La Piazza degli artisti, nella città degli artisti, nella nazione degli artisti.
In quella piazza c’erano turisti di tutti i tipi. Alti, bassi, magri, grassi, brutti, belli, di tutte le nazioni.
Era un vero e proprio brulichio, come di formiche che si affannano intorno a una nuova fonte di cibo.
E allo stesso tempo, c’erano moltissimi pittori. Famosi, bravi, dal tratto dolce, o deciso, o delicato. Dai colori del sole, o dell'inverno. Dallo stile timido, o forte e imponente.
E poi, c’era l’artista.
Non un artista. L’artista.
Gerita - accenni di Prungary

Guardò fuori dalla larga finestra del negozio. Strade affollate, supermarket che rischiavano di esplodere per i troppi clienti, auto strombazzanti.
Si girò indietro, cercando di pensare positivo. C'era di sicuro qualcosa di buono, nell'America, no? Per esempio, l'America era...
No, si sbagliava. Non c'era niente di buono in quell'orribile posto.
USXUK

Lui, Ucraina ed io avevamo sempre amato quelle storie: ce le raccontavamo tra noi, le inventavamo persino.
Purtroppo, le dimenticò tutte, tranne una, che conserva ancora gelosamente in un cassetto. L'avevo inventata io, Bielorussia, ed era così bella che lui mi aveva pregata di scriverla.
Questa è la favola che ancora, dopo tanti secoli, Russia legge per non dimenticarsi di quando era piccolo.

Se c'era una cosa che Arthur odiava, quella era lo zoo.
Non c'era nulla di più terrificante di tutte quelle mascelle aperte, di quelle code ciondolanti, di quegli occhi spenti, di quelle piume multicolori, tutti ammassati in gabbie.
Da una parte, provava pena per quei poveri animali. Dall'altra, ne era un po' disgustato.
“Pessima igiene” pensava, senza nemmeno rendersi conto che probabilmente nel loro habitat naturale gli animali non erano soliti fare la doccia tutti i giorni.
USxUK
(una lieve vena di demenziale)

Ero ancora relativamente giovane, a quei tempi. Quei tempi in cui le navi inglesi solcavano le onde con impeto, quei tempi in cui ero abituato a sentire lo sciacquio dell'acqua sotto di me, quei tempi in cui il posto migliore per vivere era un traballante ammasso di legno.
E poi ero giunto lì, in Irlanda. La terra che mi è sempre stata più vicina, ma di cui avevo paura.
InghilterraxOC!Irlanda

Dei passi gentili risuonavano lungo la piccola strada sassosa. Pioveva a dirotto. Alcune persone passavano in fretta, senza accorgersi di chi stava compiendo quei passi, e forse speravano di passarci attraverso, perchè immancabilmente finivano addosso a un povero biondino.

- Non sai prorio cosa sia la buona cucina, America.
- Già! Ho preso da te!
L'inglese alzò gli occhi al cielo, sorseggiando il suo amato tè. Come avrebbe fatto a campare quel benedetto ragazzo vivendo solo di hamburger e Coca-Cola?
Ma non lo domandò. Sapeva che la risposta sarebbe stata più o meno: "Nella stessa maniera con cui tu campi mangiando solo scones e tè".

Non poté fare a meno di spulciare tra le foto. Ce n’erano almeno un centinaio. Alcune lo ritraevano in compagnia di un ragazzo molto simile a lui, ma dall’aria timida e decisamente più calma.
Erano questi i momenti in cui amava essere su Facebook.
Alla fine decise di guardare che tipo di persona era – moralmente parlando.
Era iscritto a un sacco di gruppi tipo “HEROES ARE THE BEST!” “Hamburger love” “McDonald’s is the way” e simili.
Alzò le sopracciglia perplesso. Stava per spegnere quando, improvvisamente, spuntò un messaggio in basso.
Proprio da questo Alfred.

La porta dell'ufficio si aprì delicatamente, facendo brillare dolcemente la scritta "Arthur Kirkland - Direttore".
Chi l'aveva aperta era una ragazza dai capelli lunghi castani, vestita con una camicetta e una gonna nera stretta, un bel fiore tra i capelli.
- Signor Kirkland, è arrivato il signor Jones per il colloquio. - Disse con un sorriso cortese.

Non è giusto. Perché certa gente nasce in una famiglia agiata, può studiare tranquillamente, frequentare un’università importantissima e trovare un lavoro sicuro e ben pagato mentre la maggior parte deve dannarsi l’anima per cosa? Per vivere sotto un sole rovente.

Ma quel giorno qualcosa va storto.

(Dedicata a Cecilia P. Ti voglio bene!)

Fanfiction MattxMello. Matt cerca da giorni Mello, non sa dov'è finito ma finalmente lo trova.Ma Mello oltre a essere sporco e dimagrito, presenta anche un'altro problema...

Sono qui, di fronte a questo stupido bamboccio che crede di aver capito tutto dalla vita. Povero illuso. Te la sei presa con la persona sbagliata... Sto finalmente per diventare ciò che desidero con tutto me stesso fin da quando sono nato: arte. Cosa vuoi che mi interessi di te, moccioso?

MattxMello, centrata sui pensieri di Matt in un momento triste, è praticamente un monologo! E' la mia prima fic!quindi non abbiate pietààààà!