Ragazza, non sai come mi sento.
Quando ti ho vista andare via qualcosa si è spezzato dentro di me.
Sono stato stupido e ho rovinato tutto.
Avrei dovuto fare più attenzione.
Sai qual è la cosa che più mi fa arrabbiare? Di aver rovinato tutto sul più bello.

innamorarsi di lei a distanza, per poi farla tua.

Sono un adolescente, il periodo “magico”, come lo descrivono i grandi ed invece descritto “inferno” da noi ragazzi. Come mai tutta questa differenza? Perché i tempi sono cambiati? Senz'altro. Perché vediamo solo cose negative? Certo. Perché siamo nel periodo in cui cambiamo e cresciamo, siamo in cerca di noi stessi.. creiamo la nostra persona, quella che sarà il nostro biglietto da visita per tutto e tutti. Non è una cosa facile, soprattutto se si è come me e come altre ragazze, purtroppo. Sì, perché cosa c’è di peggio che essere una ragazza in carne, con i brufoli e con dei capelli secchi, in un mondo, in una generazione dove l’apparenza è tutto ciò che conta? Dove se non sei perfetta non vali nulla?
QUESTA è UNA OS BASATA SU UNA COSA REALE ♥

La bambina -avvolta in un lenzuolo- le fu appoggiata tra le braccia, e solo in quel momento si rese conto della realtà: stava tenendo tra le braccia sua figlia.
Fu avvolta da un senso di appartenenza; si sentiva piena, piena da scoppiare.
Piena di vita, di forza, di coraggio.
Piena di amore per quella piccola creatura dalle labbra a forma di cuoricino, dal nasino perfetto e gli occhi penetranti.
E in quel momento, Aria, fu travolta da un ricordo.

“Ti amo, stronzo” dissi mentre Justin mi avvolgeva col piumino
“Zitta piccolina” morse il mio collo
“Jay-”
“Ti ho detto di stare zitta” mi strizzò il culo con una mano “Sei la mia troia, devi obbedirmi, capito?”
Annuii gemendo per la stretta sul mio didietro.
“Brava”

"Ero tranquillissima, stavo camminando con le mie cuffie nelle orecchie ascoltando un po’ di buona musica, quando un furgone nero si fermò alla mia sinistra e in un batter d’occhio uscirono due uomini di cui uno mi bloccò e l’altro mi portò un fazzoletto bianco alla bocca.
Poi d’un tratto mi ritrovai in questa stanza da sola con in dosso una lunga camicia da notte di colore bianco, che però ormai era diventata nera a causa del luogo poco pulito."

«Dove credi di andare?» Chiede il bimbo-ventenne mentre afferra saldamente il dietro della maglietta e mi tira di nuovo sul letto mettendosi sopra di me.
«Ho di meglio da fare che stare qui e fare la babysitter a te!» Sorrido falsamente cercando di togliermelo di dosso, inutilmente. 
«Stanotte eri più docile» Osserva mentre mi lascia un bacio sulla guancia. Ma quanti anni hai, cinque? Non proprio cinque ma giù di lì. Scuoto la testa.
«Prima che te ne vai ti voglio di nuovo, così te lo ricorderai» Continua chinandosi per baciarmi la gola.
«Il bimbo non riesce a tenersi l’amichetto nelle mutande?» Chiedo ridendo ma lui mi guarda serio.
Mi prende una mano e la poggia sopra le sue mutande, facendomi notare quanto fosse eccitato. «Ecco l’effetto che mi fai» Sussurra tornado a sorridere, alla fine non è così brutto quando quelle labbra invitanti si curvano all’insù. Labbra invitanti? Prendetemi a sprangate, vi prego.

Voi c'eravate.
Ed io, da oggi, voglio esserci per voi.

“Con Believe in me i miei tagli si sono aperti,
con Skyscraper hanno iniziato a guarire,
con Warrior sono cicatrici, segno di un ricordo”

''-Ti amo, Wynter, e voglio che tu sia felice, anche quando io non sarò più vicino a te.-
Quella conversazione mi stava uccidendo. Non faceva altro che ricordarmi, ad ogni parola, che presto mi avrebbe abbandonata, contro ogni volere. Ogni sua parola, era una fitta allo stomaco, ma non era colpa sua. A volte la vita sa essere davvero ingiusta, con le persone sbagliate.
-Promettilo, Wynter.- il suo tono, sembrava essere quasi supplicante.
-Te lo prometto, Justin.- risposi io, annuendo.''

So che dentro di me ci sarai sempre tu a darmi il tormento.
So che oramai non possiamo più tornare indietro.
So che ci sarà sempre un noi, un me e te.
È troppo tardi e tu hai sbagliato, o forse siamo in due ad aver sbagliato.
L’amore ricorderà. Il nostro cuore ricorderà e soffrirà. 

In poco realizzai che questa volta a separarci non c'era un fottuto schermo del computer, non c'era la distanza. Allungai la mano, gli porsi la mia mano invitandolo a stringermela; mi sbracciai, cercando di fargli capire quanto fosse importante per me un contatto fisico con lui.
***
«No, non è un sogno! Justin Bieber ti ha stretto la mano!» Mi girai, incontrando lo sguardo esaltato di una ragazza, mentre mi confermava che non era un sogno.

E' tutto troppo veloce, tutto. Ma chi me lo ha fatto fare?

Quasi sapevamo cosa fosse l’amore ma quasi non è mai abbastanza.

“Non importa, può anche non seguirmi lei, ma questo oceano mi da un senso di pienezza.”