Harleen aveva letto su tutti i giornali dell’arresto del criminale per eccellenza, colui che aveva creato un parapiglia gigantesco istigando la vecchia Gotham alla caduta: come lui era caduto, così avrebbe dovuto seguirlo l’intera città.
Ma il Tenente James Gordon – attualmente promosso a Commissario – e le sue forze di polizia, l’avevano fermato consegnandolo nelle mani del Direttore dell’Asylum.
Harleen ricordava perfettamente quando la notizia giunse. Quando dopo il suo arresto aveva iniziato a studiarne la psicologia e le gesta. Aveva letto e riletto qualunque cosa potesse “avvicinarla” al clown, qualsiasi file o cartella le fosse stata messa a disposizione dalle autorità competenti e più rifletteva sulla veridicità di quelle righe, più si convinceva di quanto potesse essere indispensabile tentare un qualunque percorso riabilitativo volto all’unico scopo di farlo parlare: se esisteva una verità su Batman e su Dent, lei voleva saperla. E possibilmente scriverla.
AGGIUNTO capitolo 40 REVISIONATO!
[Questa storia nasce dal mio amore per la coppia Joker/Harley Quinn e si colloca tra gli eventi di The Dark Knight e The Dark Knight Rises]

Smisi di baciarlo e avvicinai il collo ai suoi denti. «Mordimi. Bevimi. Amami…»
Non si fece pregare. Affondò i canini nella mia carne iniziando a succhiare senza smettere di far correre le mani sul mio corpo, risalendo al viso.
L’emozione di quel gesto mi costrinse a chiudere gli occhi.
“Ti prego, non smettere.”
Era una sensazione magnifica, non mi ero mai sentita così bene.
Mi aggrappai forte alle sue spalle per paura che potesse andare via, stringendo con maggior forza le gambe intorno al suo bacino. In risposta continuò a bere con più voracità, come se volesse farmi diventare parte di sé.
Mi abbandonai a quel vortice selvaggio mentre la mia testa si riempiva solo di lui. Ad ogni sorso sembrava volesse dirmi: «Ti desidero da sempre.», «Vorrei fossi mia da sempre.», «Ti amo da sempre.»
Anche io lo desideravo da sempre. Anche io volevo che lui fosse mio da sempre. Anche io lo…
Questa è la mia prima fanfiction su Vampire Knight, spero vi piaccia (REVISIONATA)! ^_^

Questo è un racconto che ho iniziato senza nessun fine preciso, è più uno sfogo che però si è evoluto in un testo che a parer mio potrebbe interessare. L'ho scritto poco prima di andare a dormire e appena svegliato, unici momenti in cui non sono abbastanza lucido per poter scrivere di argomenti interessanti.
Quello che leggerete nel primo capitolo sarà di quest'uomo che risvegliatosi misteriosamente in una strada, cosa che non lo stupisce affatto, si avvia verso una cittadina apparentemente abbandonata. La sua testa farà il resto. So che detto così potrebbe sembrare la banalità delle banalità, ma non è un testo che può essere descritto. Non ha una piena linearità. Beh, buona lettura. Spero di ricevere diversi consigli per migliorarmi.

Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?
STORIA IN REVISIONE

Fanfiction a più capitoli su uno dei miei manga preferiti^^ Prevalentemente vissuta con gli occhi di Yuuki e Zero,ma ci sarà anche "parecchio Kaname" dentro :) Scritta partendo dal presupposto che tutto il passato di Kaname sia già venuto a galla...

Vedere Zero tra le braccia di un'altra mi aveva fatto un insolito effetto.
Ero abituata alle nostre discussioni, ero felice quando mi dava una mano davanti ai cancelli della Night Class, quando ci beccavamo lezioni extra per via dei pisolini sui banchi.
Per me erano diventate azioni quotidiane.
Ero contenta se potevo stargli vicino, se lo potevo aiutare, mentalmente ringraziavo mio padre per averlo portato a casa nostra.
Ora, pensandoci sopra, agli occhi degli altri noi cos'eravamo? Chi eravamo?
Due amici, una coppia di fidanzatini, due che continuavano a litigare?
E ai nostri stessi occhi?
Quando ero ancora umana, lui mi amava.
Ed ora mi amava ancora?
Ma io? Quali sentimenti provavo nei suoi confronti?
Lo avevo trattato solo come un amico eppure, quando non era con me,
quando soffriva nel vedermi con Kaname o quando pensava alla sua famiglia, a suo fratello, io ero dispiaciuta.
Mi resi conto che c'erano molte domande in attesa di risposte.
Io stessa, però, non ne avevo.
Una leggera pressione sulla mano mi riportò al mondo reale e abbandonai i miei pensieri.

Una ragazza normale, Teddy, letteralmente travolta da un ragazzo misterioso che le rivoluziona la vita. Cambierà tutto. Ma in meglio o in peggio? Leggete e commentate...

Quel piccolo Malfoy, vedi di batterlo in tutte le prove Rose...Non essere troppo amica con lui, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se tu sposassi un Purosangue

Ecco la mia storiella-esperimento, l'ho scritta a muzzo, volevo partire da un discorso filosofico. MI sono immedesimato in una ragazza, per me cosa difficile, visto che sono un ragazzo maschio di sesso maschile.
Non so se sia venuta bene o meno, a voi il giudizio!
Buona lettura e spero vi piaccia!

Il suicidio. La vita. La sproporzione dell'amore. Questi sono i miei temi, quali sono i tuoi?
~
Cosa è successo ad Alessandra, perché Matteo decise di non amarla, come questo la uccise e come il contorno cambiò all'improvviso.

La ricca famiglia dei Montoia Fiore era sempre stata un modello per gli abitanti del paese. Quando la loro secondogenita scomparve i signori Montoia Fiore non mostrarono troppa preoccupazione per la ragazza. // Kate era una persona tranquilla. La sua vita era felice e sopprattutto normale. Ma tutto cambiò quando con i suoi amici scoprì qualcosa che non avrebbe mai dovuto sapere.

Chi non ha mai avuto un amico immaginario, da piccolo? Fleur era particolarmente attaccata al suo amico immaginario, Melissa. Non era nè maschio, nè femmina. Non aveva nè forma, nè colore. Era semplicemente Melissa. Dimendicandosi della promessa fatta al suo amico immaginario a sei anni, Fleur, ormai quindicenne, si ricorda di Melissa, che, richiamata dall'immaginazione della ragazza, torna a vivere, chiedendo vendetta.

"Caddi in profondo sonno e mi svegliai morta;
da lì, esattamente da lì, hanno inizio i miei ricordi.
Ricordi d'un mondo osservato dall'alto e da sotto terra,
da dietro i muri, da sotto le scarpe attaccata come un cewingum.
Narrazione da sotto le coperte e da dentro le lacrime,
insomma, un po' d'appertutto".

I colpi. I graffi.I lividi. I morsi.Tutti questi segni,i Tuoi segni mi fanno malissimo.
Ma io ti amo. Amo il modo in cui mi fai male.

Una bambina innocente, un bosco, e una candida casa.