“Luke domandò a Calum che cosa fosse l'amore e lui gli rispose che l'amore era lui che rideva.“
Cosa succederebbe se l'amore stesso diventasse un'illusione?

“Io non andrò avanti senza di te, io non posso, io non voglio baciare altre labbra che non siano le tue, non voglio altre braccia che mi stringano se non le tue, non voglio sorridere a causa di una risata che non è la tua, non voglio e non posso” e mi sentivo incapace al solo pensiero di non poter fare nulla per tenere in vita le mie labbra, le mie braccia o la mia risata, non potevo vivere senza di lui ma lui avrebbe dovuto vivere senza di me, non aveva altra scelta.
[CAKE]

"Un patto?" gli dico abbastanza incredula
"Fingi di essere la mia ragazza e io prometto che cercherò di essere più simpatico. Fallo per me Frankie" mi prega.
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"La cosa migliore che puoi fare è amare e lasciarti amare" mi sussurra stringendomi ancor più forte al suo petto.
"Allora, per favore, insegnami a farlo" gli rispondo allacciando le mie braccia dietro al suo collo.

Dal testo:
Liam Payne, 27 anni;
Annabel Kick, 24 anni;
Edward Payne, 5 anni;
Loro erano una famiglia.

La felicità è come l'alba. Arriva dopo la notte.. Buia.. Angosciosa.. Ma quando arriva è stupenda. E sembra ancora più bella..

Louis Tomlinson,un ufficiale tedesco, non riesce a trattenersi al fascino di Anne ,una piccola ebrea.Lui 20 anni,lei 18.La sua unica colpa:essere ebrea.Solo questo.Ma dopo tanta sfortuna riesce a trovare un angelo all'inferno.

Sono dovuto tornare da te, avevo nascosto il cuore nel riflesso dei tuoi occhi.
South Yorkshire, Estate 1944;
-Da quanto manchi da casa, soldato?- mi chiese dopo alcuni minuti, spezzando il silenzio dell’abitacolo. Il volto di Jacob, nonostante la durezza segnata dall’età, era affabile, e c’era qualcosa dentro ai suoi occhi, malinconia forse, che mi spingeva a fidarmi di lui.
Deglutii al ricordo doloroso di quei giorni lontani, -tre anni, più di tre anni..- ammisi con una vena di malinconia nella voce. Sembravano così distanti quei giorni, lontani milioni di chilometri dall’orrore della Guerra, e da tutto ciò che in questi tre anni ero stato costretto a vedere, e sentire.
-E non hai paura di tornare?- domandò in tono apparentemente piatto, ma che in me risuonò con lo stesso frastuono di una granata. –Voglio dire, non temi che le persone che hai lasciato tre anni fa, siano cambiate?- aggiunse spiegandosi meglio, non avendo ricevuto risposta alla domanda posta in precedenza.
-Si.- fu tutto quello che riuscii a sputare fuori.
Un solo angosciante pensiero a tormentarmi la mente.
La paura che Lei non mi avesse aspettato.
Lei, che non sapeva neanche di doverlo fare.