Stava arrivando l'inizio della mia fine.

Dal testo:
"C’è chi dice che beve per dimenticare, ma non è vero! Se così fosse non dovrei vedere te abbracciato a lei. Non dovrei perdermi nei tuoi occhi scuri come la notte.
...
Sai, ho sempre pensato che sarebbe una bella morte quella da ubriachi.
...
Muori leggero, libero da ogni pensiero, felice…
Ho proprio voglia di morire felice…"

Noah ha sedici anni e vive a Los Angeles.
Fa parte di una band insieme a tre suoi amici, e decidono di partecipare ad un talent show.
Durante lo svolgimento il batterista, Dean, decide di uscire per la troppa tensione, e i giudici sono costretti a trovare un sostituto.
Quest'ultimo è Balthazar, diciassette anni e una vita distrutta dalla morte del fratello - di cui si incolpa -, raffinato e intelligente come un filosofo.
Durante il clamoroso successo che gli Over the Edge riscuotono, Noah e Balthazar fronteggiano una nuova consapevolezza di sé stessi...
Una storia di vita, fama e morte.

Storia di un ragazzo che ha subito una perdita

[Dal testo]:
"Ho immaginato tanti scenari, con te al mio fianco.
Ho immaginato una casa, un lavoro, una famiglia, una vita felice, con te."
"Game over."
**Questo è solamente un piccolo sfogo dovuto ad un'ennesima presa per i fondelli dalla persona più importante per me, la quale, naturalmente, non ha esitato nemmeno una volta a tradirmi, a pugnalarmi alle spalle. E' la prima "storia" che pubblico qui, e la prima alla quale mi sia dedicato completamente per renderla il più decente possibile. Ringrazio chiunque decida di darle uno sguardo e lasciare un piccolo segno del suo passaggio. Buona lettura!**

"Cosa sei? Non sei umano, non sei bestia, non sei...alieno. Cosa diavolo sei, un demonio?
Forse, o forse no. Forse sei solo un mercenario e basta.
Un mercenario non è nulla fuorché l'essenza stessa del suo agire."
[Non incoraggio in nessun modo lo stupro/violenza sulle donne. La protagonista non è una becera sottomessa per puro divertimento.]

Mi ricordo, mi ricordo tutto, mi ricordo di una me, una me che sono anche ora, una persona diversa, rifiutata, sdegnata...Sono diversa

Ballava, ammiccante come solo lei sapeva, elegante come nessun’altra. E quando un uomo le faceva cenno, lei sceglieva chi le sembrava più disperato, chi aveva scritto in faccia che a casa aveva da rimboccar le coperte a moglie e bambini, e faceva sì che gli arrivassero su un bigliettino le indicazioni per la sua stanza.

Ho pensato una storia per te. Vuoi ascoltarla? Certo che vuoi. Ti sono sempre piaciute le storie. Chissà, magari ti mette voglia di uscire.
"C'era una volta un signorotto basso. Era sempre stato piccolo e per questo veniva preso in giro. Oltre alla sua statura, era oggetto di scherno anche per i suoi baffi lunghi e i pochi capelli. Un giorno decise di comprare un cappello. Un altro giorno decise di comprare un rasoio e la crema da barba. E un altro giorno ancora decise di camminare a passo lento durante l'orario di punta. Col giornale sotto braccio. Quello fu lo stesso giorno in cui decise di non gridare più per farsi sentire dai giganti.
Le suole delle loro scarpe non facevano più male.
Quel giorno le strade erano piene di gente senza fiori."

"Inverni dello stesso sangue" è una raccolta composta da cinque racconti, tutti accomunati dagli stessi punti chiave: il rapporto tra le sorelle e le stagioni fredde, le quali fanno da contorno alle singole vicende.
Ogni storia è un piccolo mondo che si snoda attraverso ricerche disperate, sogni coperti di polvere e, a volte, realtà incomprese e afferrate troppo tardi.
Ad accompagnare tutto questo solo il vento, la neve, il gelo.

Non lasciare mai che sia troppo tardi, soprattutto per dire "ti amo"

Dal testo:
''Avvertì un orribile formicolio dietro la nuca, si voltò e si accorse con orrore che Andrea non era più accanto a lei. Il cielo era sempre più scuro e le onde che prima erano basse e calme si stavano pian piano alzando. Il vento soffiava, le onde crescevano e Edith tremava. Non riusciva ad alzarsi e gli scogli erano ormai diventati scivolosi a causa dell’infrangersi delle onde: urlò, ma non c’era nessuno disposta ad ascoltarla. Cielo e mare si unirono in un orribile colore blu notte, non c’erano stelle, non c’era luna. C’era solo lei che tremava avvolta nell’asciugamano. Le rocce vennero inghiottite dall’oscurità e, quando si accorse che quell’oscurità non era naturale e che la parte di scoglio inghiottito era scomparsa, era ormai troppo tardi''

Dallas Cuthbert è appena atterrato a Coney Island per rincominciare a vivere dopo il divorzio dei suoi genitori, sfogarsi con Kat era quello che gli riusciva meglio, ma ora che è solo con gli altri, deve imparare a cavarsela nei panni di un "normale adolescente"
Quando è chiuso nella sua stanza, e disperato perchè Sierra Armstrong non gli rivolge la parola, cerca nuovamente conforto in Kat, che stranamente, questa volta, lo ascolta, più viva che mai.

“Devo essere svenuta”.
Fu la prima cosa che pensai risvegliandomi sul freddo pavimento di marmo di una stanza completamente spoglia.
Quando aprii gli occhi la luce abbagliante mi rendeva impossibile vedere altro che bianco.
fu il primo ricordo: un colore. (...)
Quando si è soli, davvero soli, ci si chiede se valga la pena di vivere.
Il mondo appare come un posto vuoto ovunque ci si trovi. Non si riesce a percepire se stessi come parte di qualcosa, ma si avverte solo il vuoto: una profonda oscurità che ti separa dalle altre persone.

Anne è un'adolescente di 18 anni. Conduce unavita allegra tra famiglia e amici fino al giorno in cui fa una sscoperta che cambieràLa sua vita...