xander.
Inizia ben presto un'amicizia "strana", tra due persone che hanno ben poco in comune ma che non riescono a fare a meno l'una dell'altra.
Ma chi è davvero questo ragazzo?
Seth non sa che appartiene a un mondo ben poco "normale" e che, prima o poi, ci si ritroverà dentro in una maniera inaspettata e improvvisa.

Magnus sbatté più volte le palpebre come a riprendersi da uno stato di déjà-vu e fece per allontanarsi. - Allora io vado a...
- ...ultimare lo studio sugli scritti runici di non so cosa, okay. - disse Alec, mentre masticava i bocconi di pizza con aria assente.
Lo stregone si bloccò e incrociò le braccia al petto. - Alexander?
- Dimmi.
- La smetti di terminare tutte le mie frasi?

In un mondo dove le persone hanno dei poteri speciali, John Watson si trova nella situazione più sfortunata di tutte: può vedere quanti giorni mancano alla morte di chi gli sta intorno e per questo motivo è certo che la sua vita farà sempre abbastanza schifo.
Questo almeno fino a quando non incontra Sherlock Holmes e ha l'occasione di salvare Londra e quelli come lui dal loro destino.

Poi fu lo sconosciuto a parlare : "Dottor Watson?"
"Sì,sono io..."
"Sono l'ispettore Brooks,ci deve seguire. -una pausa- E' in arresto".
Mrs Hudson dietro di loro piangeva.
Watson guardò incredulo l'uomo e poi Lestrade : "In arresto??!...E con quale accusa??!"
Brooks -tutta un'altra cosa rispetto a Lestrade- lo squadrò con uno sguardo duro,che non ammetteva
repliche : "Sodomia".

Una sera buia, un ospite che arriva senza annunciarsi, un miliardario che si trova impensierito ad ascoltare alcuni stralci del racconto di quell'uomo con dei magnetici occhi color smeraldo, capaci di attrarlo e di inghiottirlo come un vortice, appena fuggito dal suo carcere.
[IronFrost]

Daphne e Ethan non avrebbero dovuto incontrarsi, ma era successo. Proprio durante la serata dedicata all'addio al nubilato di Daphne, la sera in cui tanti dubbi che non riusciva ad ammettere di avere erano cresciuti in lei. Nell'attimo in cui si erano incontrati, il più sbagliato, erano diventati l'una la più pericolosa ossessione dell'altro.
"Avrei solo dovuto ammetterlo: volevo rimanere lì con lui, ma non fu certo facile. Mi girai verso l'uomo che mi aveva accompagnata fino alla fine del corridoio e lo guardai a lungo, provando a combattere contro la mia mente che aveva portato i miei pensieri a sfuggirmi dalle mani. A sua volta, lui guardò me. Guardò me in una maniera in cui nessuno mi aveva mai guardata. Le sue mani, prima ferme e sicure, tremavano come se ogni nervo e ogni muscolo del suo corpo statuario fossero in fibrillazione e si contraessero senza possibilità di fermare quel supplizio. I suoi occhi erano ardenti, accesi da una fiamma di desiderio che mi sconvolse per la sua intensità e per il fatto che ne fossi io la causa. Ero soggiogata, intimorita, profondamente eccitata, scossa da un'insopportabile, insostenibile necessità di averlo."

Salve a tutti! Questa storia nasce dalla distruzione che i miei sentimenti hanno subito in seguito alla 3B, per cui se siete indietro non leggetela. Potrebbe contenere SPOILER. Io vi ho avvisati. Detto questo ho voluto ambientarla dopo un ipotetico finale di questa stressante terza stagione. Difatti ho cercato di rendere il carattere dei personaggi basandomi principalmente su quest'ultima, specialmente per Derek. Buona lettura.

Perché Lucifero non può essere semplicemente, un essere che soffre come noi?
Gli esseri umani hanno sempre creduto che lui non abbia un cuore, che sia crudele, ma se invece, anche lui provasse emozioni? Non avete mai pensato, che anche lui, possa provare gelosia?
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Mio personale sclero notturno, spero vi piaccia questa piccola flashfic e che lasciate un commentino piccino picciò(?).

Questa storia è un what if è stata scrita prima dell'inizio della nona e dopo il finale di stagione ..Dean è in ospedale Sam è in fin di vita... ma qualche aiuto verrà concesso loro inaspettatamente...

Luogo: Silent Cliff Sanitarium, Pensilvania. Casa di cura per soggetti particolarmente violenti.
Una tossica, una schizofrenica, un sociopatico, un piromane, un ragazzo dall'alter ego folle e, infine, un giovane dall'oscuro passato: le loro vite si incontreranno tra amori, risse, tentativi di fuga e punizioni tremende. Sei persone, un solo obiettivo: La Fuga.
Ci riusciranno? Leggete e saprete.
- BlackSteel-

Questa storia intende essere una rivisitazione dell'intera saga dal punto di vista del principe Vegeta.
Dal cap.2: 'Non posso credere che quel saiyan senza cervello sia riuscito a capirmi... Che fa ora? Mi sta dando una sepoltura... Oh Kakaroth...'
Vegeta avrebbe voluto piangere nel sentire i pensieri di Goku, ma non poteva farlo essendo solo uno spirito.
'Non avrei mai creduto che qualcuno potesse mostrarmi del rispetto, Kakaroth avrei tanto voluto conoscerti meglio, mi stai dando una sepoltura nonostante il male che ho fatto a te e ai tuoi amici... Io non merito il tuo dolore...'

Dopo aver passato una delle giornate più difficili della sua vita, John si ritroverà ad affrontare le conseguenze di ciò che è successo, che potrebbero trasformare un banalissimo 'giorno dopo' in un incubo o in qualcosa di più...
[Johnlock][Post-Comic "We're not a couple" by Reapersun/Sexlock]

Gabriel non è morto nello scontro con Lucifer, ma ne è uscito gravemente ferito, con un paio – su tre – d’ali spezzate e il potere ridotto di un terzo. Avendo bisogno di un rifugio, si rintana a casa Singer, sotto l’occhio dei Winchester.

S e t e d i s a n g u e c h e p r e m e v a t u t t o.
“Yuuki” disse con voce ferma “prendi me”. Si sporse, denudando il collo della camicia scura e applicò una leggera pressione lì dove pulsava il suo cuore con l’indice e il medio di Yuuki, deboli nella sua mano. Un rivolo di sangue lasciò una scia calda sul suo corpo gelido.
Yuuki deglutì.

"Sentiva di avere una missione: capire dove si dirigeva ogni volta che usciva dal castello.
Doveva ammetterlo, quello era diventato il suo chiodo fisso, il motivo che lo spingeva ad alzarsi la mattina e il pensiero che lo accompagnava la notte"