Katsuki aveva capito che nel giro di tre fottuti secondi sarebbe morto.
Cioè, letteralmente - letteralmente morto.
La sua vita sarebbe fottutamente finita.
Per lo meno si sarebbe aspettato una grande esplosione, un qualcosa di travolgente: un incidente aereo, un disastro ferroviario; quelle cose che sì, rimanevano impresse a cera lacca nella storia e nella memoria collettiva. Decisamente non si aspettava che sarebbe morto in casa, nella sua fottuta cucina, in una stupidissima mattinata di sole autunnale.
Katsuki avrebbe voluto i fuochi d’artificio, cazzo, granate che piombavano dal cielo, AK47 che mitragliavano sulla fottuta folla. Ma decisamente non questo.
Puff.
Una piccola implosione.
Una sorta di auto-detonazione istantanea.
Esploso solo su sé stesso, come il più grande degli stronzi, e del suo corpo non ne sarebbe rimasta più traccia. Se non sui mobili bianchi della sua ex – doveva considerarla ormai ex? – cucina. Ed auguri al suo vecchio bastardo a pulire quel merdoso macello di sangue e merda.
“Che cazzo hai detto, vecchio?”
Masaru inspirò una pesante boccata di ossigeno dal naso. “Ho detto che, questa casa, si farà un po' più affollata d’ora in poi.”
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[BakuDeku]

|BakuDeku||Modern!AU con quirk||altre ship minori|
Izuku vuole arrivare dall'altro lato del Paese senza che i suoi genitori si accorgano che è sparito. Vuole solo scoprire chi è davvero.
Katsuki non vede l'ora di arrivare a Los Angeles senza venire braccato dalla polizia, desideroso di riparare ai suoi errori.
Nessuno dei due sa cosa lo aspetta, ma in un viaggio attraverso gli U.S.A. che coinvolge quattro fuggiaschi, due ignari ragazzi scappati di casa, una pericolosa organizzazione criminale e una task force della polizia, i due scopriranno che per loro c'è in serbo più di quanto avessero originariamente pensato.

Quando Touya ferma sua madre dall’ustionare Shouto, decide che quando è troppo è troppo. Deve uscire da quella casa e portare il suo fratellino con sé. 
[AU! Canon Divergence, Dabi è Touya Todoroki] [No manga spoiler]
Dabi/Hawks, Bakugou Katsuki/Midoriya Izuku/Todoroki Shouto

[BkDk] [sort of caffe shop!AU]
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Un rigido inverno sembra aver preso in ostaggio l’intera città. Fa freddo. Fuori si gela e la neve copre tutto con il suo bianco candore, ma gli basta guardare verso il terzo tavolo dalla porta, proprio al centro della vetrina, per avvertire un tenue tepore.

One Shots bakudeku R18 per il compleanno di Bakugou Katsuki
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// Tratto dalla storia: //
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"Le cose fra loro erano sempre rimaste sospese a metà, come in quel momento. Frasi spezzate a metà e mezze verità. Non c’era modo che si capissero. Da sempre loro funzionavano in modo disarmonico, come una melodia eseguita in due tempi diversi. Si sfioravano e intralciavano a vicenda senza mai fondersi in un suono pulito e orecchiabile. Condannati a seguire strade parallele che si sfioravano costantemente senza mai unirsi.
Così erano lui e Deku. "

SPOILER ALERT!! Gli avvenimenti narrati coprono la storia fino al capitolo 300 del manga.
[lievissimi accenni alla BakuDeku]
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Bakugo si è appena svegliato in ospedale dopo la terribile battaglia di Jaku e ha scoperto che Midoriya è in coma e non dà segni di miglioramento. Qualcosa si scatena in lui e sente il bisogno di mettere ordine ai propri pensieri.
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“Todoroki e gli altri sono feriti ma hanno tutti ripreso conoscenza, o almeno...”
“Cosa? Sero, parla ora o giuro che su questo letto ti ci ritroverai tu tra qualche secondo.”
“Tutti tranne Midoriya. Lui non ha ancora mostrato segni di ripresa.” Ecco. Di nuovo quella sensazione al petto. Strinse le mani a pugno intorno al lenzuolo perché non sopportava di sentirle tremare e perché una parte di lui voleva distruggere quella stanza senza lasciare nulla di intatto.

Katsuki non aveva idea di come fosse finito in quella situazione. Sapeva solo che lui e Izuku erano in piedi, da soli nella penombra del corridoio che conduce alla vasca grande, e si stavano baciando.
Non aveva idea né di come fosse potuto accadere né chi fosse stato il primo a muoversi, ma una cosa la sapeva.
Non voleva fermarsi.

pornfest #13
BakuDeku - Bakugou e Midoriya si sono lasciati dopo anni di fidanzamento per uno stupito malinteso. Un mese dopo la rottura si incontrano di nuovo in un bar gay
Warnings: angst, h/c, slightly OOC (concedetemi un Bakugou ubriaco)
--- Bakugou vede Deku grattarsi la nuca imbarazzato. Attraverso i fumi dell’alcool il gesto gli sembra al rallentatore e forse è solo la sua immaginazione che gli gioca brutti scherzi tramite la memoria, ma riesce a distinguere le cicatrici sul dorso e una stilettata di dolore gli prende lo stomaco al ricordo di tutte quelle volte passate a letto, dopo aver fatto sesso, a tracciarne i contorni con la punta delle dita.
Merda.
Bakugou chiama il cameriere con un cenno e indica il bicchiere vuoto. L’idiota annuisce e se ne va senza nemmeno raggiungere il suo tavolo, Bakugou spera che abbia capito che gliene deve portare un altro.
Tanto peggio di così…

[BkDk] [Dk!professore, Bk!Alunno]
Questa os è stata scritta per il WritOber indetto da Fanwriter.it
***
Tratto dalla storia:
A Katsuki, il professore, piaceva anche caratterialmente, così timido e riservato, gentile e socievole, sempre con un sorriso per il prossimo.
Aveva lavorato con i più grandi eroi del mondo e lui stesso rientrava nella rosa dei dieci migliori, ma aveva lasciato il lavoro per dedicarsi anima e corpo (e che corpo!) all’insegnamento.
Per Katsuki era una leggenda: non solo incarnava fisicamente ciò che sarebbe sempre voluto diventare, ma era arrivato fin dove Katsuki bramava arrivare professionalmente. Tranne per l’insegnamento, quello non faceva proprio per lui. Non avrebbe abbandonato mai il lavoro da eroe per istruire mocciosi di merda, ma non poteva nemmeno biasimarlo per tale scelta. Dopotutto, se così non fosse stato, non si sarebbero mai conosciuti.

[Bakudeku | AU No quirk]
Izuku è un brillante studente universitario, nerd da una vita ed estremamente miope. Katsuki passava di lì durante la disfatta.
Tratto dalla storia:
“Quanto riesci a vedere?”
“Mh.” Izuku si portò la mano libera dai pezzi a venti centimetri dalla sua faccia “Nitidamente fino a qui.”
“Cazzo.”
“Già.” Ripeté Izuku, chiudendo gli occhi. Voleva solo andare a casa. Ci mancava solo la sua prima delusione in amore, nonché bullo personale, a rovinare completamente la sua giornata. Quando riaprì le palpebre, una mano era nel suo campo visivo, e non era più la sua.

"Quel morbo si era manifestato in qualunque persona avesse conosciuto nell'arco della sua vita, da sua madre quando preferiva trascorrere il sabato sera con i suoi amici piuttosto che con lei, ad Uraraka quando le diceva che avrebbe passato il pomeriggio altrove e non nel loro ristorante giapponese di fiducia, sino ad arrivare addirittura al gatto di Iida quando studiavano insieme ed il padrone lo ignorava.
Ecco, quel maledetto e nefasto parassita colpiva qualunque essere esistente, e lui non era sfuggito al contagio: gelosia."

"Voglio entrarti così dentro da rovinarti per sempre [...]
Voglio infliggerti una cicatrice che non manderai mai più via."

Bakugou non è ottuso, la nota perfettamente la differenza tra il respiro trattenuto degli altri e il suo. Specialmente quando Deku si passa il dorso della mano sul labbro sottile spaccato - per togliere velocemente il sangue - e quello sfrega esattamente sulla cicatrice del polso spesso.
Deglutisce.
A Bakugou non dispiacciono - per nulla - le cicatrici di Deku.
[BakuDeku][p0rnFest#12]

"Voleva semplicemente stare da solo, da solo con lui, ecco.
Pretendere che restasse al suo fianco, e sapere che non l'avrebbe fatto.
[...]
Non se ne era neanche meravigliato quando l'aveva visto lì, in attesa ed il respiro ansante, la mano artigliata al reticolato metallico in cerca di un supporto fisico e morale.
Quello era uno dei motivi per cui Katsuki invidiasse Deku: perché Izuku era un ipocrita, sapeva mentire a se stesso con una consapevolezza fuori dal comune, disposto a vivere in una realtà avvolta da quella patina di falsità.
E invece Bakugou affogava in quella stessa consapevolezza sin da subito, affrontava faccia a faccia i fatti e lottava contro di essi finché non si ritrovava sporco di terra e sangue.
Ma poi li superava, a tempo debito, a differenza dell'altro che risentiva delle conseguenze di quelle scelte sbagliate a distanza di giorni, mesi, anni.
No, forse non lo invidiava affatto, ma quella di sicuro non era da considerarsi felicità."

>...
una frase che mi ha lasciato di stucco, e ho deciso di approfondire quel determinato momento!
Spero vi piaccia, e buona lettura!