'Louis era il sesso. Harry non riusciva a concepire un pensiero differente, sapeva solo che quel ragazzo che ora vedeva in foto affiancato da uno dei suoi migliori amici gridava “sesso”.'
Pairing: Larry
Conteggio parole: 1571
Rating: Aranciorosso
Avvertimenti: Porcate
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcun scopo di lucro, non intendo dare rappresentazioni veritiere dei caratteri di queste persone, ne offenderli in alcun modo. Sfortunatamente nemmeno ad Halloween nessuno dei personaggi mi appartiene.
*
Happy creepy Halloween a tutti i lettori!

«Hei,ragazzino!» si voltò verso la voce che lo aveva appena chiamato: al lato opposto della strada,davanti a lui, vi era un uomo anziano
«Ti sei appena trasferito?» domandò l'uomo attraversando la strada e raggiungendolo. «Si, sono appena arrivato.» sorrise gentilmente.
«Coraggioso da parte tua...» sussurrò l'uomo. Liam si chiese immediatamente il perché fosse coraggioso trasferirsi in una semplice via di Holmes Chapel.
«Scusi, in che senso?» domandò curioso fino al midollo. «Ma come, non sai la leggenda dei Styles residenti proprio in questa via anni e anni fa?» domandò l'uomo.
Liam scosse la testa, incuriosito ancora di più da questa leggenda.
Quale leggenda si nascondeva in Beast Street ?

"Quando si è innamorato di lui era ancora un sedicenne dai lineamenti dolci e infantili. La pelle morbida e perfetta,le labbra definite,belle,piene e rosse. E' scoppiato all'improvviso,quest'amore così sbagliato ma così perfetto per lui. Quest'amore che è costretto a vivere da solo. Louis non c'è,è con la sua Eleanor,e Harry freme per vederlo tornare. Ha aspettato giorni e giorni seduto sul pavimento della loro stanza,fissando incostantemente la porta in attesa del suo ritorno."
Si,è una Larry!

Lei: un paparazzo. Lui: una star internazionale. E' possibile un'amore tra i due? O ci può essere solo odio?

Ce la posso fare. Ce la devo fare. Devo recuperare la mia vita.

-'Pensi mai al futuro, Linus?'
-'Oh sì, sempre.'
-'Cosa pensi che vorresti essere da grande?'
-'Vergognosamente felice.'

"Perché metti tutti questi puntini di sospensione?" mi scrisse.
Non seppi che rispondere, per l'ennesima volta in quella conversazione.
"Non lo so...mi sembrano...carini, suppongo" digitai velocemente, accorgendomi che ne avevo messi di nuovo una montagna.
"Dunque, la tua idea di grammatica è particolarmente distorta. Io sapevo che i puntini si mettessero quando lasci un discorso in sospeso, non perchè sono 'carini'." la situazione mi stava sfuggendo di mano, decisamente.
"Intendi intavolare un discorso sulla grammatica?" scrissi stizzito.
Era come se fosse davanti a me, non in dietro ad un computer.
"No, hai ragione Principe Azzurro. Parliamo di quanto il tuo nickname faccia schifo".
D'accordo, voleva essere presa a parolacce, era chiaro.

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.