Elizabeth Evans è una normale adolescente che vive a New Orleans con sua sorella Kathy, in Louisiana. I loro genitori sono morti quando erano molto piccole, in circostanze misteriose. La vita di Elizabeth viene stravolta quando scopre che Harry, un ragazzo con cui si frequenta per poter dimenticare il ragazzo di cui è veramente innamorata, è un vampiro. Ci sono molti fatti oscuri sul passato di Elizabeth. Quando lei stessa scoprirà la verità con l'aiuto del suo professore di storia, Adam, che in seguito si rivelerà un cacciatore di vampiri, gli effetti che avranno le notizie sconvolgenti su di lei saranno terribili. Lo scopo di Harry è proteggerla dalle forze che ambiscono al pieno controllo della ragazza, che col passare del tempo si renderà conto di essere un'entità soprannaturale. Harry è convinto di poterla illudere ed utilizzare a suo piacimento per i suoi scopi, ma ben presto si ritroverà a dover fare i conti con un acerrimo nemico, un altro vampiro tornato in città per motivi differenti: Louis.
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STORIA ISPIRATA A THE VAMPIRE DIARIES.
SE NON VI PIACE IL GENERE STATE ALLA LARGA.

"L'amore sa aspettare, aspettare a lungo, aspettare fino all'estremo.Non diventa mai impaziente, non diventa mai esigente, non mette fretta a nessuno.L'amore vero sa attendere anche per una vita intera, l'amore vero non si può descrivere a parole, l'amore vero è amore e basta.Non importa che tu sia bianco o nero, ricco o povero, umano o sovrannatule; l'amore è ovunque, l'amore ti prende con il cuore e non con gli occhi." -Love, passion, obsession.
 

Darcy sorrise, sentendo le lacrime che già le salivano agli occhi. “Grazie per tutto, Nialler...”
“Grazie a te” La interruppe lui. “Non voglio mettermi a piangere, D, perciò voglio solo dirti che per me sei tutto. Anche se non lo sai, hai fatto così tanto per me da quando ti ho conosciuta che non puoi nemmeno immaginartelo, come non puoi immaginare quanto mi faccia male lasciarti andare via, ma so che neanche legandoti riuscirei a fermarti.”
Darcy rise, fra le lacrime. “Vero” Sussurrò.
“Se lui ti fa soffrire, gli spacco la faccia” Obbiettò Niall, fissando Harry con uno sguardo, non di odio, o rabbia, semplicemente invidia. Invidia per qualcuno che è riuscito facilmente a volere quello che tu hai sempre voluto. Uno sguardo del tipo 'Come hai fatto, svelami il tuo segreto.'
Harry salì in macchina. “Andiamo, Darcy, perdiamo l'aereo.”
“Devo... Devo andare” Mormorò Darcy stringendosi nelle spalle.
“Lo so”
Darcy gli gettò le braccia al collo. “Ti voglio bene, Furby. Tornerò.”
Niall la strinse a sé. “Le ali sono fatte per volare. Spiegale. Buon viaggio, piccola D.”
Niall, di fianco a suo fratello, guardò quella macchina sfrecciare e sparire. Si sentì vuoto dentro.

Sfruttata, maltrattata, violentata.
Ero costretta a prostituirmi.

Mi sono sempre etichettata come una mattina che assomiglia alla sera, una continuazione, non ho né inizio né fine. Sono imperfetta, burrascosa, grigia, pura, ma dannatamente fredda. Sono sempre stata così: troppo gelida, perfino con me stessa. Sento di non appartenermi, di trovarmi all’interno di un corpo che non è il mio e non sono in grado di liberarmene. Mi sta tutto così stretto, non ho spazio, soffoco. Questa sensazione durerà per sempre, lo so. Quando provi quello che provo io, quando non accetti l’immagine che si riflette allo specchio, quando ti consideri un problema a cui non c’è soluzione, quando ti senti dannatamente sola, allora non puoi fare altro che crollare, ed io lo faccio continuamente, ogni giorno. Forse è questo il punto: per le persone come me non c’è soluzione. Io non sono l’eccezione alla regola. Se il mondo se ne andasse, nessuno rimarrebbe. Allora cominci a non credere più in te stessa, diventi un’automa, svolgi le azioni principali e poi basta, fine, stop. Ti dicono di essere forte e a volte sei costretto ad esserlo. Perchè per le persone come me non c’è né un inizio né una fine, siamo solo una continuazione di qualcosa.

- E tu? non vieni? - Chiese dolcemente la bambina al piccolo Zayn
- Vuoi davvero che giochi con voi ? -
- Certo! Perchè non dovresti ? -
- Beh...gli altri bambini non mi vogliono perchè dicono che sono diverso - Rispose abbassando lo sguardo
- E perchè dicono così ? - Chiese incuriosita la bambina
- Perchè sono mussulmano -
- Chi sono i mussulmani ? -
- Sono delle persone che credono...ecco...in un altro Dio..- Rispose incerto il piccolo
- A te piace il cioccolato ? - Chiese sorridendo la bambina
- Sìì!Tantissimo! - Rispose entusiasto
- Anche a me! Visto? Non siamo così diversi! Vuoi essere il mio migliore amico? -
- Solo se tu sarai la mia! -
- Che belle macchinette!Di chi sono ? - Chiese Harry
- Sono mie!Ti piacciono? - Rispose Louis
- Tantissimo!Posso giocare con voi? -
- Certo! Tutti insieme dai! - Urlò entusiasto il piccolo Louis e chiamando anche Zayn e Rose,i bambini ripresero a giocare,riempiendo quel parco delle loro risate.
Ma i bambini non sapevano che la vita li avrebbe divisi,per poi ricongiungerli,anche se alcune cose sarebbero cambiate.

STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Le lacrime scivolavano lentamente sul mio viso, mentre ricordavo tutto ciò.
E’ stato difficile per me, e lo è tutt’ora.
Sono ancora innamorata di lui, è inutile negarlo e far finta che tutto vada bene.
Lo amo ancora. Come prima, più di prima.
Mi asciugai tutte le lacrime, e scossi la testa per scacciare via tutti quei pensieri.
Dennis, mio figlio, di un anno e mezzo, era coricato sulle mie gambe con la testa sul mio petto, dormiva beatamente. Stavamo tornando a Londra. Era il 12 Marzo del 2012, precisamente due anni e tre mesi dopo la mia partenza.

Cosa può succedere se un gruppo di amici. Cinque ragazzi e tre ragazze dovessero abitare tutti sotto lo stesso tetto?

-Ho una domanda intelligente.- esordisce Louis.
-Dai, spara.- gli dice Zayn, guardandolo interessato. Louis arriccia le labbra e ci guarda concentrato.
-Quanto può vivere una persona senza cervello?- chiede. Il silenzio cala immediatamente, mentre Zayn sembra pensarci su.
Decido di intervenire.
-Non saprei.- rispondo a Louis, senza battere ciglio. Poi mi volto verso Zayn.
-Tu quanti anni hai?- gli chiedo, sorridendo amabilmente.

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.