EFP Fanfiction, storie preferite di formerly_known_as

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formerly_known_as_A

Membro dal: 04/11/05
Recensore Veterano (200 recensioni)

L'autrice precedentemente conosciuta come A.
Ormai anziana, ha deciso di lasciare tutto com'è, su questo piccolo profilo perso nella vastità di internet. Una decina di anni di scrittura appassionata, attraverso fandom che l'hanno segnata e hanno influenzato la sua esistenza. Una scrittura che inizia immatura nei modi e nei contenuti e prosegue grattando nell'anima per esplorarne aspetti negativi e positivi.
Una cronaca di amori, speranze, delusioni, rabbia e angoscia, rielaborati e analizzati per farne qualcosa di condiviso, un ponte con altre esistenze piene di altrettante speranze e delusioni.

Non tutto ciò che troverete qui è qualcosa di cui vado immensamente fiera. Nemmeno ciò che sembra più recente mi rispecchia più. Ma è ciò che sono stata, ciò che ho scritto e voglio che resti su internet, anche se non più collegato al nome che ancora porto.
Vi leggo ancora. Anche se i commenti sono rari e non so più come rispondervi, grazie. La mia anima di persona che pensa di non essere poi granché come scrittrice si illumina per ognuno di essi.

A.

Galskap.

[ Secondo episodio della serie di Buret ]
Il sorriso di Danimarca vacillò.
Si allungò verso di lui e lo prese per il polso, strattonandolo.
Norvegia barcollò, provando con tutto se stesso a starsene inchiodato al pavimento, ma lesse negli occhi blu del danese che sarebbe arrivato al punto di trascinarlo, se Nor avesse continuato ad essere tanto testardo.
-Norge.- lo richiamò ancora, scuotendolo di nuovo per il polso, come fosse stato uno stupido animale che doveva ubbidire ad un ordine. L’altro rimase immobile, sostenendo il suo sguardo.
-Smettila.-
Berwald si alzò in piedi, afferrando saldamente il braccio di Danimarca, che alzò gli occhi sorpresi su di lui e lo osservò per qualche secondo, prima di scoppiare in una risata folle.
-Sverige...- disse tra un singhiozzo divertito e l’altro, mollando però le presa su Norvegia.
Una smorfia sostituì velocemente il suo sorriso squilibrato.
-...Che cazzo vuoi?-

Autore: Milla Chan | Pubblicata: 20/05/12 | Aggiornata: 20/05/12 | Rating: Arancione
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Note: Nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Personaggi: Danimarca, Islanda, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia | Leggi le 3 recensioni

From desolation and despair

Paura, e panico nell'aria.
Voglio essere libero dalla desolazione e dalla disperazione.
Quella sensazione lo sveglia nel cuore della notte.

Lys

Ah, questa è l’ennesima cosa che gli sta insegnando Dan: non dover trovare sempre, per forza, un senso alle cose.
Il danese si gira verso di lui, già fradicio di pioggia, con il fiatone, attraversandolo con quelle iridi che sembrano davvero due squarci di mare. Nor guarda l’acqua che scivola lungo i capelli, addosso alla camicia rossa appiccicata al corpo, con gli occhi socchiusi per le gocce di pioggia che lo infastidiscono decisamente.
Sospira pesantemente per qualche secondo prima di prendergli il viso bagnato con le mani scivolose, inaspettatamente, baciandolo quasi come se fosse un bisogno disperato.
Sente Dan sorridere nel bacio, di nuovo.

Buret.

Le notti che passava con lui erano un atroce miscuglio tra il peggior dolore fisico e mentale e la consapevolezza dell’amore profondo e sepolto provato per quell’animale dal guscio stupendo e il contenuto marcito. [ ... ]
Non si era mai sentito tanto svuotato e fragile in vita sua. Un circolo vizioso che gli chiudeva la bocca dello stomaco per la paura e l’angoscia, gli impediva di avere fame e di mangiare, e lo faceva essere sempre più debole, facendolo stare sempre peggio.
Passava la giornata combattuto tra la speranza dell’arrivo di Dan, perché voleva dire che stava bene, e il terrore dell’arrivo dello stesso, perché aveva capito che l’amore è una guerra, e il sesso una battaglia.

Amare ed essere amati

Norvegia mugugnò qualcosa, in un ringhio rauco e anche piuttosto cattivo – Danimarca ghignò al pensiero che l'avesse appena insultato tra sé e sé con uno di quei epiteti decisamente coloriti che usava quando era molto, molto irritato. La situazione, d'altronde, l'avrebbe giustificato appieno così come l'avrebbero giustificato anche i gesti e i movimenti di Danimarca, che non faceva altro che solleticare il suo desiderio e il suo amor proprio.
Gli aveva appena sussurrato, direttamente nell'orecchio, cosa aveva intenzione di fargli, e aveva sottolineato la sua momentanea impotenza e costretta immobilità, al ché Norvegia aveva teso con una certa rabbia i muscoli delle spalle e delle braccia e aveva fatto tintinnare il ferro delle manette che lo tenevano prigioniero contro lo schienale del letto.
Lasciare il corpo così disponibile all'uomo non gli era parsa una buona idea fin dal principio e qualcosa di molto simile alla coscienza gli aveva suggerito di non fidarsi, di non permettergli di avere campo libero sulla sua persona. Norvegia si era fidato di lui, del suo sorriso dolce, del fatto che di norma tanto attivo non lo era mai stato e di certo ancor meno malizioso, quindi confidava in un'arida fantasia di fondo.
Lo aveva sottovalutato, davvero.
Dopo averlo ammanettato, si era seduto sopra il suo bacino e aveva cominciato a spogliarsi – lento, molto lento, guardandolo fisso in viso senza togliergli un solo istante gli occhi di dosso. Arrivato a petto nudo però si era fermato e abbassato sopra di lui, per aprirgli i primi bottoni della camicia scura che indossava; aveva fatto passare il palmo della mano sui muscoli del petto, con un sorriso in volto soddisfatto e compiaciuto.
-Sei bello, Norvegia.-

Vuggevise

Oh, no, non si sarebbe messo a cantare una ninna-nanna. Si sarebbe dovuto arrangiare, mica era colpa sua se non stava dormendo, mentre lui voleva… Dannazione.
Sbuffò rassegnato, appoggiandogli una mano sulla testolina bionda.
Cominciò a sussurrare la canzone, a disagio...

Minun.

Non si fa neanche una domanda. Capisce subito.
Dopotutto, sarebbe da stupidi cercare di arrampicarsi sugli specchi cercando una qualsiasi giustificazione.
Però, il mondo gli crolla addosso. Letteramente.
[ Dedicata a AmyLerajie ]

Addicted

John H. Watson è un medico.
E come tale conosce perfettamente i sintomi ed i segni di una crisi di astinenza.
Ma mai, mai e poi mai, avrebbe mai pensato di poterli provare su sé stesso.
SPOILER 2x03

L'albero di Natale

- Ultimo capitolo

Serie di drabble e flash fic scritte per l'Albero di Natale di destiel_italia.

Give me your heart to come to me

Spin-Off di “I just want you to know who I am”: Una sorpresa la mattina di Natale.

A canadian dude

Matt ogni tanto sente di dover giustificare il proprio comportamento, come se una ragione potesse portare più giustizia a quello che prova e che sente dentro.
Forse, lui dice, è una cosa tipicamente da cristiani provare una speranza che non vacilla e non trema nonostante tutti gli scossoni della vita. Forse, lui continua, è una cosa che fanno gli irrefrenabili, i puri di cuore, coloro che conservano una fiducia nel mondo incommensurabile, capace di far brillare tutto. Forse, lui teme, è semplicemente da stupidi, da disperati che non sanno stringere niente tra le proprie mani se non sentimenti inconsistenti.
Lui spera, ogni giorno.
[Raccolta di quattro drabble su quattro pair shonen ai con Canada (L)]

My life would suck without you

Una telefonata, travestimenti incomprensibili ed un sacco di lentiggini. (Jensen/Misha).

Time After Time

- Ultimo capitolo

Sam sta per sposarsi, Dean sarà il suo testimone e, come da tradizione, dovrà ballare per secondo con la sposa. Jessica promette terribili ripercussioni, se le faranno fare brutta figura, quindi è costretto a prendere lezioni di ballo. Il maestro è Castiel.

No one will bomb us to silence

"Nessuna bomba ci zittirà, nessuno sparo. Nessuno potrà mai spaventarci e impedirci di essere la Norvegia. Non ci distruggerete. Non distruggerete la nostra democrazia e i nostri ideali per un mondo migliore."
[Storia scritta di getto dopo gli attentati a Oslo e Utøya, ispirata dalle meravigliose parole del discorso del premier norvegese Jens Stoltenberg.]

Let's do the Time Warp again!

La luce lunare filtrava dal soffitto malconcio, infondendo uno spettrale tono perlaceo ad ogni cosa. Le paillettes della sua giacca ormai logora scintillavano opache. Il suono dei tacchi a spillo sul pavimento polveroso si avvicinava.

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