Una gatta ossuta sparisce tra le assi sollevate del patio e, gnaulando, fugge dai loro sguardi malinconici, come se anche lei sentisse tutte le parole non dette che aleggiano attorno a loro.
Wolfstar, ovvio.

Castiel torna indietro nel tempo per salvare un antenato di Dean e Sam, in un locale incontrare un uomo che si fa chiamare Altamont.
[Destiel e Holmes/Watson implicito]

Si è portata via le stelle e un latrato, ma ha lasciato dietro di sé ciuffi d’erba schizzati di sangue, e un dolore fisico a cui Sirius è del tutto indifferente.
Wolfstar.
Buona lettura. ^^

Fanfiction ambientata dopo la fine della 5 serie, ma senza tenere conto quasi per nulla di quanto si è visto finora nella 6, a parte qualche piccolo spoiler.
Qual'è la peggiore punizione per un angelo che si è ribellato? La morte può essere una consolazione, quasi un onore, mentre niente è più disonorevole che essere privati delle ali e condannati alla vita.
Ma le ali di un angelo possono essere un strumento potente quanto l'angelo stesso... e la vita può rivelarsi una scoperta eccezionale e passionale, per chi è solamente esistito per migliaia di anni.
"Le grida di Castiel scalfirono il cielo indifferente, come a voler commuovere le stelle con il loro dolore, mentre l’angelo stillava sangue nel corpo e nell’anima...
[...]- Dean –
- Sì, Cas – cercò di annuire con voce rassicurante lui – Non preoccuparti, sei al sicuro ora – "
Capitolo 8 riveduto, corretto e ampliato (grazie a Cassy84)
Introduzione modificata per uso scorretto del tag b.
Charlie_2702, assistente amministratrice

storia forse senza senso. un intreccio di intrallazzi che coinvolgerà una serie di personaggi in situazioni imbarazzanti. insomma, tanto per rompere la monotonia.... ok, non so che scrivere.... ciao!

[Seconda classificata al contest "Le petit prince" indetto da Only sul forum di EFP]
"Il vento caldo di agosto avvolge i vostri corpi bianchi stesi nudi sull’erba fresca, e ti ritrovi a pensare di non aver mai conosciuto, prima d’ora, qualcun altro oltre a te che avesse sulla pelle quel colorito così rassomigliante alla neve."

-Non sto alludendo al tuo “piccolo problema peloso”, Lunastorta. E lo sai benissimo.
-…
-Che c’è, il cane ti ha morsicato la lingua?
-Non è divertente, Sirius.
Piccola Wolfstar :)
I pensieri di Remus, dopo la morte di Sirius.

Remus è una tazza di latte e miele incrinata sul davanti.
[Ha partecipato a "Le petit prince" indetto da Only_Me sul forum di EFP, classificandosi undicesima a pari merito. :3 *orgogliosa di sè*]

-Che c’è?
-Guarda.- Remus apre una finestra, dove il cielo di aprile brilla senza pietà. -Tornano tutti. Quella rondine è tornata.
Wolfstar. ♥ ♥ ♥

Castiel viene strappato dal suo tramite e ha bisogno dell’aiuto di Dean per recuperarlo. Per parlare con lui, però, gli serve un altro corpo e sembra che l’unico disponibile sia quello della piccola Claire Novak.

Un bacio molto Wolfstar osservato da un insospettabile spettatore! Hope you like it!

Durante una ricognizione di un capanno abbandonato, Dean viene attaccato da qualcosa e si risveglia in un universo in cui sua madre è viva, suo fratello Sam è diventato avvocato e si è sposato, mentre lui – a quanto pare – lavora come vigile del fuoco e vive con Castiel.
[ATTENZIONE:non è AU!]

Era stato Sherlock ad iniziare dopo che John aveva sparecchiato. Lo aveva preso per un braccio e lo aveva baciato forte, goffo, semplicemente premendo la propria bocca sulla sua. Rischiò di soffocare. Staccandosi, lo guardò, mentre si passava il labbro inferiore tra i denti per un microscopico istante. Attendendo. Incredibilmente nudo e tremante.
John aspettò il tempo giusto per capire se non fosse un esperimento o qualcosa di simile. Sbatté le palpebre e gli fu addosso, le mani che imprigionavano il viso e il corpo che lo costringeva al muro.
[...]
"Sherlock, credi che per me sia stato facile, anche prima di ieri sera? Sii meno egocentrico per una diavolo di volta—”
“Andava perfettamente bene come eravamo prima. Non so cosa mi è saltato in mente. Sono stato stupido, errore mio, me ne prendo le responsabilità. Ora voglio solo che torni tutto come prima.”

Roxas voltò il viso, trovandosi di fronte un ragazzo sui venti, capelli assurdamente rossi che spiccavano contro la pelle chiara, che lo fissava con gli occhi smeraldini, curioso di vedere la sua reazione
«Lo so che non è un giocattolo» proruppe, quasi mettendo il broncio «E non sono un bimbo» precisò
«Oh, certo» sorrise ironico l’altro «E com’è che ti chiameresti?»
«Roxas»
«Piacere, bimbo, io sono Axel».