-Bumie~- lo chiamò ancora una volta, ostinato a farsi ascoltare.
-Cosa?- chiese distrattamente.
-Toccati per me.. voglio sentirti gemere-

Come aveva potuto non rendersi conto di quello che stava accadendo attorno a lui? Il lento incedere delle onde che si infrangevano sugli scogli, la luna alta nel cielo e la morbida voce di un ragazzo dai lineamenti spigolosi e lo sguardo carico di tristezza. Se in quel preciso istante i miei occhi non avessero incontrato i tuoi... forse oggi non avrei potuto vedere il tuo sorriso...

Kibum stava partecipando al musical “Catch me if you can”. Milioni di occhi lo avrebbero guardato e ammirato estasiati. Ma la cosa che lo faceva agitare era che avrebbe dovuto girare quella scena.

Hello; è un titolo un pò stupido, ma credo racchiuda un pò tutto ciò che voglio creare su questa coppia.
Su di loro; JongKey.
E' a tutti gli effetti un Yaoi su questa fantastica coppia che, ammetto amo da morire, e ch'è strano non abbia ancora fatto una FF su di loro, ma ora credo sia arrivato il momento.

questa è un JongKey ragazzi! hahaha buona lettura!

Gli shinee hanno vinto all inkigayo,i ragazzi esultano e festeggiano sul palco davanti alle telecamere ma quando lo lasciano Jonghyun e Key si appartano e danno libero sfogo all'eccitazione del momento.. [semplice PWP!]

Piccola storia dedicata alla celebre coppia JongKey.
Ambientata in un luogo inusuola con una situazione altamente lontana dalla realtà XD
Jonghyun è un uomo d'affari molto affascinante e intelligente che convive con Key.
Quest'ultimo entra sempre. nel suo ufficio e, li dentro, fanno cose che sfonda al di fuori del piacere stesso

“Onew! Possibile che tu non abbia altri pensieri? Io sono curiosissimo di scoprire com'è il bambino, e di sapere qual è il suo nome...! Mi vengono in mente quelle volte in cui mio padre mi portava al parco, e trascorrevamo intere giornate insieme...” disse Minho con gioia;
“Secondo me ci divertiremo ragazzi, ne sono sicuro!” esclamò Key;
“Dici, Key? A dire la verità l'idea di badare ad un bambino un po' mi spaventa... come faccio a badare ad un bambino se sono io stesso un bambino?” chiese Jong lasciando trasparire dal suo tono di voce una certa preoccupazione;
“Ma daiii!” ribatté Key, e il resto del gruppo scoppiò in un'allegra e sonora risata.
Però fino ad allora non si era ancora espressa una persona: Taemin. Minho se ne accorse e senza proferir parola andò da lui e sottovoce gli chiese se andava tutto bene.
“Ehi piccolino, vieni con me? Ti porto a fare un giro della casa, solo tu ed io...”

-Jong, non dovremm…- Kibum stava cercando di spiegare che un tavolo da biliardo non era forse il luogo più conveniente per fare certe cose, ma la mano di Jonghyun che gli si appoggiò sul cavallo dei pantaloni lo aveva mandato completamente in tilt e la frase gli morì in bocca. Le dita di Jonghyun avevano iniziato a muoversi piano e in quel momento soltanto un pazzo avrebbe potuto chiedergli di fermarsi

-Onodera, dov’è?- chiese indicando la postazione vuota. –Non doveva occuparsene lui?-
-Ecco, Ricchan non è arrivato stamattina.- fu di nuovo Kisa a parlare. Takano lo guardò in attesa che aggiungesse altro. Quando il ragazzo tacque, si voltò verso gli altri.
-Beh, si può sapere perché?-
[Takano/Onodera]

"Buon Natale Kim Jonghyun"
in ritardo, ma buon natale fandom.

Il suo stomaco fece un salto all’indietro quando il caldo respiro dell’altro gli colpì l’orecchio e le sue labbra si schiusero sul suo lobo. La bocca di Jonghyun sfiorava Kibum con leggerezza, toccandolo appena

Jonghyun ha preparato un piccolo spettacolino eccitante per il suo Bummie...

Kim Jonghyun aveva sempre dovuto lottare per ottenere quello che voleva, come quando aveva confessato ai genitori di voler smettere di studiare per dedicarsi alla band che aveva appena formato con qualche amico. Oppure come quando aveva candidamente ammesso di trovare attraenti anche i ragazzi e sua madre quasi non moriva davanti a lui pensando ai nipoti, al fatto che stare con un ragazzo era immorale.
Kim Kibum non era mai stato un ragazzo facile con cui venire a contatto, era arrogante, pieno di sé, e fin troppo consapevole di quanto fosse bello. Ai suoi occhi, la propria persona rasentava la perfezione, non c’era nessuno che potesse essere migliore di lui e quindi snobbava chiunque volesse diventare suo amico. Almeno fino a quando non aveva capito che da solo non sarebbe potuto andare poi tanto avanti nella vita. [JongKey]

Era la prima volta che faceva un sogno del genere ma, Dio, sembrava così reale; Kibum poteva giurare di sentire davvero la lingua dell’altro muoversi sul suo collo e i suoi denti mordicchiargli piano la pelle.