Il demone Crowley afferrò i polsi dell’innamorato, e li incatenò con le proprie mani al muro ai lati della sua testa.
Gli sostenne il capo in modo che lo guardasse in faccia con la sola forza del magnetismo che correva tra loro, ora che le punte dei nasi erano unite.
-’Hai mai fatto la via Crucis, angelo?’- gli disse con un tono da fargli quasi paura. Come poteva quell’essere parlare del Sacro con una blasfemia sottintesa tale da renderlo Profano?
-’Ti sembrano cose da dire adesso..’-
-’L’hai mai fatta si o no?’- ripeté schiacciandolo col proprio corpo.
-’Io.. no. Troppo dolore da ricordare.’-
-’E’ ora che ti mostri la tua.’-
E allora, lo rese martire.

“Voglio vedervi.” aveva detto, mangiandosi le parole per via dell’alcool “Tu e Midoriya.”
“Me e Midoriya cosa?”
Shoto si era aggrappato allo schienale della sedia barcollando, poi aveva biascicato “Te e Midoriya che fate sesso.”
(rossa rossisssssima, siete avvisati!!)

Una missione, ecco cosa è diventata la mia vita. Una missione che mi permetterà di riacquistare un’umanità ormai macchiata dal sangue. Una missione per scappare via da questa illusione, per difendere la persona che amo, per ricordare chi sono. Una missione che tu non potrai impedirmi di portare a termine perché, anche se ti amo, non potrò starti accanto. Odiami, sii triste per me, soffri a causa mia, uccidimi, disprezzami, dimenticami, ma ti prego...Non amarmi, mai!

Lo ha condannato alla vita di un infermo, uno storpio, un cieco; e tutto questo per puro e semplice egoismo. Per paura di perdere l'unica spalla contro la quale sia mai stato in grado di appoggiarsi, l'unica mano che sia mai stato in grado di toccarlo senza farlo scappare.
- Come va? - sussurra.
L'indice della mano destra di Marco sfiora uno zigomo; le altre dita si allungano fino a sfiorargli la nuca, dove i capelli sono corti, quasi del tutto rasati. Il sorriso che il solletico provoca in Marco è tanto sincero da sembrargli doloroso.
- È strano. - risponde. - È come...imparare a leggere, da bambini. -

Levi vuole mettere le cose in chiaro. Una volta per tutte. Pwp, sesso descrittivo, linguaggio forte - Levi non è un fiorellino di campo. Ereri.

Nerd!Marco, Punk!Jean, Hipster!Eren e Bitch!Armin
Classico gioco americano da festa.. emh.. rivisitato.. eheheheheh

Il comandante Erwin, il maggiore Hanji e il caporale Levi si ritrovano da soli, intrappolati nel bel mezzo di una bufera di neve....

"Era quello che eravamo in quel momento, due animali lasciati liberi, con il solo appunto che la mia unica catena era quella che legava il mio cuore dilaniato al suo."
[Trickster!JakexTrickster!Dirk - Dirk POV - NSFW]

Dal testo: "Tutto questo, per Rivaille, era una novità. Generalmente si faceva prendere come più gli aggradava, non si soffermavano mai sui preliminari, sia per la mancanza di tempo, sia per il desiderio del moro di mantenere quel muro di distanza che gli avrebbe permesso di non abbandonarsi a sentimenti che due persone del loro rango non potevano permettersi."

Prima classificata al contest Shingeki no Kyojin indetto da Mokochan sul forum di EFP; Vincitrice del premio Miglior Pairing, Miglior Stile, Miglior IC.
Avverte gli occhi pizzicarle e si nasconde il viso con i capelli. Indossa una divisa pulita e si è strofinata tanto a lungo le mani che le sono diventate livide. Sotto gli occhi la pelle è gonfia e tirata, ma il suo aspetto è migliore di quello di molti altri.
Il fuoco brucia lento e man mano il calore diventa insopportabile.
Il Tenente Rivaille la osserva di sbieco per una frazione di secondi e poi riporta l’attenzione sulla pira. Petra neanche se ne accorge, avverte solo l’odore asfissiante della carne che brucia.
{Rivaille/Petra}

«Non vedi che sono impegnato, Capsicle? Passa dopo per le tue isterie da ciclo mestruale. Sei in quella settimana del mese? Bene, ottimo, questo vuol dire che io non diventerò padre e tu non diventerai madre. Contento? Oh, sì che lo sei.»

Non è pulita, scorrevole, allegra.
Non è alternativa, felice, leggera.
È triste, malinconica, drammatica, oscura.
È la vita di Grimmjow Jaegerjaques, diciannovenne rabbioso, imprigionato, perseguitato dal proprio passato... e dalla morte.
"Stava tornando a casa dopo un'estenuante giornata scolastica, lo zaino gravava sulle sue spalle ma lui sembrava non farci caso.
Il peso delle tonnellate di libri che si portava dietro non erano niente in confronto a tutto quello che aveva dentro.
La pioggia fine lo stava inzuppando completamente, non gli importava. Le gocce scorrevano lungo il suo viso affilato bagnando le poche ciocche di capelli che fuoriuscivano dal cappuccio della felpa.
Le scarpe da tennis consunte e scucite affondavano nelle pozzanghere inondandosi d'acqua.
Molte persone gli lanciavano strane occhiate, sia gli impiegati in giacca e cravatta che le coppiette appollaiate sotto un ombrello.
Ormai ci era abituato: i capelli, la cicatrice, il tatuaggio. Era stato marchiato."
Ci sono vari personaggi, molti inventati da me, molti presi dall'imaginazione di Kubo. Il protagonista rimane sempre lui, la Sexta Espada.
[Possibile presenza di OOC in qualche capitolo]

Lei non sapeva come era capitata in quel posto dimenticato da Dio. Sapeva solo che era lì da sempre... In un luogo completamente bianco, intrappolata in una camicia di forza ...

Non è solo il pensiero suicida di una povera pazza, ma il piano di attacco a se stesso di un mondo malato. Io sono solo il detonatore, la bomba che esploderà è decisamente ben più grossa.
E tutto continua a non avere senso, diario, nessun fottutissimo senso.