"Saremo vento e pioggia per l'eternità."
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|| Sono estremamente convinta che tra Alessandro ed Efestione ci sia stato un grande amore, una passione infinta, eterna. || -Jul.

Indifeso. Hai riposto l’armatura, facendo di una tunica leggera la tua unica protezione, hai abbandonato le grida di battaglia per lasciare spazio ad un flebile respiro che si muove tra le tue labbra rosse socchiuse, regolare, dando il ritmo ai miei pensieri...

Efestione era d'una bellezza cara agli dei -slanciato, flessuoso, con occhi grandi del colore della roccia bagnata- e Alessandro, ben piantato e con il corpo d'un guerriero, scherzava sul fatto che, una volta stanco di ammirare Ganimede, Zeus avrebbe posato gli occhi su Efestione. Il suo Efestione.
Per tutta risposta lui sorrideva con indulgenza, ma ringraziava che ciò non fosse mai accaduto.

Qualcosa che accadde dopo il bacio dato da Alessandro a Bagoa. I pensieri di Efestione, le sue paure, ma soprattutto i pensieri e le paure di Alessandro, quelle che lo resero così divino e così umano nello stesso tempo. Il titolo è tratto da una meravigliosa canzone di Vecchioni. La storia nasce da una brevissima riflessione che troverete nella nota conclusiva.

E se non ci fosse stato solo quel massaggio?
Un piccola finestra su un momento che tutti abbiamo immaginato in modi diversi
e che si continuerà a immaginare...

Il brutto dell'essere un conquistatore di nuovi mondi è anche questo: climi impervi e imprevedibili.
E quando piove, piove.

Una breve storia su Alessandro ed Efestione,
nessuno dei due è morto, e stanno invecchiando insieme.

Alessandro è rincuorato dalle parole del dottore, Efestione ha superato la fase più critica della malattia, ora deve solo riposare, non assumere cibo e bevande nelle prossime ore e si riprenderà perfettamente.

Solleva il braccio e sfiora il volto di Alessandro con il dorso della mano, con quella delicatezza scevra di sottintesi che sa di poter usare solo nei suoi confronti; entrambi gli occhi sono azzurri, adesso, e fissi su di lui con una dolcezza dolorosa, quasi opprimente. Oh, rimembra quel colore brillare nelle notti di luna piena, quando il riverbero argenteo delle stelle copriva di diamanti le sterminate praterie della Macedonia, e di come sembrasse bastargli soltanto quello, di come loro due bastassero a riempire il mondo. Quando i sogni di gloria erano ancora soltanto sogni, e non c’erano corti fiabesche e terre straniere attorno a loro e sotto i loro piedi.
Ora tutto è cambiato, ma quegli occhi sono rimasti gli stessi.
Ciò che li lega non muterà mai.
[ Alessandro/Efestione, perché su questo pair non si scriverà mai abbastanza ]