Momento, momento, momento...
Ma quella A. Che vedo piccola e carina e dignitosa sul fondo... È per me?? È questo che intendevi quando l'altro giorno mi dicevi di "guardare in basso"?
Ohhhhhh
In attesa di una tua risposta procedo con una piccola recensione - non sia mai che la fatina perda la sua magia-!
È sempre Loki, mamma mia che stronzo, stronzo e sibillino e intricato e complesso e lucidissimo nella sua sragionata intelligenza.
Mi piace!
Poi, ovviamente, non mi posso contraddire: non posso nascondere che i miei occhi saettassero alla ricerca di Lei... E non sono mai rimasta delusa.
Ripeto quello che ho detto, praticamente per tutti i tuoi scritti: non vedo l'ora di leggere il seguito.
A prestooo

Avareil

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Ci ho messo un po' di tempo per finire di leggere questo capitolo è adesso posso lasciare una recensione seria e ponderata.
PERCHÉ ACCIDENTI HAI ASPETTATO TANTO A PUBBLICARE?!!
No, veramente, questa è una delle cose migliori che ho mai letto nella sezione.
Mi restituisce il Loki di Avengers, che si sente superiore agli altri, che sta un passo avanti agli altri.
Quello che guarda il resto del mondo come le formichine citate a Fury.
Mi ha fatto ridere la parte dedicata al "salvataggio" di Sigyn.
E niente, adesso pretendo un altro capitolo.
Questo è il mio modesto parere

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Come promesso eccomi qua! Allora che bella novità questo primo capitolo. Credevo di ritrovare semplicemente una storia, narrata con il punto di vista di Loki, e invece.....sorpresa! Addirittura della lettere, scritte di proprio suo pugno.
Questa modalità di rendere un punto di vista è subdolamente intrigante (e come poteva essere altrimenti visto il protagonista???), perchè normalmente quando leggiamo in una storia i pensieri di un personaggio, li leggiamo per quelli che sono, inequivocabili e “sinceri”, o per lo meno hanno tutta la sincerità e l'onestà che il personaggio concede in quel momento a se stesso, e sono quindi “veri” per lui.
Nelle lettere invece, ogni singola parola scelta, ogni singolo evento riportato e soprattutto omesso, e il modo stesso con cui viene narrato, sono scelti dallo scrittore della stessa, e aprono nel lettore mille altre domande: perchè proprio quella parola? Sarà davvero successo così? Cosa avrà omesso e perchè?
Soprattutto se l'autore delle suddette lettere è il nostro manipolatore per eccellenza, che in questa incertezza, in questa ambiguità si muove con naturale disinvoltura e innegabile profonda soddisfazione. D'altro parte sappiamo quanto ami seminare caos, piccolo o grande che sia....:)
Per entrare nel merito del testo, altra sorpresa! Pensavo che sarei stata colpita soprattutto dalle parti relative a Sigyn (vedi il mio animo romantico ^^), invece la parte che più mi ha colpito (turbato?) è stata la lucida, disincantata, sprezzante narrazione che Loki fa di se stesso ragazzo, e poi giovane uomo, e dei suoi continui tentativi di suscitare nello sguardo paterno lo stesso riconoscimento che vi brilla quando guarda il suo perfetto e irraggiungibile fratello.
Per finire una piccola (piccolissima!!!) nota “non positiva”: non ho apprezzato al 100% i primi paragrafi di introduzione iniziale. Non perchè non sia ben scritta o intrigante, ma perchè per sensibilità personale, non ho mai amato molto in generale quando la storia “parla” direttamente al Lettore, spezzando il velo dell'illusione narrativa. L'ho sempre trovato un po' disturbante, perchè mi impedisce un completo assorbimento nella vicenda (spero si capisca quello che voglio dire... è una sensazione un po' complicata da spiegare...). Comunque ripeto si tratta di una pura considerazione personale!
E per concludere come sempre, spero di leggere presto il seguito!^^

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Davvero una bella storia, devo dire che è un'ottima idea quella di una possibile corrispondenza tra Thor e loki. Il loki che descrivi in queste lettere mi piace perché fa evidenziare il fatto che ogni situazione riesca a manipolarla e a lasciarti il beneficio del dubbio.

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Un carteggio! Un carteggio! Missive! Lettere!
Cosa dire di questa geniale miscellanea di spunti Manzoniani e quelli del più puro Goethe? Dico che mi piace, di più, mi intriga.
Questo ritorno al classico è di una reinterpretazione così fresca che mi appare come una novità assoluta, perciò plaudo fin d'ora alla trovata, soprattutto perché la prima lettera è di una ironia tutta lokina che mi rende l'Ingannatore subito smaccatamente simpatico.
Il canone emerge in ogni parola, scelta e studiata a tavolino come farebbe Loki stesso, per cui sembra davvero di essere trascinati dalla voce morbida del Dio degli Inganni, in un mondo fatto di claustrofobiche pareti, ma anche brulicante di vita.
Le riflessioni del Principe Perduto sono una crepa nel passato insieme dei due fratelli, trascinano il lettore a guardare le vicende che sappiamo con quel taglio critico e doloroso di chi la guerra l'abbia persa: una novità, un'altra!, perché la storia, come è noto, la scrivono i vincitori.
Ma Loki non è solo un abilissimo traghettatore di fantasie che a lui si abbandonano, ma è anche un goliardo impagabile, uno spirito canzonatore e, noi con lui, non possiamo non ridere di Thor che, pure, esprime esattamente ciò che noi Lettori pensiamo delle frasi sulla gonnella che visita il Nostro ribaldo preferito.
Qui la particolarissima magia di questo tuo carteggio: il Lettore è spettatore terzo, pur leggendo le epistole che Loki invia a Thor, riuscendo a mantenere lo stupore di chi non è onnisciente, perchè le risposte piccate del Tonante non sono pervenute.
L'altra meraviglia di questa tecnica che hai adottata è che, pur non rappresentando lo schema del romanzo epistolare puro, dalle risposte di Loki il Lettore capisce esattamente cosa scriva Thor.
Questo inizio della storia è aperto a tutto. Cosa ci avrai riservato?
Fremo di curiosità e spero di leggere presto nuove lettere della, per l'occasione, Piuma d'Argento! Un grande bacio!

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