Estate 1996: La Gazzetta del Profeta titola la condanna a morte dei coniugi Malfoy per mano dell'Ordine della Fenice.
Draco Malfoy porterà a galla l'oscurità assopita che da sempre era giaciuta in lui; il suo obiettivo: spezzare colei le cui mani sono impregnate del sangue dei suoi genitori.

Questa è una storia direttamente da quella carcassa nascosta in fondo alla materia gelatinosa che mi dicono chiamarsi cervello.
Probabilmente nonsense. Probabilmente violenta. Probabilmente sessuale, perché sesso, violenza, e cervello sono un cocktail per pochi.
Cheers.

"Lo so che non è amore. L'amore non è così devastante, non ti fa piangere e supplicare, bramare e sospirare. È qualcosa di diverso, è qualcosa di peggio."
(Tratto dal testo)

Più che altro un sincero fanculo.
Partecipa a: Porno - Drabble Contest di outshined_

Draco cerca di dimenticare nel solo modo che conosce.
"Indossa un reggiseno di pizzo verde smeraldo con decorazioni nere e tu sai che per te non è il rosso, ma il verde, l’esatto colore della lussuria.''

"Una persona in un solo minuto vede la sua vita per come potrebbe essere e si estranea, entra in contatto con la parte oscura che la opprime.
In mezzo, l'albero della vita, che si divide in due rami.
Quindi: da un lato la vita grigia di tutti i giorni, dall'altro la vita che potresti avere e che vedi in un minuto."
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Raccolta di songfic dall'album "Storia di un minuto", dei PFM.
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Tematiche delicate. Contenuti disturbanti. Il protagonista, che parla in prima persona, è fortemente misogino, blasfemo, sprezzante di qualsiasi costruzione sociale. Raggiunge le vette del truce e del grottesco. Avvertiti.

"Malgrado una radice la trattenga, sempre si volge lei verso il suo Sole e pur così mutata gli serba amore." da "Le Metamorfosi" di Ovidio.
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Il confine labile tra amore e ossessione.
Il passo breve, incerto, tra istinto di proteggere e desiderio di distruggere.
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Ci fosse il rating nero lo metterei, ma non c'è; dunque mi accontento del rosso. Ma lettore avvisato mezzo salvato. Non per stomaci (troppo) deboli. Tematiche delicate. Un po' di sadismo a briglia sciolta.

Il rimpianto serpeggia tra le mie carni, si muove insidioso, ponendomi il dubbio di come sarebbe stato se tutto questo fosse successo settimane, mesi prima.
Probabilmente avremmo solo finito col distruggerci entrambi, molto più di quanto stiamo facendo ora.
È un addio tanto dolce quanto amaro questo, ma porta con sé il dolore di un solo ricordo.
Non so se avrei più sopportato la notte, che sarebbe stata accompagnata dal perenne tormento dell’illusione di averti accanto.
E portarsi alle spalle un peso di più ricordi di quanti se ne possano effettivamente ricordare, troppi per una sola notte, troppi per una vita intera.
Non ce l’avrei fatta.
Un sogno, un sogno trasformato in tormento, trasformato in qualcosa di bello che ho voluto condividere.

"Quando vuoi celare un amore folle, tu nascondilo nella violenza."
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-Allora, Hanabi? Ti è passata la voglia di giocare?- le alitò sul collo, solleticandole la pelle sensibile coi suoi capelli serici.
-Esattamente quanto a te è passata la voglia di sottomettermi.- gli rispose pronta, dura.
Neji rise, secco, cupamente divertito.
-Allora giochiamo.-
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Rossa. Molto rossa. Direi PWP, se in questa coppia non ci mettessi sempre così tanto sentimento.

Itachi non seppe resistere; non aveva molto tempo, ma un’ultima volta poteva concedersela. Chiuse gli occhi, rilassandosi, autoinfliggendosi quella dolce tortura: irretì la sua stessa mente in un genjutsu, quello in cui si crogiolava da anni cercando sempre di mantenere il controllo necessario per non smarrirsi e non restarvi intrappolato.
Chiuse gli occhi: l’unico modo che ormai aveva per vedere davvero.
*
-Sei in pessima forma.- sentenziò Shisui, puntandogli contro uno sguardo severo e soppesandolo dalla testa ai piedi.
-Non guardarmi così. Io sarò in pessima forma, ma tu sei morto.-
-E ho comunque una cera decisamente più bella della tua. Questo la dice lunga, amico.-
Itachi si sporse con uno scatto del busto, afferrò il viso di Shisui tirandolo a sé, ringraziando il potere di quel genjutsu che gli permetteva anche di sentire sui polpastrelli la sericità di quella pelle liscia, gli catturò la bocca rosata in un bacio rapido e urgente.
-Non sono tuo amico.- gli sussurrò sulle labbra, allusivo, ebbro del sapore dell’altro.
-No, hai ragione, sei il mio cuginetto sodomizzato.-

FF che si colloca temporalmente prima di "La Mandragola".
Dal testo:
- Dopo tanti anni, sei ancora così bella.-, le aveva scandito, languido, sussurrandole all’ orecchio.
In quale inferno l’ avrebbe scagliata, se gli avesse permesso di prenderla tra le sue braccia?
Ormai seduto, le avvolse i fianchi con un braccio per tirarla a sé, schiacciandole il seno col proprio petto quando si sporse per posare le labbra sottili sulla nuca di lei.
Era sempre stata sensibile lì: il dannato se lo ricordava.
- Lasciati andare, Tsunade. Questa volta sarò qui per sorreggerti.- Lo odiava, quando parlava in modo così credibile… talmente tanto che la sua sembrava una promessa, l’ ennesima, ma la prima dopo tanti anni.
Quanto altro dolore vi avrebbe istillato, se gli avesse di nuovo aperto il proprio cuore?
- Piangi tutte le lacrime che hai trattenuto finora. Adesso puoi farlo.-
Le labbra dell’ uomo si posarono, lenitive e delicate come farfalle, sugli zigomi e poi sull’ angolo della bocca, corsero a sigillare le palpebre chiuse e tremanti.
Quanto tempo le restava, prima di innamorarsi di lui una seconda, una terza, una centesima volta?

Una raccolta di piccole dichiarazioni d'amore. Confessioni mai fatte racchiuse per molto tempo, troppo tempo in cartelle dimenticate da dio nel mio computer. Alcune hanno senso, altre no.
Quando scocca la mezzanotte mi trasformo in una languida fanciulla innamorata.

Figli delle tenebre, nati dalla cenere e temprati dal fuoco e dal sangue.
Unitevi a me in questo nuovo scontro per la supremazia della nostra razza; perché in questo mondo infame in cui siamo stati relegati la sola regola è sempre stata: vincere.
Sopravvivete agli inganni dei nemici, banchettate con le loro sudice carni e tornate a casa, vittoriosi e salvi.
Poiché la vostra vita mi appartiene, miei Einherjar.
[Seconda storia della saga Pandemonium, ma che, temporalmente, si colloca prima degli avvenimenti di Chimere. SasuNaru, ed accenni ShiIta]

Ho visto sogni, desideri, trascinati via dal soffio bollente del vento, percorrere le dune dello spietato deserto vulcanico, in quell'arida terra riconosciuta come casa.
Ho udito il pianto disperato dei figli rinnegati dal Padre.
Ho sentito l'odore del sangue nei campi cremisi in cui la morte cavalcava.
Su loro raccontano storie, miti e leggende. Sanno di dover provare timore.
Paura nei confronti dei mostri del sottosuolo che aspettano il momento della rivalsa.
Ed io ho continuato a tessere solitaria l'enorme arazzo delle loro esistenze, attendendo paziente la venuta della chimera.
[Prima storia della saga Pandemonium. MadaSaku, HashiMito, ed accenni SasuNaru].

Tutto ciò che è incerto fa paura.