Caterina Sforza, nota come la Leonessa di Romagna, venne alla luce a Milano, nel 1463. Si distinse fin da bambina per la sua propensione al comando e alle armi, dando prova di grande prontezza di spirito e di indomito coraggio.
Bella, istruita, intelligente, abile politica e fiera guerriera, Caterina passò alla storia non solo come grande donna, ma anche come madre di Giovanni dalle Bande Nere.
La sua vita fu così mirabolante e piena di azione che ella stessa - a quanto pare - sul letto di morte confessò ad un frate: "Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo..."
[STORIA NON ANCORA REVISIONATA]

E io avevo voglia di piangere, lo giuro, ogni sua parola mancata faceva suscitare in me la voglia di sparire.

Avrebbe obbedito ma, come aveva giurato quel pomeriggio prima di accettare il volere del padre, mentre osservava gli alberi scossi dal vento, nessuno l’avrebbe mai piegata del tutto al proprio volere. Né suo padre, né quello che sarebbe diventato suo marito.

"[...]E fu così che Ottavia fece qualcosa che si fissò nell'anima di Bruto, come un marchio a fuoco; ella s'infilò senza indugio il dito punto in bocca e chiuse gli occhi, come se stesse assaporando qualcosa. Quel gesto ammutolì all'istante i pensieri e le parole del giovane, il cui sguardo era fisso sulle labbra di lei; si erano lievemente arrossate di sangue e lambivano morbidamente quel dito, succhiando.
Bruto sentì uno strano sussulto alla bocca dello stomaco, mentre il sangue gli rimbombò nelle orecchie. [...]
«I simboli... sono cosa viva [...]"
Ai tempi della guerra tra Cesare e Pompeo, in un contesto crudele come quello della guerra civile, la giovane Ottavia dei Giulii, pronipote di Cesare e sorella del futuro imperatore Augusto, si trova coinvolta in un triangolo amoroso, pericoloso e conturbante, con due uomini diversissimi tra loro: Marco Giunio Bruto, colui che passerà alla Storia come assassino di Cesare, e il luogotenente di Cesare, il rude e marziale Marco Antonio.

Anno Domini 1499, gli invasori francesi calano nell'instabile penisola italiana, portando con loro discordia, morte e distruzione: è la seconda volta che accade in poco più di un lustro, nessuno avrebbe potuto immaginare che avrebbe portato stavolta al più grande conflitto epocale di cui gli uomini avessero memoria dal tempo dei Troiani e dei Greci in qua. Beatrice dalla vita aveva già avuto tutto: è duchessa di uno stato ricco e fiorente, moglie di un marito che ama come la vita e madre di tre splendidi figli; la guerra le porterà via ogni cosa, spogliandola di tutti i suoi averi e separandola dai suoi cari, e quando infine, caduta prigioniera dei francesi, diverrà vittima delle violenze del loro re e da duchessa sarà ridotta a schiava, soltanto una cosa le rimarrà per cui ancora vivere: la vendetta.

Il vecchio sogno azzardato tanti anni fa, il seguito alla storia dei nostri dove l'epilogo originale non ammetteva repliche, fissando inevitabilmente i pregi e i difetti dei personaggi con la consistenza marmorea d'un monumento, come un'istantanea che non si può più cambiare. La vita al contrario si snoda ed appare e si muove ed è faticosa ed è interessante molto più della fine.
Rispetto alla prima versione, il rating è stato modificato così come riviste e corrette alcune parti storiche e la cronologia degli avvenimenti.
Una storia assolutamente megalomane! Molto lunga, molto “storica”, molto corale, molto triste, molto sanguigna. Senz'altro anche noiosa!
Una storia che parla di vendetta e speranza, lotta e conquiste, salvezza e morte.
Dunque una storia di ombra e luce.
Dopo Paris il viaggio prosegue.
Un’altra rivoluzione, differente da quella narrata dalla Storia...
La loro rivoluzione.
Come sempre buon viaggio!

L'anno è il 1788, sul finire dell'autunno.
Ho immaginato i colori di Parigi, quelli del cielo, gli stessi di oggi. Mentre le strade, le vie, le case e le chiese e poi gli odori, i suoni, le voci erano ancora racchiusi entro le mura medievali ed oscure della città, strette tra le continue lagnanze per il pane che non c'era ed il desiderio innato di ciascuno di cambiare il proprio destino.
Lascio come sempre i personaggi muoversi in libertà, con i loro caratteri già noti oppure solo accennati, scivolando attraverso la trama originale, da colmare senza eccessi.
Buona lettura.

Può un sogno avere il potere di cambiare la realtà? Ho sempre amato quest'anime, ed il suo finale non mi è mai andato giù, spesso mi sono chiesta come fosse possibile che nessuno si fosse accorto dei problemi di salute di Oscar e André. Partendo da questo presupposto, mi sono chiesta, cosa sarebbe successo se proprio "il vero generale di casa Jarjayes", magari con un piccolo "aiutino" avesse aperto gli occhi? Cosa sarebbe cambiato?
Questa è la mia prima ff, in verità è la prima volta che scrivo qualcosa in assoluto! Fatemi sapere che ne pensate. Con fanart.

E se la famosa sera delle lucciole, in riva al fiume, André non avesse detto nulla e fosse tornato indietro, lasciando che Oscar tornasse sola a Parigi?
Quali dubbi, sfide, lotte e ostacoli avrebbe dovuto affrontare la nostra eroina settecentesca preferita, per conquistare André e la libertà?