EFP Fanfiction, storie preferite di Annabeth Hazel

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Annabeth Hazel

Membro dal: 03/06/12
Nuovo recensore (15 recensioni)

Allora, questo dovrebbe essere lo spazio dedicato alla presentazione giusto?!

*prende un respiro e comincia* Io sono Annabeth Hazel Bowen -fiuuu l'ho detto!-
Ecco dopo tutto questo teatrino che non mi risparmio mai, lo giuro, direi che possiamo cominciare.

Ho cominciato a scrivere da quando ho conosciuto le mie Serpi.
Dapprima sul gruppo: ogni cosa io pensi, ogni cosa io provi, ogni cosa mi passi per la testa, la scrivo sul gruppo, perchè so che loro ci sono sempre e comunque persino in questo momento!

È cominciato per gradi.
Poi una volta mi sono ritrovata a dover studiare diritto e con le cuffie a palla e il foglio bianco davanti, invece di fare i riassunti, ho cominciato a scrivere.

Sono una Directioner, tengo a precisarlo perchè la maggior parte delle volte l'ispirazione mi prende su di loro.
E su questo punto c'è una cosa da dire: sono una Larry Shipper incallita *scappa per non essere picchiata a sangue* ma vi spiego, so che loro non stanno insieme e probabilmente mai ci staranno, ma quello che scrivo è TUTTO frutto della mia mente, quindi nessuno può giudicare una cosa (inventata e) partorita dalla mia mente, giusto?? :3

Sono una Potterhead, convertita alle Drarry dalle mie Serpi.
Per molte persone Harry Potter rappresenta la propria infanzia.., io l'ho letto quando avevo sedici anni (LOL l'anno scorso, in pratica ewe).
Ho letteralmente divorato tutta la saga in tre miseri mesi, e sto facendo fare la stessa fine ad una mia amica.
Harry Potter rappresenta tutta la magia che posso trovare nella vita di tutti i giorni, rappresenta tutta la disperazione che provo nel sapere di vivere in mezzo ad una massa di babbani ordinari e rappresenta la mia ancora di salvezza, senza la quale non avrei trovato loro!

Sono una diciassettenne ormai prossima alla pensione (?) che negli ultimi tempi sclera un po' troppo. EEJA!

Sono le 02.57 del 15-09-2012 ed io non ho altro da fare che scrivere una pessima presentazione per efp.

Ho tanti soprannomi, davvero tanti, sono sicura che qualcuno lo dimentico per forza, io sono:
- Bookie
- Haz
- Annie
- Smile
- Baka
- Shimai
- Mamy
- Mrs. Horan
probabilmente la colpa è anche mia che me li lascio dare, ma amo il fatto che chi li utilizzi sia la stessa persona che me li abbia affibiati, perchè in quel momento si viene a creare un rapporto di complicità con quella persona.

Davvero non so che altro dire di me, quando avrò salvato questo testo mi verranno in mente altre 394 cose da scrivere, LO SO!
Anyway spero solo che i miei sfoghi siano calcolati da qualcuno, e che quel qualcuno mi esprima la sua opinione.

#MuchLove

Runaway

- Ultimo capitolo

La mia seconda FF si concentrerà sulla nuova generazione! Spero vi piaccia!
Dal Prologo
Rose e Albus si trascinavano i bauli per il corridoio dell’Espresso di Hogwarts, facendosi largo tra la moltitudine di passeggeri tenendosi per mano, molti li additavano, altri li osservavano in silenzio, ma loro non ci badarono mentre cercavano uno scompartimento libero.
Rose, accidentalmente, pestò il piede a qualcuno senza accorgersene e passò oltre.
-Chi mi ha pestato il piede?- ruggì una voce alle spalle di Rose.
Si voltò verso il ragazzo che aveva parlato e gonfiando il petto disse senza paura:- Io, è stato un incidente.- guardava dentro gli occhi azzurri di un ragazzetto biondo, della sua età, visto che non portava lo stemma di nessuna Casa sulla sua divisa nuova, il padre glielo aveva indicato poco prima al binario.
- Io chi? Voglio il tuo nome.- Disse ghignando alla volta di un amico con la pelle scura.
- Rose Weasley.-
Il ragazzo impallidì immediatamente e il suo amico lo tirò per la manica della divisa dicendo:- Scorpius, andiamo, non è il caso di farci nemica la figlia della Mente. Sicuro che il cervello lo ha ereditato dalla madre.-
Rose ridacchiò e Albus con lei, mentre li guardavano allontanarsi.

Sporchi di fango

Avvertimenti: Linguaggio ed esplicite scene lime - PWP -
Dalla storia: "Gli si erano avvicinate senza un perché, un po’ sboccate e per niente imbarazzate dal fatto che l’aria condizionata stesse mettendo in risalto i loro capezzoli pronunciati, attraverso le magliette a fascia. Avevano iniziato a parlargli in tono civettuolo e in maniera alquanto esplicita gli avevano fatto intendere quanto il suo corpo le eccitasse."

She Is My Sin

Un villaggio senza nome e senza tempo.
Un rito antico e brutale che sta per compiersi nuovamente.
Una vittima innocente che, come altre prima di lei, si accinge a subire la propria condanna.
E, per te, un'unica possibilità di farla tua. Perché lei, lei è la tua ossessione, la tua follia. Il tuo peccato.
Song-fiction ispirata a "She's my sin" dei Nightwish.

Rivedersi

Quando la vide dopo tanto tempo gli si strinse lo stomaco: dov’era finita la ragazzina dell’inverno precedente?

Immortali

Forse una storia di sesso, forse una storia d'amore. Due anime, due cuori, due corpi, che si studiano, si cacciano, si catturano, fino a fondersi, cercandosi, ritrovandosi, divenendo immortali, in un arco di tempo effimero, eppure tanto simile all'eterno.
Lei lo voleva, nello stesso terribile e logorante modo in cui la desiderava lui.
Giaceva vestita sul letto sfatto, a pancia in su, la maglietta un po’ alzata permetteva di intravedere la pelle nivea dei fianchi, e la piccola e invitante depressione dell’ombelico, tondo, perfetto per infilarci la lingua, per schioccarci qualche bacio umido, prima di dedicarsi ad altro.
Sembrava inconsapevole della sua bellezza, le gambe leggermente flesse, la gonna corta, scozzese, da ragazzina.
Se si fosse chinato un poco avrebbe potuto vederle gli slip, ma non lo fece, sapeva che entro pochi minuti sarebbe stata sua. Che fretta c’era? Le cose buone si gustano con tutta la calma del mondo, centellinandone il sapore, l’odore, fino a quando questo non ti esplode sulla lingua, sul palato, fino a finirti in gola, e poi più giù, nello stomaco, nelle viscere.
[Originale]

Che dici, parliamo?

- Ultimo capitolo

Dialoghi, sempre diversi, sempre nuovi, presi dalla quotidianità di una ragazza e il suo amico immaginario, Olly.

We won't give up.

Prima di tutto chiarisco che è una OS LARRY.
**************************************
Si amano, tanto, ma non possono, non possono essere ciò che sono realmente.
Odiano tutto ciò che devono fare a causa dei manager.
Amano stare insieme, i loro piccoli gesti nascosti.
- Lou.

Drunk Denny, sweet Heaven; just Heanny.

"Aveva lo sguardo lucido e ridacchiava, le guance arrossate, stava per seguire un ragazzo che le aveva bisbigliato qualcosa all’orecchio; prima che le accadesse l’inevitabile la raggiunsi e dissi ad alta voce – Ecco dov’eri finita! Ti ho cercata ovunque, scema!- le misi un braccio attorno alla vita e guardai con aria di sfida lo sfigato – scusa, è ubriaca…- poi lo squadrai – e tu non ti vergogni ad adescare ragazze così? Pervertito!- sbottai prima di tirar via Denny, che si ancorava a me per non barcollare troppo."
Dedicata alla VERA Denny

Mad World.

Chiuse la porta, girò la chiave.
Scese piano le scale.
Si lisciò i capelli, che non aveva avuto il tempo di pettinare.
Si sbottonò il cappotto, che non aveva avuto possibilità di togliere.
Si asciugò una lacrima, che non aveva avuto voglia di trattenere.

Innocent

"Mai aveva pensato, neanche solo alla possibilità, di andare oltre quel bacio dall’amaro retrogusto di un addio sofferto. Mai la sua mente era andata oltre le mani congiunte, le carezze sul viso, gli sguardi rubati sulle sponde del Lago Nero, i volteggi estatici durante il Ballo del Ceppo. Era davvero un’illusa, una sognatrice, un’inguaribile romantica?"
Il vacillamento delle salde idee di una puritana al cospetto della sensualità di una tenace dominatrice.

A Bad Idea.

- Ultimo capitolo

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.

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